RIZZI, Bruno

(Poggio Rusco, 1901 – Bussolengo, 1977), rappresentante di calzature

Comunista dal Ventuno, all’inizio degli anni Trenta si avvicinò al movimento trotskista, venendo in contatto coi suoi esponenti francesi e inglesi. Nella seconda metà degli anni Trenta, in esilio a Parigi, elaborò una teoria su un nuovo ordine sociale scaturito dai paesi totalitari ma che avrebbe contagiato anche le democrazie borghesi, chiamandolo “collettivismo burocratico”. La sua teoria, che definiva la burocrazia come classe dirigente, venne contestata da Trotsky, che considerava la natura sociale dell’URSS come “Stato operaio degenerato”, ma trovò attenzione nei trotskisti statunitensi, in particolare James Burnham e Max Shachtman,  tra i fondatori del partito trotskista statunitense SWP (1937); Burnham la fece propria; in molti videro, nella posizione di Burnham sul collettivismo burocratico un plagio dell’elaborazione di Bruno Rizzi, che nel 1939 aveva pubblicato La Bureaucratisation du Monde. Le collectivisme bureaucratique; Burnham plagiò le tesi di Rizzi col famoso Managerial Revolution (1941).

Nel 1937 Rizzi aveva pubblicato lo scritto Dove va l’URSS?, sequestrato per ordine del Minicultpop con lettera 251 del 4 settembre. Due anni dopo (maggio 1939) Rizzi consegnò il manoscritto all’ “ebreo germanico Lyon Emilio” per tradurlo in tedesco e inviarne una copia a Hitler; Lyon lo consegnò invece alla Prefettura milanese.

Rientrato in Italia nell’agosto del 1943, dopo la guerra Rizzi continuò la sua elaborazione; ebbe una corrispondenza con Bordiga nel 1956 e collaborò a varie testate tra cui «Azione Comunista» Le sue tesi influenzarono vari gruppi rivoluzionari nei decenni successivi (ad esempio “Socialisme ou Barbarie” e l”Internationale Situationniste”).

La bureaucratisation du monde conteneva un capitolo fortemente antisemita che venne eliminato nelle successive ristampe. Lo si può leggere nella prima edizione del 1937 e nell’ultima del 2005 (Colibrì); le pesanti esternazioni antisemite (che l’autore rinnegò negli ultimi anni della sua vita, secondo quanto scrisse Oreste Roseo su «A» nel marzo 2003) hanno spinto alcuni studiosi come Joseph Gabel a inserirlo nel filone del “negazionismo di sinistra” coi vari Faurisson.

 

FONTI: Avanti barbari!; S. Saggioro, Gli ultimi anni di Victor Serge (1940-1947), PM 2018; J. Gabel, Réflexions sur l’affaire Faurisson, «L’Homme et la société»,  1984; «A», Marzo 2003; R. Gremmo, Il tentato furto della “Bureaucratisation du Monde” di Bruno Rizzi, «Storia Ribelle» n. 60, primavera 2023

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