(Stradella, 1894 – Parigi, 1940), operaio metallurgico
Figlio di un volontario garibaldino, si trasferì nel Novarese. Combattente nella prima guerra, nel 1920 s’iscrisse al PSI. Aderente alla Frazione comunista astensionista, nel 1921 partecipò alla fondazione del PCdI a Livorno, impegnandosi nel lavoro sindacale. Dal 1923 soggiornò a Mosca, poi a Parigi, da cui venne espulso nel 1925. Staccatosi dalla Sinistra entrò in stretti rapporti di collaborazione con Gramsci; al Congresso di Lione (gennaio 1926) venne nominato membro del CC e del CE. Dopo le leggi eccezionali, responsabile dell’Ufficio sindacale, il 27 febbraio 1927 organizzò un convegno clandestino con l’intento di ricostituire la CGdL che all’inizio dell’anno era stata sciolta dalla dirigenza riformista; fino al 1930 fu segretario generale della CGdL ricostituita. Nel frattempo (novembre 1929) aveva dato vita all’acceso dibattito riguardo alla «svolta» (la tattica del socialfascismo), appoggiato da Pietro Tresso, Francesco Leonetti, Teresa Recchia, Mario Bavassano: vennero tutti espulsi dal PCdI nel giugno 1930. Partecipò alla fondazione della NOI, in contatto con Trotsky, da cui si distaccò nel 1934 per avvicinarsi a GL e poi aderire al PSI, con l’intento di favorire un processo di radicalizzazione nell’ambito della politica unitaria del fronte popolare. Ma le sue speranze subirono un forte colpo in seguito al patto tedesco-sovietico. Operaio alla Renault, morì in seguito ad un’infezione contratta sul lavoro.
FONTI: ACS-CPC