(Ancona, 1883 – Chiasso, 1922), macchinista
Di famiglia repubblicana e repubblicano anch’esso, dal 1907 fece parte della CE della CdL di Ancona, e fu tra i fondatori dello SFI. Nel 1914 anche grazie al suo impulso il CE dello SFI si trasferì da Milano ad Ancona. Si gettò nella Settimana Rossa organizzando la partecipazione dei ferrovieri. Licenziato e amnistiato un anno dopo (1915) entrò nel CC dello SFI. Interventista, nonostante potesse usufruire dell’esonero in quanto macchinista, si arruolò e raggiunse la Francia. Dopo la fine della Guerra venne riassunto a Milano e riprese l’attività nel PRI milanese, al circolo Barsanti. Trovò la morte in servizio a Chiasso colpito da malore. Su «Umanità Nova» Malatesta gli anarchici milanesi gli resero omaggio: “colla sua morte il movimento sovversivo perde uno dei suoi più puri militi, simbolo vivente della bontà e della rettitudine che lascia il più vivo rimpianto in tutti i buoni che l’hanno conosciuto”. Imponenti i funerali, partiti da Porta Volta per il Musocco.
FONTI: «Umanità Nova», 9 settembre 1922