PERFETTO, Quirino

(Torino di Sangro, 1888 – Nocera Inferiore, 1950), macchinista delle Ferrovie

 

Trasferito a Sulmona dopo il terremoto del 1915, fu segretario dello SFI di Sulmona, segretario della FAA (Federazione Anarchica Abruzzese) e leader del gruppo anarchico “I Liberi”. Promosse lo sciopero del gennaio 1920. Organizzò il movimento anarchico sulmonese col macchinista Amedeo Moscardini e il fuochista Toro Jafet (entrambi poi passati al fascismo), intervenne per sostenere gli anarchici perseguitati negli Stati Uniti, da Carlo Tresca a Sacco e Vanzetti. Promosse varie iniziative per il fronte Unico Rivoluzionario, che unisse tutti i gruppi e partiti sovversivi, collaborando in particolare col capostazione comunista Vincenzo Scappaticci. Il 14 settembre 1920 diresse i ferrovieri nel blocco di un vagone carico di mitragliere; intervennero i carabinieri che lo arrestarono, scoppiarono tafferugli e uno sciopero spontaneo; un mese dopo fu tra gli organizzatori dello sciopero pro-Russia. Licenziato nel 1922, venne arrestato l’anno successivo; liberato, si trasferì con la famiglia a Foggia dove lavorò come commesso viaggiatore. Internato a Zungoli (Av) nel 1941, dopo il 1945 aderì alla FAI partecipando ai primi congressi e scrivendo su varie testate anarchiche.

«Era Nuova», dopo la sua morte avvenuta il 14 novembre 1950, scrisse di lui: “ha dedicato tutta la sua vita alla diffusione dell’ideale anarchico. La sua integrità, la sua gentilezza e la sua fede pura erano molto apprezzate da tutti. Chiunque lo conoscesse, anche come rivale, non poteva fare a meno di venerarlo e ammirarlo. I suoi compagni hanno perso uno dei migliori e saranno profondamente colpiti dalla perdita di un uomo che incarnava la lotta implacabile per l’anarchia”.

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18 agosto 1922

Stamane, i legulei degli attori principali della tragedia reazionaria combinata in Villa Patrizi e al Viminale, pur di soddisfare la libidine di una vasta banda di delinquenti con a capo un ministro, mi hanno comunicato le dimissioni dall’impiego che avevo come macchinista nelle Ferrovie dello Stato, in base ai disposti dell’art. 56 della legge 7 luglio 1907, n. 429, per avere preso parte allo sciopero nei giorni dall’uno al quattro agosto 1922.

Governo e Direzione Generale hanno creduto distruggere in me un Ideale al quale tutto il mio pensiero è rivolto.

Sebbene responsabile di una famiglia da me creata e per la quale ho combattuto acciocché potesse migliorare di condizioni, accetto il provvedimento con la massima serenità, convinto di aver fatto tutto il mio dovere.

Sento altresì il dovere di comunicare a tutti i compagni ferrovieri, ai rudi lavoratori del moto ex miei colleghi ai quali sono state dedicate molte mie battaglie, che la mia fede non è affatto cambiata né depressa, anzi aumentata di spirito verso l’ideale, e d’odio contro i tiranni i quali in un prossimo riscatto per un avvenire più fulgido, inesorabilmente saranno colpiti dalla folgore vendicatrice.

Avanti sempre per un altro sentiero e per l’ideale anarchico.

Vinto sì, ma non domo!

QUIRINO PERFETTO

 

FONTI: «In Marcia!»; E. Puglielli, Battaglie e vittorie dei ferrovieri abruzzesi.

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