MARUCA, Francesco “Ciccio” “Martef” “Il falegname rosso”

(Catanzaro, 1898 – Bologna, 1962), ebanista

 

Socialista dal 1914, nel 1921 aderì al PCdI e fondò la sezione di Catanzaro. Sempre schierato sulle posizioni della Sinistra, il 4 febbraio 1924 venne fermato per motivi di ordine pubblico e poi arrestato con l’accusa di associazione a delinquere, in relazione all’arresto di Bordiga e del CC del Partito. Liberato a giugno, fu delegato al V Congresso dell’IC a Mosca. Il 18 luglio 1924 una pattuglia della Guardia di Finanza fermò nei pressi del valico di Monte Clivio cinque comunisti che tentavano di rientrare clandestinamente: con Maruca c’erano Betti, Carlo Venegoni,  Carletto Leonardi e Alfonso Leonetti. Nel frattempo era partita l’offensiva del Centro gramsciano – umiliato nel maggio precedente al convegno clandestino di Como/Capanna Mara – contro la Sinistra. Maruca venne sollevato dall’incarico di  segretario  della Federazione e partirono altri provvedimenti disciplinari contro i sinistri di Catanzaro, sezione che non ne voleva sapere di piegarsi ai diktat di Mosca e del Centro.

Diffidato nel Ventennio, arrestato durante la Seconda guerra, dopo la liberazione ricostituì la federazione provinciale del PCI. Entrò subito in urto con la politica di unità nazionale e venne sollevato nel congresso del giugno 1944. A “normalizzare” la sezione venne inviato da Velio Spano Paolo Suraci, ex macchinista licenziato politico e dirigente del PCI reggino; Maruca venne espulso per estremismo e gestione “personalistica, accentratrice e disgregatrice”.

Maruca aderì alla Frazione di Sinistra dei Comunisti e dei Socialisti Italiani, di cui fu referente per Catanzaro, Reggio Calabria e Messina.  Il 29 luglio 1945 con Ludovico Tarsia, Ippolito Ceriello, Natino La Camera e Otello Terzani sottoscrisse l’ingresso della Frazione nel PCInt.
Presentatosi alle amministrative dell’aprile 1946, Maruca venne eletto consigliere comunale a Catanzaro; il PCInt raccolse 15mila voti e quasi riuscì ad eleggere un deputato alla Costituente. Il suo carisma rimase intatto, fu identificato dal proletariato catanzarese come il “rappresentante del vero comunismo” e tenne testa al PCI staliniano; il PCInt pubblicava a Catanzaro un proprio settimanale di sezione «L’Internazionale Comunista » (dal 1954 «Favilla»), organo della Federazione catanzarese del Partito comunista internazionalista. Tale pubblicazione divenne un “problema”, emerso nel convegno delle sezioni meridionali dell’ottobre 1946, dove venne dichiarato inammissibile che un organo periferico, dove si permetteva di scrivere anche a elementi esterni al partito,  uscisse settimanalmente mentre quello nazionale usciva due volte al mese; nello stesso convegno Maruca venne accusato di gestione personalistica della sezione. Ma Maruca rappresentava agli occhi del proletariato catanzarese il “vero comunismo”, come dovette riconoscere un funzionario della federazione del PCI di Catanzaro in un rapporto a Roma,   Nel 1952 seguì la tendenza di Damen “Battaglia Comunista” per poi avvicinarsi, qualche anno dopo, al Movimento della Sinistra Comunista, nato dalla convergenza di Azione Comunista con i GAAP.

 

FONTI: Cronache rivoluzionarie in provincia di Varese, PM; Lorenzo Procopio, Il falegname rosso. Francesco Maruca. Profilo di un comunista eretico, Edizioni Istituto Onorato Damen, 2018

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