GONNELLI, Carlo

(Livorno, 1883 – 1922), fuochista delle Ferrovie

 

Comunista dal ’21, morì sul lavoro a Potenza. I suoi funerali si trasformarono in una manifestazione politica con scontri tra comunisti e fascisti. La salma venne accolta alla stazione di Livorno il 28 marzo 1922; alle 18 iniziò il corteo funebre diretto ai Cimiteri comunali dei Lupi. Le autorità di polizia, a causa di incidenti avvenuti in precedenti funerali di sovversivi, avevano contrattato con gli organizzatori l’esclusiva presenza delle bandiere dei due sodalizi a cui Gonnelli apparteneva, ossia lo SFI e PCdI. Il corteo funebre, assai partecipato, giunto nella Piazza del Cisternone venne attaccato da una cinquantina di fascisti armati di bastoni ferrati e petardi, con colpi di arma da fuoco, per “impedire eventuali deviazioni del corteo e sbandieramenti rossi nel centro della città”. Comunisti e ferrovieri risposero al fuoco e lanciano sassi, i fascisti si ritirarono. Il corteo funebre, dopo essersi ricomposto, raggiunse Piazza San Marco dove si concluse con una breve orazione del ferroviere socialista Gastone Toncelli, dirigente dello SFI. La sera stessa dal Comitato di Difesa Proletaria e dalle organizzazioni di classe venne proclamato uno sciopero cittadino per l’indomani; un manifesto – censurato – apparve sui muri nella mattinata seguente, a firma della CdL confederale, della Camera sindacale dell’USI, dello SFI e del Sindacato Tramvieri. La partecipazione allo sciopero fu considerevole, tanto che l’Unione Industriale Livornese attuò per rappresaglia la serrata per il giorno seguente, mentre avvennero altri scontri coi fascisti. Durante la giornata di lotta si tenne un comizio unitario presso il Teatro San Marco, dove l’anno prima era stato fondato il PCdI. La bandiera «in seta rossa con iscrizione in nero» della sezione livornese del SFI verrà sequestrata dai fascisti presso un’abitazione privata il 29 settembre 1922, mentre quella della sezione di Livorno del PCdI «in seta rossa con frangia nera» verrà trafugata dai fascisti alla vigilia del 1° maggio 1923 presso la casa popolare di un ferroviere.

 

FONTI: Marco Rossi, Livorno

Leave a Reply