GIUDETTI, Luigi

(Reggio Calabria, 1881 – Milano, 1947), fuochista delle Ferrovie

 

Spesso trascritto come “Guidetti”, assunto nelle Ferrovie come fuochista, lavorò al Deposito Locomotive di Taranto. Sposato, quattro figli, s’iscrisse al PSI e allo SFI. La Polizia cominciò a interessarsi di lui intorno al 1914, schedandolo come “socialista rivoluzionario” e inviando regolari report alla Prefettura di Lecce. Organizzatore di scioperi con successo, venne vigilato anche dai superiori. Partecipò ai congressi SFI a Pisa e Roma, e si trovava ad Ancona nei giorni dello sciopero del giugno 1914 in occasione della “Settimana Rossa”. Denunciato a luglio per minacce contro un krumiro e punito con la mancata nomina a macchinista, nel febbraio 1915 organizzò uno sciopero alle Officine Ferroviarie di Taranto assieme al “pericolosissimo anarchico” Sabatino Gambetti, che vi lavorava, e intervenne ad un comizio del fascista Federzoni gridando “abbasso la guerra”. Il Sottoprefetto di Taranto scrisse una lettera al Capo delle Officine, poi trasmessa dal Prefetto di Lecce al Ministero dell’Interno, in cui chiedeva che Giudetti venisse trasferito lontano dalla strategica “piazza forte” tarantina. Nell’aprile Guidetti parlò a un comizio a Taranto contro l’entrata in guerra dell’Italia e a Francavilla Fontana contro il caro-viveri. L’azienda lo trasferì a Milano Sempione. Attivo nello SFI milanese e continuamente sorvegliato, venne arrestato a Milano il 7 dicembre 1917 per “incitamento e favoreggiamento alla diserzione”, sospettato di far parte di un’organizzazione che favoriva gli espatri clandestini di disertori; processato dal Tribunale Militare, venne condannato a quattro anni ridotti a 16 mesi per amnistia, dopo i quali riprese il lavoro da fuochista a Milano Centrale.

Da quel momento si appartò dalla vita politica, ma fu continuamente sorvegliato fino a tutti gli anni Trenta. Nel 1938 la Divisione Affari generali Riservati trovò il suo nome e indirizzo negli appunti già appartenuti all’anarchico Errico Malatesta.

 

FONTI: ACS-CPC; «In Marcia!»

 

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