(Cellio, 1883 – Torino, 1963), ciabattino.
Socialista dal 1914, trasferitosi a Torino, nel 1916 fece parte della CE della sezione socialista torinese. Comunista dal Ventuno, si schierò con la Sinistra. Nel novembre 1926 fu condannato a cinque anni di confino (Tremiti, Ustica, Ponza). Espiata la condanna tornò al paese di origine e nel 1932 venne espulso dal PCdI per sinistrismo. Arrestato nel febbraio 1934 per riorganizzazione del partito comunista, fece altri due anni di confino (Ventotene) dei tre previsti (l’ultimo venne commutato in ammonizione). Arrestato nel 1943 fu deportato a Mauthausen – Gusen dove sopravvisse. Dopo la guerra aderì al PCInt. La sezione di Torino lo espulse nel 1947 assieme a Vasco Rivolti; Luigi Gilodi, col fratello Mario, Pietro Casalone e Giovanni Boero animò la Sezione autonoma di Aranco-Borgosesia, vicina ai consiliaristi. La sezione aderì alla conferenza internazionale delle forze rivoluzionarie di Bruxelles, organizzata dai consiliaristi olandesi. Nel 1952 dopo la scissione Gilodi rientrò con Casalone nel PCInt-Battaglia Comunista.
Luigi Gilodi lasciò una toccante testimonianza della prigionia nel lager.
FONTI: Luigi Gilodi parla di Mauthausen e di Gusen, «Battaglia Comunista», 14 agosto 1945; S. Saggioro, Né con Truman né con Stalin. Storia del Partito Comunista Internazionalista (1942-1952), Colibrì, 2010