GANNA, Giuseppe

(Induno Olona, 1903 – 1972), facchino, manovale

 

Nel ‘21 fu uno dei pilastri assieme a Giovanni Campeggi della FGCdI nell’Alto Varesotto, responsabile del Comitato di zona per i mandamenti di Varese e Arcisate. Promosse iniziative a favore della liberazione di Sacco e Vanzetti. Emigrato in Svizzera nel 1932, contattò Randolfo Pacciardi, che però non lo ritenne elemento sicuro.

Passato in Francia, dopo un tentativo fallito di agganciarsi a Campeggi  e agli esuli di sinistra, Ganna iniziò la collaborazione con la Polizia. Il PCI lo inserì in un lungo elenco diversificato per regione di “soggetti inaffidabili” dove accanto a spie vere e proprie vennero inseriti gli oppositori di sinistra. Ma nel suo caso si trattava effettivamente di una collaborazione con la polizia. “La mia famiglia lontana, la moglie ammalata e nella casa la più squallida miseria [..] la mia esistenza era un inferno. Ritornare in patria il mio pensiero”. La madre inviò una supplica a Rachele Mussolini, lui collaborò in cambio di denaro, segnalando nomi di antifascisti in Savoia e l’attività di esuli varesini a Nanterre e Rucille.

Tornato in Italia a Induno, nel 1944 fu protagonista di episodi di scontri coi fascisti locali. Nel 1959, mentre si trovava in carcere a Desio per motivi sconosciuti, venne assolto dall’accusa di omicidio nei confronti di tre esponenti fascisti legnanesi (fucilati da 12 partigiani comunisti) nei giorni immediatamente successivi alla Liberazione.

 

FONTI: D. Franchetti, in R. P. Corritore e E. R. Laforgia [a cura di], La Provincia di Varese negli anni ’30, Franco Angeli 2002; M. Franzinelli, I tentacoli dell’OVRA, Bollati Boringhieri, 1999; ASVA

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