(Stradella, 1900 – Voghera, 1982), ferroviere
Comunista dal Ventuno, licenziato politico nel 1923 (i ferrovieri vogheresi furono tra i più perseguitati per lo sciopero legalitario dell’agosto 1922), aderente alla mozione di Sinistra al convegno clandestino della Capanna Mara (maggio 1924), la sua azione permise alla Sinistra di mantenere la maggioranza nell’Oltrepò fino all’anno successivo, quando prevalse il Centro rappresentato dal cestaio di Stradella Angelo Bignami “Bello Scolaroli”.
Scrive Pietro Angelo Lombardi: “Sarà il congresso della Federazione tenuto nella notte tra il 24 e il 25 aprile 1926, non a caso a Stradella, nel laboratorio di Bignami (ancor oggi in via Civardi una lapide posata alla fine degli anni ’70 ricorda l’evento), a sancire l’adesione del partito pavese, dopo un acceso dibattito, alle Tesi di Lione e la sconfitta definitiva della sinistra. Al congresso sono presenti i rappresentanti di zona (Pavia, Lomellina, Voghera e Stradella) e di 10 sezioni. Pur sconfitto, Dagradi non verrà rimosso subito dall’incarico di fiduciario/segretario. Tuttavia, l’intensa attività svolta non sfugge all’attenzione dei carabinieri e della Milizia– ormai le leggi “fascistissime” avevano sancito la repressione di ogni forma di opposizione – e il 10 maggio 1927 viene arrestato tutto il gruppo dirigente pavese. Solo Bignami riuscirà ad evitare l’arresto”.
Dagradi venne arrestato nel novembre 1925 per diffusione di stampa antifascista e condannato dal tribunale di Pavia a 2 mesi, 28 giorni di reclusione e 124 lire di multa. Dimesso in libertà provvisoria, viene nuovamente arrestato nel maggio 1927 per ricostituzione del PCdI, cospirazione e propaganda sovversiva. Assai probabile che a quella data avesse abbandonato le posizioni della Sinistra. Venne condannato dal Tribunale Speciale a 4 anni di reclusione (Soriano del Cimino). Dopo la Seconda guerra fu il primo sindaco di Voghera per il PCI dal 1945 al 1951 e poi dal 1959 al 1961.