(Cedrate, 1895 – Montesson, 1953), assistente edile
Schedato come “anarchico pericoloso”, con Giuseppe Boldrini, Mariani, Eugenio Macchi e un giovane socialista partì in camion da Gallarate per prelevare esplosivi occultati sul monte Pasubio, da distribuire agli operai della Franco Tosi durante l’occupazione delle fabbriche (1920). I primi due l’anno successivo furono tra gli attentatori del Diana. Al ritorno
“la sera era buia, pioveva, grandinava, tirava vento fra tuoni e lampi; per questo si mise al volante Canavesi, abilissimo autista, che condusse il camion dal monte fino nei pressi di Malo; ma lo sforzo, avendolo stancato, lo costrinse a cedere il volante” (G. Mariani).
Dopo il cambio di guida il camion si ribaltò prendendo fuoco. Morì un giovane compagno socialista, gli altri compagni riuscirono a dileguarsi; le indagini non portarono mai ad identificare il gruppo.
Canavesi nel giugno-luglio 1922 fu denunciato (poi processato e assolto) per il lancio di una bomba contro i fascisti riuniti nelle scuole di Cedrate e, con Alfredo Filiberti (Invorio Inferiore, 1897, fonditore) per lancio di una bomba contro i RRCC. Poi emigrò in Francia, a Le Pecq, dove convisse con Anna Arduini, vedova, madre dell’anarchico Ideale Caporali (nato in Svizzera nel 1911). Fu continuamente sorvegliato, sospettato, su delazione di tale Secondo Fusari, di progettare attentati in Italia assieme a Eugenio Macchi e altri anarchici.
FONTI: G. Mariani, Memorie di un anarchico, Editziones de su Arkiviu-Bibrioteka “T.Serra”, 2005 (ediz. Originale 1953); ASVa; Anagrafe comune Gallarate