BUCCO, Ercole

(Firenze, 1886 – 1964), sindacalista, architetto

Trasferitosi a Cento, nel 1905 s’iscrisse al PSI. Segretario della locale CdL, fu massimalista e attivo antimilitarista. Scrisse Chi non lavora non mangi, pubblicato in quell’anno. “I socialisti del biennio rosso, in particolare Bombacci e Bucco, citavano spesso proprio San Paolo per quel versetto nella seconda epistola ai Tessalonicesi dotato di una forza rivoluzionaria immensa: “Se alcuno non vuol lavorare, neppure mangi” (S. Forti, Partito, rivoluzione e guerra. Il linguaggio politico di un transfuga: Nicola Bombacci (1879-1945).

Eletto deputato nel 1919, un anno dopo, sostenuto da Bombacci, fu nominato segretario della CdL di Bologna. Nella primavera propose la costituzione di Soviet urbani a Bologna, scrivendo in tal senso anche su «L’Ordine Nuovo». Al Consiglio Nazionale della CGdL (Milano, 11 settembre 1920) Bucco presentò un ordine del giorno con Schiavello per uno sbocco politico all’occupazione delle fabbriche; la proposta uscì sconfitta (409.564 voti favorevoli e 591.245 contrari), prevalse la mozione di D’Aragona, favorevole a restringerlo al solo campo economico, aprendo la strada all’accordo e alla capitolazione.

Nel corso dell’attacco fascista alla sede della CdL (Bologna, notte tra il 3 e il 4 novembre 1920, che precedette gli scontri del 21 novembre di Palazzo d’Accursio in cui vi furono undici morti e sessanta feriti), Bucco, colto dal panico, chiamò la polizia e fece scoprire le armi nascoste e arrestare novantasei guardie rosse venute da Imola per difendere la CdL. Diede la colpa alla compagna per l’ingresso delle armi precipitando nel ridicolo; venne attaccato da destra e sinistra.

Bucco entrò nel PCdI a Montemarciano nel 1921 per poi esserne espulso tre anni dopo. Nel frattempo riparò in Francia assieme alla segretaria Nerina Zotti; in Francia nel 1934 si avvicinò al fascismo e fu informatore dell’OVRA. Nel 1938 tentò di rientrare in Italia passando dall’Algeria ma venne arrestato, condannato e poi deportato nel lager nazista di Dachau. Secondo alcune fonti Bucco non sarebbe sopravvissuto al lager mentre, come ricostruito da Steven Forti, Bucco nel dopoguerra si stabilì ad Algeri; rientrò in Italia all’inizio del 1953 e aderì alla DC.

 

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