AVELLINI, Mario

(Viggiù, 1901 – Porto Ceresio, 1933), meccanico, scalpellino

 

Residente alla Baraggia di Viggiù, schedato come socialista, divenne punto di riferimento per gli oppositori del regime che intendevano passare clandestinamente il confine con la Svizzera. Contrabbandiere, conosceva le montagne e i punti di passaggio delle rete di confine eludendo i controlli, compito assai rischioso che svolgeva con grande generosità ed una forte motivazione ideale.

Nella notte tra il 9 e 10 luglio 1930 venne arrestato dopo che, la sera precedente, un espatrio clandestino a Saltrio era finito nel sangue col ferimento mortale di un milite della Guardia di Finanza. Ettore Olgiati di Viggiù, uno dei quattro coinvolti nel fatto, aveva fatto il suo nome indicandolo come guida. Riconosciuto estraneo alla sparatoria, Avellini scontò un anno di carcere per favoreggiamento di espatrio clandestino. L’unico dei quattro che riuscì a varcare il confine fu l’anarchico individualista Eugenio Macchi.

In un telegramma cifrato inviato dal ministero dell’Interno ai prefetti del Regno il 6 aprile 1931 Avellini venne indicato come facente parte di un gruppo di potenziali attentatori contro personalità del regime capeggiato da Luigi Damonti e composto da Eugenio Macchi, Ettore Olgiati, Pietro Canavesi.

Alle 18 del 5 settembre 1933 Mario Avellini venne ucciso in un vero e proprio agguato all’Albero di Sella, in prossimità del confine con la Svizzera, da un milite della MVSN con l’anarchico Carlo Restelli, anch’esso abbattuto a fucilate, che accompagnava per tentare l’espatrio clandestino.

 

FONTI: Infinita tristezza. Vita e morte di uno scalpellino anarchico, PM; ASVa.    

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