Visioni di predominio

Germania, Ue,
Asia, Russia, USA,
materie prime, armamenti, alleanze

Visioni di predominio

   
Tesi GFP:

Interessi economici e strategici sia in Germania che in Russia
spingono ad un’alleanza economica e geopolitica per bilanciare la supremazia
americana.

Berlino spinge la UE a riformulare la politica di vicinanza
con la Russia, al fine di assicurare rapporti economici privilegiati alle
imprese tedesche escludendo la concorrenza interna in Europa .

La Germania però oscilla a seconda del bisogno tra veste euratlantica
e eurasiatica, mantenendo un ampio spazio di manovra alla politica e
all’economia tedesche.

   
In un documento di strategia
tedesco si afferma che la Germania vuole concludere un “patto” con Mosca per riservare
all’economia tedesca lo sfruttamento a lungo termine delle risorse russe,  e rendere possibile maggiori acquisizioni da
parte dei gruppi tedeschi nel settore del gas e del petrolio; le risorse russe
dovrebbero essere utilizzate anche militarmente in comuni operazioni belliche
in paesi terzi (truppe di stabilizzazione); il patto dovrebbe favorire la
«trasformazione della Russia» secondo i desideri della Germania, “cambiamento
tramite l’avvicinamento”.

   
L’aperto riferimento ad una doppia
tattica nei rapporti con Mosca offre alla politica e all’economia tedesche il
più ampio spazio di manovra possibile: ad Ovest per il timore di un’alleanza
russo-tedesca, ad Est per l’accenno a capacità sovversive.

   
L’incertezza che ne deriva
riguardo alle motivazioni reali del vicino tedesco consente a Berlino un veloce
cambiamento tattico e un’ampia politica di altalena, una volta tinteggiata da
eurotlantica, una volta da eurasiatica.

   
I legami russo-tedeschi devono
divenire “irreversibili”  e portare ad
una «grande Europa». Berlino risponde in tal modo agli inviti di Mosca di forgiare
un’alleanza euro-asiatica. Per Igor Maximytshev, dell’Istituto Europa
dell’Accademia russa delle scienze, “oggettivamente” Russia e Germania si
completano a vicenda, e di conseguenza una stretta cooperazione in politica
estera ed economica sarebbe per i due paesi la scelta migliore».

   
Mosca dà le dimensione di questa
alleanza riferendosi ai suoi legami geo-politici nel Nord Asia, da Vladivostok
fino ai confini con a Cina, la Corea e indirettamente all’India.

   
L’Istituto di orientalistica
dell’Accademia russa delle scienze afferma che nella parte asiatica della
Russia sarebbe in costruzione un “triangolo geo-politico” verso cui si
sposterebbe il centro di gravità internazionale. Sarebbe al tramonto l’egemonia
dell’Occidente, l’euro-atlantismo. [Nach dem Euroatlantismus – Dopo
l’euro-atlantismo; RIA Novosti 30.06.2005]

   
La proposta di alleanza
russo-tedesca trova un netto consenso a Mosca, i gruppi russi degli armamenti
vogliono rafforzare la cooperazione già in corso con i leader tedeschi del
settore.

   
Frazioni del Cremlino il cui
potere è in aumento ripongono le proprie speranze su Berlino e sulla
trasformazione degli interessi economici tedschi in una comune geo-politica. La
Russia farebbe da mediatrice tra l’Atlantico e il Pacifico, ma per la creazione
di uno spazio strategico unitario la Russia ha bisogno di alleanze: Germania
(+Francia) ad Ovest, Cina (e India) nel Pacifico. I geo-politici “eurasiatici
fanno espressamente riferimento aall’ideologia e ai protagonisti
nazional-socialisti: il modello economico sarebbe quello del capitalismo con
anima nazionale e volto socialista,

   
 sollecitano il collegamento di operazioni di
politica estera che potrebbe portare alla creazione di una potenza
euro-asiatica per controbilanciare gli USA, un progetto condiviso e sostenuto
finanziariamente ed organizzativamente dal presidente Putin e che trova seguaci
anche a Berlino.

   
Come dichiarato dal ministro
Esteri tedesco, Steinmeier, la Germania intende “riformulare” la politica
orientale della UE, utilizzando il suo semestre di presidenza UE, dato che la
Germania si trova dinanzi alla porta di casa una “area dinamica economica”: «Basta
solo guardare a 80 km. verso Est. Ogni giorno si formano lunghe code di camion
sul confine con la Polonia con merci provenienti da e prodotte in Germania»;
Steinmeier accenna anche all’importazione di forza lavoro est-europea in
Germania… che svolge a prezzo conveniente tutta una serie di lavori
artigianali.

Nonostante gli obiettivi geo-politici dichiarati
nella politica estera russa, gli ambienti economici tedeschi continuano a dire
che Mosca è vista come partner concorrenziale.

Il presidente dell’Ostausschuss der Deutschen
Wirtschaft – Comitato orientale dell’economia tedesca, Mangold, riferisce a di
importanti progetti comuni nell’industria dell’alluminio, acciaio, aeronautica
e spaziale, uno dei maggiori esempi sarebbe la cooperazione tra EADS e il
settore aerospaziale russo.

In occasione della mostra di Berlino sul settore
aerospaziale del maggio 2006, le imprese degli armamenti russe "Rosoboronexport"
e "Roskosmos", lAgenzia federale russa dello spazio hanno concluso
numerosi accordi di cooperazione. Tra i più importanti espositori anche il
costruttore russo di caccia Suchoi e Irkut.

Grazie alla concentrazione statale dell’industria
degli armamenti russa il gruppo europeo degli armamenti EADS diverrà presto
«uno dei maggiori partner russi» (Agenzia di informazione di Mosca RIA Novisti.

La loro cooperazione ha già portato
all’ottimizzazione in iniziative militari in paesi terzi: per il trasporto di
truppe ed armi in Afghanistan o Congo la Bundeswehr ha utilizzato l’aereo russo
Antonov 100-24 (da Lipsia), pagando diverse centinaia di euro alla società
russo-ucraina “Volga-Dnepr”.

Anche reparti del ministero della Difesa tedesco
accolgono favorevolmente la cooperazione russo-tedesca sugli armamenti, sulla
rivista Eurasische Magazin parlano di incentivare le “opportunità di una
cooperazione dei paesi eurasiatici allo scopo di contenere il predominio degli
USA nella politica internazionale». Tra gli autori il prof Oschlies, che ha in
precedenza collaborato alla think tank tedesca SWP.

German
Foreign Policy     06-09-07

Herrschaftsvisionen

07.09.2006

BERLIN/MOSKAU/WLADIWOSTOK/LEIPZIG

(Eigener Bericht) –

   
Berlin verordnet der EU eine neue
"Nachbarschaftspolitik" mit Russland. Ziel ist die Festigung
privilegierter Wirtschaftsbeziehungen deutscher Unternehmen bei Ausschaltung
innereuropäischer Konkurrenz.

   
Sämtliche EU-Staaten müssten die
"Neuformulierung ihrer Ostpolitik" hinnehmen und unter deutscher
EU-Präsidentschaft im kommenden Jahr umsetzen, verlangt Außenminister
Frank-Walter Steinmeier (SPD).

   
In einem aktuellen
Strategiepapier, das im Auswärtigen Amt kursiert, heißt es ergänzend,
Deutschland wolle ein "Abkommen" mit Moskau schließen, um die
russischen Ressourcen auch militärisch zu nutzen – bei gemeinsamen
Kampfeinsätzen gegen Drittstaaten ("Stabilisierungstruppen").

   
Die deutschen Bündnisinteressen
stoßen in Moskau auf entschiedenen Zuspruch. Russische Rüstungsunternehmen
kooperieren erfolgreich mit deutschen Branchenführern und wollen die
Zusammenarbeit ausbauen.

   
Durch Bündelung außenpolitischer Operationen könne eine
"euro-asiatische" Macht entstehen und die USA in die Schranken weisen
werben einflussreiche Fraktionen im Kreml.
Die
deutsch-russischen Weltmachtvisionen werden von Präsident Putin geteilt und
finden auch in Berlin Anhänger.

Wie der deutsche Außenminister in der vergangenen
Woche erklärte, will die Bundesregierung eine "Neuformulierung"
[1] der EU-Ostpolitik erreichen
. Dies müsse unter der Berliner
EU-Präsidentschaft im kommenden Frühjahr geschehen, da Deutschland ein
"dynamisches Wirtschaftsgebiet" vor der Tür liegen habe: "Wir
brauchen doch bloß 80 Kilometer von hier Richtung Osten zu schauen! Jeden Tag
stehen die Lastwagen an der Grenze zu Polen in langen Warteschlangen. Sie alle
haben Waren aus Deutschland dabei, die hier bei uns hergestellt, umgeschlagen
und verpackt worden sind", begründete Steinmeier seine europäischen Nachbarschaftsziele.
Ebenfalls Erwähnung fand der Import osteuropäischer Arbeitskräfte nach
Deutschland. Laut Steinmeier "weiß" jeder, der "hier in Berlin eine
Wohnung tapezieren oder eine Wand versetzen muss (…): Am günstigsten geht das
mit einem Osteuropäer."[2]

Visionen

Die populären Formulierungen übersetzt der
Planungsstab des Auswärtigen Amtes (AA) in Zielprojektionen der deutschen
Ostpolitik, die seit wenigen Tagen in Umlauf gebracht werden.[3]

   
Im Mittelpunkt steht das Berliner
Interesse, die russischen Energieressourcen langfristig für die deutsche
Wirtschaft zu reservieren und größere Übernahmen deutscher Unternehmen im
russischen Erdgas- und Erdoelsektor zu ermöglichen. Dies sei ein
"Kernelement" der angestrebten "strategischen
Partnerschaft" mit Moskau, heißt es in dem AA-Papier. Die
deutsch-russische Verflechtung müsse "irreversibel" gemacht werden
und zu einem "größere(n) Europa" führen – offenkundige Anklänge an
germano-slawische Herrschaftsvisionen.

Niedergang

   
Damit entspricht Berlin lauter
werdenden Einladungen aus Moskau, eine euro-asiatische Allianz zu schmieden
. "Objektiv gesehen", lockt man im Europa-Institut der
Russischen Akademie der Wissenschaften, "ergänzen Russland und Deutschland
einander, so dass eine denkbar enge außenpolitische und außenwirtschaftliche
Zusammenarbeit für sie die beste Wahl wäre".[4]

   
Um die Dimension dieses
Bündnisses
aufzuzeigen, weist Moskau auf seine geopolitischen
Verbindungen nach Nordostasien
hin – sie reichen bis Wladiwostok und
grenzen an China, Korea und (mittelbar) an Indien. Im asiatischen Teil
Russlands sei ein "geopolitisches Dreieck"
[5] im Aufbau, zu dem
sich der Schwerpunkt des Weltgeschehens verlagere
, kündigt das Institut
für Orientalistik der Russischen Akademie der Wissenschaften an.
Die Hegemonie
des Westens, ein Bündnis amerikanischer und europäischer Eliten
("Euroatlantismus"), befinde sich im Niedergang.

National und sozialistisch

   
Exponenten einer mächtiger
werdende Fraktion der russischen Außenpolitik setzen ihre Hoffnungen auf Berlin
und die Transformation deutscher Wirtschaftsinteressen in gemeinsame
Geopolitik. Demnach kommt Russland die Rolle eines Mittlers zu, der zwischen
Atlantik im Westen und Pazifik im Osten Brückenfunktionen wahrnehmen muss. Bei
der Bildung eines "einheitlichen strategischen Raumes, der Europa und
Asien miteinander verbindet" [6], "braucht" Russland
"Allianzen": Deutschland (plus Frankreich) auf atlantischer Seite,
China am Pazifik (und Indien).

   
Das in diesem "Raum"
probate Wirtschaftsmodell "ist Kapitalismus mit nationaler Seele und
sozialistischem Gesicht
" – die "euroasiatischen"
Geopolitiker beziehen sich ausdrücklich auf NS-Ideologeme und deren Protagonisten:
"Vorbilder und Gewährsleute" [7] sind deutsche "Raum"-
oder "Volks"-Theoretiker wie Karl Haushofer [8] und Carl Schmitt

[9].

   
Nach undementierten
Presseberichten [10] erfreut sich die Partei der Eurasier "großzügiger
finanzieller und organisatorischer Unterstützung des Putinschen
Präsidialamtes".

Rüstungsgeschäft

Trotz der geopolitischen Ziele der russischen
Außenpolitik hebt die deutsche Wirtschaft immer wieder hervor, dass sie
Moskau als konkurrenzlosen Partner ansehe
– wegen bester
Geschäftsaussichten. In einem Interview mit der "Nesawissimaja
Gaseta" [11] verweist

   
Dr. Klaus Mangold, der Vorsitzende
des Ostausschusses der Deutschen Wirtschaft, "auf wichtige gemeinsame
Projekte in der Aluminium-, der Stahl- sowie in der Flugzeug- und der
Raumfahrtindustrie. Ein herausragendes Beispiel dafür sei die Zusammenarbeit
zwischen EADS und der russischen Luft- und Raumfahrtbranche." Mangold
deutete damit auf einen beunruhigenden Aspekt der deutsch-russischen
Sonderbeziehungen hin: das gemeinsame Rüstungsgeschäft.

Billigung

Anlässlich der Berliner Luftfahrtausstellung
(ILA) im Mai 2006 konnten das staatliche russische Waffenunternehmen
"Rosoboronexport" und "Roskosmos", die "Russische
Föderale Raumfahrtagentur", umfangreiche Kooperationsaufträge zeichnen. Zu
den erfolgreichen Ausstellern gehörten auch die russischen Jagdflugzeugbauer
"Suchoi" und "Irkut".

Durch staatliche Konzentration der russischen
Rüstungsindustrie werde der westeuropäische Waffenkonzern EADS sehr bald
"einen würdigen und gleichwertigen russischen Partner bekommen" [12],
rühmt die Moskauer Nachrichtenagentur RIA Novosti die militärpolitische
Angleichung der früheren Systemgegner.

   
Deren Zusammenarbeit führt bereits
jetzt zu Optimierungen bei kriegerischen Interventionen in Drittstaaten: Für
den Truppen- und Waffentransport nach Afghanistan oder in den Kongo bedient
sich die Bundeswehr des Großraumtransporters Antonow 100-24 (Standort: Leipzig)
und zahlt dafür mehrere hundert Millionen Euro an die russisch-ukrainische
"Volga-Dnepr-Group".[13] Das Geschäft habe "die Billigung der
höchsten Spitzen im Kreml", heißt es in einem Protokoll, das dieser
Redaktion vorliegt.

Bewährtes Konzept

   
Auch Abteilungen im deutschen
Bundesministerium der Verteidigung (BMVg) begrüßen die deutsch-russische
Waffenbrüderschaft und können sich auf Vorposten der deutschen Außenpolitik
berufen. Sie publizieren unter anderem im "Eurasischen Magazin", um
"Chancen einer Zusammenarbeit eurasischer Staaten" zu fördern [14] –
"mit dem Ziel, die dominante Stellung der USA in der internationalen
Politik zu mäßigen". Zu den Autoren und Mitarbeitern gehört unter anderem
Prof. Dr. Wolf Oschlies, früher an der Berliner "Stiftung Wissenschaft und
Politik" (SWP) tätig, einer Forschungseinrichtung, die das
Bundeskanzleramt finanziert. Aber während die Eurasier das machtpolitische
Bündnisspiel zwischen Berlin und Moskau ideell überhöhen und an eine
"euro-asiatische Ethik" [15] glauben wollen, setzt die deutsche
Außenpolitik auf ihre traditionellen Mittel – Zuckerbrot und Peitsche. Wie es
im jetzt vorliegenden AA-Papier heißt, solle das "Abkommen" mit Moskau
"den Wandel Rußlands (…) fördern" [16] – nach deutschen
Vorstellungen. Um zur "demokratischen Entwicklung des postsowjetischen
Raums" beizutragen, werde Berlin die "moderne Interpretation"
eines "bewährten Konzepts" anwenden. Es war bei der langsamen Auflösung
des früheren Sowjetblocks hilfreich und wird von den AA-Autoren wortgleich auf
die heutige Moskau-Politik übertragen: "’Wandel durch Annäherung’."

Taktische Wechsel

Der offene Bezug auf doppelbödige Taktiken im
Verkehr mit Moskau soll dem Auswärtigen Amt sowie der deutschen Industrie
größtmöglichen Spielraum verschaffen: Im Westen durch Ängste vor einem
deutsch-russischen Bündnis, im Osten durch Hinweise auf subversive Fähigkeiten.
Die dadurch entstehende Unsicherheit über die tatsächlichen Motive des
deutschen Nachbarn erlaubt Berlin schnelle taktische Wechsel und eine beliebig
ausgreifende Schaukelpolitik – mal euroatlantisch, mal eurasisch gefärbt.

Bitte lesen Sie auch Raum, Volk, Imperium – fünf
Prinzipien der eurasischen Parteigänger.

[1],
[2] Rede des Bundesministers des Auswärtigen, Dr. Frank-Walter Steinmeier, zum
35-jährigen Gründungsjubiläum der Heinz-Schwarzkopf-Stiftung am 30. August 2006
in Berlin

[3] Berlin schlägt in der EU-Rußlandpolitik
"Annäherung durch Verflechtung" vor; Frankfurter Allgemeine Zeitung
04.09.2006. Steinmeier will Russland enger an EU binden; N24 31.08.2006

[4] Igor Maximytschew (Europa-Institut der
Russischen Akademie der Wissenschaften): Gerhard Schröder in Russland; RIA
Novosti 30.03.2006

[5] Nach dem Euroatlantismus; RIA Novosti
30.06.2005

[6] Kai Ehlers: Vom Think-Tank zur politischen
Kraft?; Die Gazette 05.07.2002

[7] Felix Philipp Ingold: Nach dem Untergang des
Abendlandes; Frankfurter Allgemeine Zeitung 23.08.2006

[8] Informationen über Haushofer finden Sie in
unserer Rubrik Geschichte.

[9] Informationen über Schmitt finden Sie in
unserer Rubrik Geschichte.

[10] Kai Ehlers: Vom Think-Tank zur politischen
Kraft?; Die Gazette 05.07.2002

[11] Klaus Mangold: Russland bleibt vorrangiger
Wirtschaftspartner; RIA Novosti 30.01.2006

[12] Russlands Luft- und Raumfahrt haben Berlin
begeistert; RIA Novosti 27.05.2006

[13] Lesen Sie dazu unser EXTRA-Dossier Drehkreuz
Leipzig.

[14] Eurasien in der Diskussion; Eurasisches
Magazin 21.05.2003

[15] Kai Ehlers: Vom Think-Tank zur politischen
Kraft?; Die Gazette 05.07.2002

 

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