Venerdì 11 aprile: lo sciopero del SI Cobas, una giornata di lotta importante

Con una decisione coraggiosa, dati i tempi, data la perdurante stasi delle lotte operaie, data la totale latitanza di tutte le altre componenti del cosiddetto “sindacalismo di base”, il SI Cobas aveva indetto per venerdì scorso una giornata di sciopero generale, nella quale ha combinato tra loro alcune rivendicazioni fondamentali in materia di salari, orario, blocco dei licenziamenti e delle delocalizzazioni, e la forte denuncia del genocidio in Palestina, della corsa al riarmo e alla guerra dei capitalisti, del decreto-“sicurezza” appena varato dal governo Meloni.

La scelta della giornata dell’11 aprile era stata fatta per favorire la partecipazione alla manifestazione nazionale di ieri a Milano, per la Palestina, per fermare la guerra e la repressione statale, e per dare il massimo rilievo ad essa.

Questa coraggiosa decisione è stata coronata da un indubbio successo: bloccato l’interporto di Bologna, bloccati i porti di Genova e di Napoli, bloccata la Maersk di Rubiera (Reggio Emilia, ha organizzato il blocco il SI Cobas di Modena), il presidio sotto la prefettura di Torino, una pluralità di magazzini della logistica bloccati a Milano, Pavia, Novara, Firenze, e di sicuro la lista è incompleta. Lo sciopero è stato effettuato anche in imprese metalmeccaniche e chimiche, mentre non lo si è potuto fare nella scuola per la regola spezza-scioperi della “rarefazione” – puoi fare sciopero solo ad una certa distanza di tempo da quello precedente.

La riuscita dello sciopero si deve alla presenza nel SI Cobas di un settore particolarmente combattivo di proletari di molte nazionalità, che tiene fermo il punto nonostante i colpi subiti dalla repressione e i ricatti padronali, e all’impegno continuo di un nucleo di compagni e compagne che hanno portato e continuano a portare nel SI Cobas il punto di vista, la politica, il sentimento dell’internazionalismo proletario autentico. La solidarietà attiva con il popolo e la resistenza palestinese vive solo grazie alla stretta unità di questi due fattori – che manca totalmente nel resto del sindacalismo di base.

Tanto la Rete Libere/i di lottare, quanto noi stessi, avevamo fatto appello agli altri sindacati di base (di base?) e a chi nella Cgil afferma di non condividere la totale indifferenza verso la causa palestinese, il totale silenzio sull’efferato genocidio in atto a Gaza, da parte delle strutture della Cgil. Ma non è accaduto nulla che rompesse la loro prassi. Non confondiamo gruppi dirigenti e iscritti, non cesseremo di pungolare questi ultimi, ma il quadro – al momento – è desolante.

La stessa cosa può dirsi della cd. Rete antisionista e dei Comitati No Nato – decine di siti a disposizione, decine di professionisti della chiacchiera “anti-imperialista”, ma sul campo, quando si tratta di battersi davvero, dove sono questi kampisti ? (Chiamiamo così i sostenitori aperti o coperti di Russia, Cina, Iran come “alternativa” capitalista-imperialista da sostenere contro l’Occidente perché progressiva e comunque dalla parte dei popoli oppressi. Davvero????) Su questo dato di realtà confermato per l’ennesima volta in questo giorno di lotta, una riflessione in più tocca anche alle organizzazioni palestinesi. L’internazionalismo vero è una discriminante importante, non solo ideale, ma pratica, concretissima.

In diversi casi, a cominciare dal blocco del porto di Genova, è stato valido, nelle azioni di lotta, l’apporto dei solidali – non vogliamo affatto dimenticarlo.

Qui di seguito un po’ di documentazione (anche fotografica) sulla giornata di venerdì 11.

All’Interporto di Bologna, con la presenza dei GPI

Al varco Bausan del porto di Napoli

CONTRO GUERRA, STATO DI POLIZIA E SALARI DA FAME: BLOCCATO IL PORTO DI NAPOLI!!!

Dalle 7 di stamane oltre un centinaio di lavoratori SI Cobas e solidali in occasione dello sciopero generale hanno bloccato il varco Bausan, principale via d’accesso al Porto di Napoli.

Questa è la nostra risposta all’infame DL sicurezza che si propone esplicitamente l’obiettivo di reprimere pesantemente le lotte dei lavoratori.

In presidio con noi anche disoccupati 7 novembre e i Giovani Palestinesi, con i quali domani il SI Cobas sarà in piazza a Milano.

La giornata di lotta di oggi riveste una valenza particolare, poiché proprio in queste ore il ministro fascista Piantedosi è a Napoli in occasione del vertice “Med 5”: un’occasione in più per ribadire con la lotta la nostra radicale opposizione alla guerra, all’economia di guerra, ai salari da fame e alle politiche antiproletarie di macelleria sociale .

Solo la lotta paga!

SI Cobas Napoli

Napoli, solidarietà ad Anan, Ali e Mansour

Blocco al porto di Genova

GENOVA: DETERMINATA GIORNATA DI SCIOPERO GENERALE NEI MAGAZZINI, IN PORTO E IN CITTÁ! DOMANI TUTTI A MILANO!

Dopo i picchetti della notte, centinaia di lavoratori, studenti attivisti hanno partecipato, all’interno della giornata di sciopero generale lanciata dal S.I. Cobas, all’iniziativa cittadina che partendo dal blocco del varco Albertazzi del Porto di Genova, ha poi espresso un corteo determinato che dai varchi portuali ha attraversato le vie del quartiere di Sampierdarena, costringendo la chiusura, almeno temporanea, delle principali arterie viarie, tra cui un’entrata della Sopraelevata e l’ingresso autostradale di Genova Ovest.

Un’iniziativa determinata che certo ha denunciato la corsa al riarmo, l’aumento della spesa militare e l’imposizione di una vera e propria economia di guerra, ma che, proprio nella giornata in cui il Presidente Mattarella ha definitivamente firmato il nuovo decreto “sicurezza”, ha saputo anche indicare una pratica, quella della lotta, dello sciopero, del blocco che si pone come obiettivo l’interruzione almeno per una giornata delle principali filiere produttive e logistiche che quotidianamente sfruttano i lavoratori e sono organiche alla preparazione della guerra e del riarmo!

Se è vero che la guerra comincia da qui e che i “nostri” padroni e governi sono complici di questa tendenza e dei massacri che si perpetrano dalla Palestina all’Ucraina, volti a depredare e spartirsi quei territori; allora è anche da qui che dobbiamo iniziare a organizzarci e lottare!

Per questo abbiamo bloccato alcuni snodi della logistica della cittá, per questo abbiamo voluto fare partire l’iniziativa di oggi dal porto di Genova, fondamentale snodo logistico al cui interno transitano armi e materiali per i principali scenari di guerra, per questo abbiamo sfilato accanto alla Stazione ferroviaria di Sampierdarena, oggetto di lavori per implementare il trasporto militare tramite ferrovia e binari.

L’intensa e convinta partecipazione di tanti lavoratori e lavoratrici alla nottata di picchetti e al corteo cittadino, indicano la direzione lungo la quale occorre lavorare per costruire un fronte largo di classe che possa essere riferimento reale per tutte le classi subalterne nella battaglia contro guerra, riarmo, repressione e per aprire una nuova stagione di lotta che imponga gli interessi proletari, a partire dal tema salariale!

Domani saremo nuovamente in piazza per partecipare alla manifestazione nazionale che si terrá nel pomeriggio a Milano, contro la guerra, il genocidio in Palestina e contro il governo Meloni!

Avanti!

SI Cobas Genova

Torino, presidio davanti alla prefettura contro il governo anti-operaio delle destre, complice del genocidio in Palestina, in prima fila nella corsa al riarmo e all’intensificazione della repressione

Stamane per lo sciopero generale dai luoghi di lavoro abbiamo raggiunto il centro città per manifestare con un presidio in piazza Castello davanti alla prefettura:

– contro riarmo e decreti sicurezza

– per forti aumenti di salario e riduzione dell’orario di lavoro

– contro genocidio, guerre e invio di armi e soldati

– per solidarietà con la resistenza del popolo palestinese

– per la libertà sindacale con il diritto di sciopero e manifestazione

– per il riconoscimento del SI Cobas nella contrattazione nazionale a partire dal settore logistica e trasporti

Aggravandosi la crisi internazionale e peggiorando l’andamento economico, aumenta la tendenza alla guerra mondiale, per cui anche in Italia governo e padroni accelerano la preparazione dell’economia di guerra: ovvero bassi salari, precarietà, licenziamenti, cassa integrazione, aumento di ritmi e carichi di lavoro, violazioni della sicurezza, minori servizi sociali, più controllo e repressione contro dissenso e protesta.

Per costruire l’opposizione all’economia di guerra, anche oggi abbiamo protestato come lavoratori, operai, disoccupati, precari e studenti uniti in presidio per:

– denunciare il colpo di mano del governo che ha usato la procedura di emergenza approvando il decreto sicurezza Meloni-Mattarella

– ricordare le responsabilità del governo Meloni come di tutti i precedenti governi (di qualunque colore politico) nel sostegno al grande interesse economico: favorendo sia la “guerra esterna” dell’imperialismo italiano, sia “la guerra interna” contro tutte le lotte in particolare colpendo i picchetti operai e attaccando i diritti di lavoratori immigrati, giovani e donne

– ribadire l’urgente necessità dell’unità di tutte le lotte per la difesa del nostro interesse immediato con miglioramenti delle condizioni di vita e lavoro

– rilanciare le rivendicazioni di lotta economica e politica dello sciopero generale portando avanti un lavoro quotidiano per la ricomposizione di classe dal basso e l’organizzazione della classe lavoratrice favorendo una prospettiva anticapitalista e internazionalista

Durante il presidio, una delegazione degli scioperanti é stata ricevuta in prefettura per riportare quanto sopra chiedendone comunicazione al governo: appena possibile forniremo una sintesi dell’incontro i cui contenuti sono peraltro già stati riportati direttamente dai compagni della delegazione una volta ridiscesi in piazza.

É importante continuare la mobilitazione con l’attivazione dai luoghi di lavoro ai quartieri delle città, anche a Torino preparando ulteriori azioni di protesta per allargare e intensificare la protesta contro riarmo, decreti sicurezza e bassi salari rafforzando un’opposizione efficace all’economia di guerra.

A seguito di questa intensa giornata di lotta di classe che con lo sciopero generale dei lavoratori dal porto di Genova all’interporto di Bologna, dai magazzini di Milano al porto di Napoli ha fatto male al grande interesse economico di questo sistema in crisi storica: siamo ancora piú pronti per la manifestazione nazionale di domani a Milano contro guerre ed economia di guerra, per la Palestina libera e la fine di invio di armi in Ucraina!

Chi tocca uno tocca tutti

Il nemico é in casa nostra

SI Cobas Torino