La volontà politica, ad ogni piè sospinto ribadita dai rappresentanti delle forze europeiste, di rafforzare la coesione dell’Unione Europea per consentire alla UE di confrontarsi con gli altri imperialismi viene ad ogni passo contrastata dagli interessi nazionali. Un conflitto che emerge, oltre che nel campo di una politica estera, anche per il progetto di una forza militare europea, e ancora prima negli accordi per il settore degli armamenti, un settore strategico nella contesa globale, e in particolare per superamento della dipendenza militare dagli Stati Uniti.
L’americano Trump chiede che gli europei si facciano maggiormente carico delle spese della NATO (obiettivo 2% del loro PIL) contando sul fatto che così compreranno armi americane.
E i paesi UE appartenenti alla Nato hanno sì aumentato la spesa militare, (+4,2% nel 2018), ma su progetti per sviluppare una propria capacità autonoma (non si sa mai…).
Però, come per la politica estera, anche per gli armamenti la UE non marcia assieme. Infatti sono in corso di studio e sviluppo due progetti principali: il franco-tedesco FCAS (cui potrebbero unirsi Spagna e Belgio, ma che vede uno scontro non risolto su come distribuire i pesi) e l’italo-britannico Tempest…
Non è la prima volta che in campo aerospaziale l’Italia sceglie alleati anglosassoni (Leonardo UK ha quasi 8000 dipendenti in Gran Bretagna, linee industriali che producono armi d’eccellenza vendute in tutto il mondo, e ricavi per 2,3 miliardi di sterline, e si capisce perché la Lega di Salvini ha un rapporto speciale con questo gruppo degli armamenti). Le decisioni saranno politiche, e rifletteranno lo stato della disunità europea.
Accordi franco-tedeschi per il futuro … sistema di combattimento aereo
Germania e Francia stanno portando avanti lo sviluppo e la costruzione di un nuovo sistema di combattimento aereo, il Future Combat Air System, FCAS.
Il primo modello del nuovo aereo da guerra è stato presentato in occasione della maggiore esposizione mondiale dell’aerospaziale a Le Bourget (nordovest di Parigi). Il sistema FCAS – che include anche droni e sciami di droni, e il collegamento a satelliti e velivoli da ricognizione – si centra su questo aereo di sesta generazione.
Dal 2040 il FCAS dovrebbe sostituire l’Eurofighter e il francese Rafale, e secondo Berlino sarà il sistema di combattimento aereo fondamentale delle forze armate europee, e potrà essere utilizzato nelle guerre in tutto il mondo. I suoi costi sono altissimi, si parla di 100 miliardi di euro.
La capacità di sviluppare e produrre sistemi di combattimento aereo avrebbe un ruolo chiave per garantire l’autonomia militare europea. Ma dati i grossi investimenti necessari, dice DGAP, Società Tedesca per la Politica estera, una grossa parte dei costi dovrà essere trasferita a stati terzi tramite le future esportazioni del sistema di combattimento aereo. Il che può collidere con le limitazioni tedesche all’esportazione di armi.
Dato che che la legge tedesca pone limiti (vieta) l’export a paesi in guerra, la Francia, preoccupata dei danni che ne potrebbero derivarne per il progetto comune FCAS, ha chiesto come precondizione all’accordo un ammorbidimento delle disposizioni tedesche per l’export di armamenti.
Nuovo passo dell’accordo su FCAS e scontri per la spartizione industriale
A febbraio il governo tedesco aveva preparato le premesse finanziarie al progetto con la decisione di aumentare il bilancio militare quasi del 50% nei prossimi 5 anni, dagli attuali 43,2 MD di € a 60 MD di €, portandolo all’1,5% del PIL entro il 2024. Ufficialmente la decisione è giustificata con la richiesta dell’Amministrazione americana di portare al 2% la spesa militare dei membri Nato. In realtà l’aumento della spesa militare tedesca serve a creare una base di industria militare indipendente dagli Stati Uniti. Il 17 giugno Germania e Francia hanno siglato nuovi accordi su FCAS, riguardanti tra l’altro le strutture di gestione, e la formale integrazione della Spagna nel progetto, a cui partecipavano solo Berlino e Parigi. Anche il Belgio sta pensando di entrarne a far parte.
La direzione dei lavori per l’aereo da guerra è assegnata al gruppo francese Dassault, mentre il sistema complessivo, in combinazione con droni, sciami di droni e altre attrezzature, sarà sotto la guida di Airbus Defense & Space con sede in Germania, a Ottobrunn vicino a Monaco.
Berlino teme che Parigi venga troppo favorita con l’aereo da combattimento. Così, per assicurarsi che le nuove tecnologie che verranno sviluppate come pure i profitti imprenditoriali siano almeno per la metà tedeschi, la Commissione bilancio del parlamento tedesco ha impegnato il governo a imporre che il 50% delle commesse industriali siano assegnate alle imprese tedesche. La delibera della Commissione dice che la costruzione del FSCAS deve essere fatta da «una struttura industriale con sede in Germania», per «consolidare il sistema industriale del paese».
La lotta per l’influenza tra Germania e Francia su FCAS è aggravata dal conflitto sul nuovo carro armato tedesco-francese e sul sistema ad esso collegato, il Main Ground Combat System (MGCS), per il quale la Germania ha la direzione industriale.[1]
Il carro armato sarà sviluppato dalla joint venture franco-tedesca KNDS creata allo scopo tra il gruppo tedesco Kraus-Maffei Wegman (KMW) e il francese Nexter. Il peso economico dei due gruppi è equiparabile.
Da qualche tempo però, anche un altro gruppo tedesco, Rheinmetall, cerca di ottenere una maggiore partecipazione al progetto – forte del fatto che si è conquistato la maggioranza di una nuova joint venture con il settore veicoli da terra del gruppo britannico BAE System, e che sta per acquisire la leadership nella costruzione di carri corazzati e veicoli militari europei.
La Francia è decisamente contraria all’ingresso di Rheinmetall perché, dato il suo peso, Rheinmetall sposterebbe l’equilibrio a suo sfavore, e con questo muterebbe la spartizione degli enormi profitti previsti dal nuovo carro armato e dal sistema MGCS, con un fatturato di oltre 100 miliardi previsto per fino al 2050 per il mercato europeo.
In assenza di un accordo su MGCS, la commissione bilancio del Bundestag chiede che l’aereo da guerra franco-tedesco venga congelato, e che il Bundestag[2] non decida nulla per FCAS.
Fratture interne alla UE – UK e fedeltà agli USA
La lite tra Germania e Francia sui vantaggi industriali nazionali, legati al massiccio armamento programmato per la UE, avviene mentre FCAS deve affrontare nuovi concorrenti.
Sette paesi europei hanno già deciso di non attendere FCAS[3] ma di acquistare gli F-35 dell’americana Lockheed Martin. Inoltre il britannico BAE Systems ha già iniziato a sviluppare un proprio aereo da combattimento di nuova generazione. Dal 2014 aveva lavorato al progetto con Dassault, ma nel 2018 è stato estromesso dall’affare da Airbus, a causa della prevista uscita della GB dalla UE, si disse.
Dopo di che BAE Systems assieme ad altri gruppi britannici e all’italiano Leonardo si sono assunti i lavori per un proprio sistema di combattimento aereo, “Tempest”, con caratteristiche analoghe al FCAS, ma che dovrebbe essere già utilizzabile prima, dal 2035. Anche la Svezia sta pensando di partecipare al progetto britannico. E a Parigi si dice che la ripresa della collaborazione con BAE Systems è ancora una possibile opzione. Se questo non accadesse, l’esclusione dei britannici da FCAS porterà solo svantaggi all’industria franco-tedesca, che dovrà dividersi il mercato europeo con la concorrenza britannica.
[1] L’MGCS è progettato come collegamento di diversi velivoli con equipaggio e senza e è centrato sul nuovo carro armato.
[2] Il 5 giugno, il parlamento tedesco (Bundestag) ha stanziato i primi 32,5 milioni di € per FCAS, la quota tedesca dei 65 milioni di € per lo studio di progetto, che verrà fatto da Dassault Aviation e Airbus Defence & Space.
[3] Belgio, Danimarca, Gran Bretagna, Italia, Olanda, Norvegia e Polonia