VINCENZO NIGRO
Italia e Usa convocano a Roma
Onu, Ue e arabi
È la più importante riunione sulla crisi dopo il G8 di San Pietroburgo
L´incontro fissato per mercoledì alla Farnesina
Non è prevista la partecipazione di Israele, di Hezbollah e della Siria
Merc. 26/7: conferenza a Roma per
preparare il cessate il fuoco e poi la pace in LIBANO, nata dai contatti
diplomatici fra ITALIA e USA.
Parteciperanno i paesi
del Core Group sul LIBANO (LIBANO,
USA, ITALIA, FRANCIA, GRAN BRETAGNA, RUSSIA, EGITTO, ARABIA SAUDITA, ONU,
UNIONE EUROPEA e BANCA MONDIALE), più GIORDANIA (richiesta dagli USA), GERMANIA
e SPAGNA (richieste dall’ITALIA).
Temi: risoluzione Onu 1559 (disarmo di Hezbollah e
dispiegamento dell´esercito libanese su tutto il LIBANO) e risoluzione 1680, (i
rapporti con la Siria).
I diplomatici italiani lavorano
alla possibile forza di pace da inviare in LIBANO.
ROMA – Mercoledì prossimo, mentre a Beirut si
continuerà a sparare, a Roma si inizierà a ragionare sul come fermare la
guerra. Alla Farnesina si terrà una Conferenza per il Libano: non sarà, non
potrà ancora essere una conferenza "di pace". Ma sarà il primo
incontro internazionale ad alto livello interamente dedicato alla crisi in Libano.
La notizia del vertice di Roma, del tutto a sorpresa, è stata data prima a
Washington da Condoleezza Rice e poi a Roma dal ministro degli Esteri Massimo
D´Alema, che è stato l´organizzatore della riunione. Il vertice è stato
proposto ieri mattina dalla Farnesina agli Usa «per provare a unificare le
iniziative di pace che gli Usa, l´Unione Europea e l´Onu stanno mettendo in
campo in queste ore», dicono al ministero degli Esteri, «e soprattutto per
evitare di girare intorno a una questione centrale, non rinviabile: quella di
aiutare immediatamente le popolazioni sottoposte ai bombardamenti, nonostante
gli scontri siano ancora in corso».
La riunione è stata costruita intorno a una formazione iniziale che è quella
del «Core Group sul Libano». Il Group unisce una serie di paesi interessati
alla stabilizzazione del Libano che si è riunito a New York per la prima volta
nel settembre del 2005. Ne fanno parte, oltre al Libano, Usa, Italia, Francia,
Gran Bretagna, Russia, Egitto, Arabia Saudita, Onu, Unione Europea e Banca
Mondiale. Il Core Group doveva preparare una "conferenza
internazionale sul Libano", che sarebbe servita a sostenere gli sforzi del
premier Fuad Siniora. Un aiuto al paese che stava provando a liberarsi dal peso
della presenza siriana dopo l´assassinio dell´ex premier Hariri e dopo la
"rivoluzione dei cedri" che aveva portato all´uscita dei siriani dal
paese.
«Adesso ci è sembrato che quella potesse essere l´ossatura su cui raggruppare i
paesi e le istituzioni interessate ad agire subito per il Libano», dicono alla
Farnesina. Tra l´altro il lavoro del gruppo sembra essere stato assolutamente
preparatorio alle decisioni che la comunità internazionale dovrà prendere nelle
prossime settimane: i temi affrontati sono quelli della risoluzione Onu 1559
(sul disarmo di Hezbollah e sul dispiegamento dell´esercito libanese su tutto
il territorio del paese) e della risoluzione 1680, quella che si occupa dei
rapporti con l´ex paese occupante, la Siria.
Nelle telefonate di ieri tra D´Alema e la Rice e negli incontri dei diplomatici
americani e italiani, è stato deciso di allargare il formato: gli Stati Uniti
hanno chiesto di far intervenire anche la Giordania, mentre l´Italia ha chiesto
l´intervento diretto di Germania e Spagna, i due grandi paesi europei che con
Francia e Gran Bretagna sono i principali protagonisti della partita in Medio
Oriente.
La Rice arriverà a Roma dopo aver visitato la regione, in particolare
Israele e la Palestina. I suoi obiettivi sono chiari: avviare una nuova fase
diplomatica che permetta comunque ad Israele di ridurre al massimo la minaccia
di Hezbollah. D´Alema sa benissimo che questo è l´interesse Usa, ma vuole
capire quanto tempo ci vorrà per avere il cessate-il-fuoco «e poi per passare
ad aiutare la popolazione libanese e ragionare sulla stabilizzazione della
regione». I diplomatici coordinati dall´ambasciatore Riccardo Sessa, i
responsabile della direzione Medio Oriente, stanno già lavorando
all´obiettivo finale della serie di riunioni che iniziano con la conferenza di
Roma: quello di creare una vera forza di pace, capace di intervenire in Libano,
schierandosi alla frontiera con Israele e lungo quella con la Siria, per
aiutare quel paese a trovare la pace. Il vero obiettivo di D´Alema.