UK e Francia forgiano un’alleanza militare/+ Wsj 101103 “Entente Frugale”: Deve esserci più Politica di Difesa che risparmi

Francia, GB, armamenti
Wsws 101104

UK e Francia forgiano un’alleanza militare

Julie Hylandoo
+ Faz   1011102/03

Gran Bretagna e Francia – Siglato ampio accordo militare, Johannes Leithäuser/ Accordo militare – un nuovo tentativo

+ Le Figaro   101103, Parigi e Londra sanciscono la loro “entente cordiale”, Isabelle Lasserre/

Accordo militare tra Parigi e Londra: gli inglesi scettici, Cyrille Vanlerberghe

+ Wsj 101103 “Entente Frugale”: Deve esserci più Politica di Difesa che risparmio di denaro, IAIN MARTIN

+ The Guardian        101027,

Le forze armate anglo-francesi progettano una maggiore cooperazione militare

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Wsws

– I trattati di Difesa e cooperazione nucleare siglati tra Francia e Gran Bretagna (GB) sono stati

o   definiti da Cameron[1] un “nuovo capitolo” nelle relazioni tra i due paesi, di forte rilievo la cooperazione per il nucleare (la tedesca Faz sottolinea però che riguarda solo test tecnici sui missili, e non le testate nucleari).

●    L’accordo franco-britannico – (siglato secondo Wsws senza  previa consultazione a livello Ue o con la Germania) – segnala tensioni crescenti in Europa e a livello internazionale.

– Storicamente le rispettive ambizioni imperialiste si sono dimostrate più spesso fonte di rivalità che di unità,

●    e anche ora, nonostante l’atmosfera celebrativa, tra GB e Francia permangono contrasti su diversi punti chiave, in particolare su:

o   1. direzione politica ed economica dell’Europa;

o   2. alleanza franco-tedesca;

o   3. relazioni speciali GB-Usa.

●    Londra individua l’occasione per distaccare Parigi da Berlino,

o   già segnalata con il rientro della Francia nella Nato, rilevante cambiamento strategico deciso da Sarkozy, più filo-Usa dei predecessori.

– MA Sarkozy: F. e GB hanno dimostrato che condividono una visione strategica, hanno una posizione comune sul rinnovamento della Nato; questo non significa che voglia dimenticare le relazioni con Berlino.

– L’impegno a favore di una cooperazione militare tra i due paesi, assunto nel 1998 dal primo ministro britannico Tony Blair e dal presidente francese, Jacques Chirac, fallì per le divergenze sul quadro strategico in cui inserirlo: European Defence Initiative o alleanza con Usa – e a seguito dell’appoggio della GB alla guerra e all’occupazione americana dell’Irak.

●    Il segretario britannico alla Difesa, Liam Fox, in un articolo sul Telegraph ha apprezzato la volontà di Sarkozy «di integrare maggiormente la Francia nella Nato», dichiarando che l’accordo franco-britannico non aveva nulla a che fare con «una maggiore cooperazione militare tramite la Ue. E non si tratta neppure di una spinta verso la creazione di una forza armata UE, alla quale siamo contrari. Serve a conseguire reali capacità e risultati tangibili – e a dimostrare che la cooperazione in Europa non deve sempre essere a livello UE, ma può essere realizzata su base bilaterale, da Stato a Stato.»

– USA: sembra che appoggino l’accordo franco-britannico, dopo aver lanciato avvertimenti contro tagli eccessivi al bilancio militare britannico, cosa che ha suscitato il timore tra le elite dominanti che gli Usa possano svincolarsi dall’Europa, ridimensionando anche le relazioni con la GB.

– Etienne Durand, dell’Institut Français des Relations Internationales : «la Francia sta accettando che la Germania non sia disposta a spendere di più per le capacità militari, e sta riconoscendo come improbabile, almeno per ora, che le strutture pan-europee di difesa servano a qualcosa di più della gestione di crisi a breve termine.» Poiché GB e Francia «non hanno la dimensione per muoversi in ‘a solo’ nel settore Difesa, la scelta che si pone è semplice: o intesa o svanire.

●    Al di là delle costrizioni di bilancio, l’obiettivo che GB e F si pongono è mantenere la l’impegno militare in tutto il mondo e in particolare in Afghanistan, dove forniscono rispettivamente il 2° e 4° maggior contingente.

●    GB e Francia, gli unici Stati in Europa con armi nucleari, e con un seggio permanente nel C.d.S. Onu, destinano alla spesa per la Difesa oltre il 2% della rispettiva spesa statale;

o   sommati assieme i due bilanci Difesa sono il 45% di quello UE; il 70% della spesa per ricerca e sviluppo UE;

o   le loro forze armate sono complessivamente la metà di quelle UE.

●    Londra e Parigi, consapevoli delle diminuite capacità militari[2] rispetto agli Usa e a paesi emergenti come la Cina, cercano l’integrazione delle rispettive forze per essere in grado di saziare i propri appetiti imperialisti, senza causare una rivolta popolare con ulteriori stanziamenti per la Difesa.

●    Hanno spinto per l’accordo GB-F i rispettivi gruppi della Difesa, avvertendo del rischio di venire sconfitti da altri paesi e gruppi, in particolare per i sistemi senza equipaggio:

o   il britannico BAE Systems e il francese Dassault Aviation, prima del vertice franco-britannico, temendo che a causa dei tagli alla spesa i governi europei acquistino equipaggiamenti da gruppi Usa, anziché europei: ineludibile per rimanere della partita lo sviluppo di Male (medium altitude long range, aereo di lungo raggio a media altitudine e di un aereo da combattimento senza equipaggio.

– Il documento per la Difesa del governo britannico si impegna a “procurare una flotta dei più potenti sottomarini nucleari … in grado di operare segretamente, … lanciare missili Tomahawk contro obiettivi a terra, individuare e attaccare altri sottomarini e navi per mantenere aperte le rotte marittime, proteggere da deterrente nucleare …”

– Sarkozy e Cameron si sono dati da fare per assicurare che non ci sarà diminuzione della sovranità nazionale o condivisione di sistemi d’arma; il ministro francese Difesa, Hervé Morin ha dichiarato che GB e F non potranno chiedere di utilizzare la portaerei dell’altra nazione “in caso di conflitto o crisi in cui i rispettivi interessi divergano”.

– L’accordo è stato siglato dai conservatori, tradizionalmente i più euroscettici; leader Tories hanno difeso l’accordo in quanto in difesa degli interessi nazionali britannici.

Tagli per la Difesa:

– Francia: per il periodo 2012-2015 previsto aumento max. in termini reali della spesa per la Difesa dell’1%;

– GB: recente documento per la Difesa e la sicurezza, prevede -8%; personale della Difesa -17 000.

o   F. e GB. potranno mantenere una sola portaerei ciascuna: Charles de Gaulle e Queen Elizabeth, per la fine decennio. La Q.E. deve essere venduta o dimessa entro il 2020, e sostituita con la nuova portaerei HMS Prince of Wales; con la dimissione dell’aereo da combattimento Harrier, per un decennio la GB non avrà capacità di attacco da portaerei.

o   La Queen Elizabeth dovrebbe essere dotata di aerei “cat and trap”[3] meno costosi,  già usati attualmente dalla marina francese e americana;[4] questo consentirebbe alla portaerei britannica di lanciare jet francesi Rafale.

– Gli accordi visti come il risultato di visione pragmatica, in un contesto di obbligata austerità economica (definiti da alti funzionari della Difesa “Entente frugale”, cfr. anche Wsj).

– Tra gli accordi:

o   sincronizzazione dei pattugliamenti sottomarini per i missili nucleari e delle missioni delle portaerei, per fare in modo che una delle due sia sempre disponibile;

o   piani per la creazione di una unità di comando d’armata franco-britannica per missioni all’estero; consistente in una forza di spedizione congiunta di 5000 soldati per ognuno dei due paesi, per addestramento ed eventuali operazioni;

o   Rendere compatibili le nuove portaerei, in modo che la futura nuova portaerei britannica possa operare anche con caccia francesi, e quella francese (Charles de Gaulle) con quelli britannici, in vista di una “Forza di attacco integrata”;

o   maggiore cooperazione su attacchi cibernetici e per lo sviluppo di droni, senza equipaggio;

o   condivisione di risorse per addestramento, manutenzione e logistica della flotta di trasporto A400M.

o   F. e GB hanno concordato “l’interoperabilità”, grazie alla quale i due paesi potrebbero garantire a Nato, Onu e UE la disponibilità di una portaerei. Ad es. una portaerei britannica potrebbe utilizzata in operazioni nelle Falkland, mentre una portaerei francese potrebbe operare al largo delle coste africane.

o   Le testate nucleari rimarranno nel territorio nazionale o sulle navi sotto controllo nazionale.

o   Oltre alla possibilità di subaffittare i nuovi aerei da rifornimento britannici, A330, Parigi sta pensando di ristrutturare l’aeroporto Charles De Gaulle per poter utilizzare i nuovi aerei da combattimento per il programma JSF (Joint Strike Fighter),[5] che Londra dovrebbe ricevere entro il 2010.

o   Parigi ha offerto alla GB l’utilizzo del suo aereo pattuglia marittima Bréguet Atlantique, dato che la GB ha deciso di eliminare la propria pattuglia Nimrod.

o   Prevista per la prossima primavera un’esercitazione congiunta di alto comando e controllo nelle Fiandre.

– Impegno ad aumentare la cooperazione sulla sicurezza nucleare e i test nei prossimi 50 anni, con la creazione di un centro nel UK per lo sviluppo di tecnologia per i test e un altro in Francia per condurre i test.

– Il britannico The Guardian, 27.ott. 2010: inedita cooperazione per la Difesa che tocca i tre settori delle forze armate, e che va da operazioni militari a testi nucleari simulati.

– Il francese Le Figaro, celebra gli accordi con toni gioiosi e altisonanti: eccezionali, partenariato di ampiezza inedita; legami solidi; vera svolta delle relazioni franco-britanniche; per rimanere potenze globali Francia e Gran Bretagna devono cooperare maggiormente;

o   i due paesi hanno molto in comune: entrambe potenze nucleari, seggio C.d.S. Onu, passato coloniale, visione del mondo e vicinanza delle loro forze armate, le uniche in Europa capaci di proiezione su teatri lontani e di partecipare a battaglie di alta intensità.

o   Pubblico e parlamentari britannici e media non sono tutti convinti dell’accordo … i giornali Daily Express e  Sun lo denunciano come “entente frugale”; il francofobo Sun: ci si può fidare dei francesi?

o   Criticata in particolare la “condivisione” delle portaerei e la creazione di una forza di spedizione comune.

o   Sul Daily Mail: “I francesi accetterebbero di prestare la loro portaerei per andare contro i missili Exocet che hanno venduto agli argentini per riprendersi le nostre isole?

o   Il Times più positivo: l’antica rivalità tra i due paesi non è più quella di un tempo.

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– Faz, 2/3.11.2010: sembra che nell’incontro Merkel-Cameron (la settimana precedente l’accordo franco-britannico) si sia parlato di una cooperazione più stretta per la Difesa; già la scorsa estate i ministri difesa britannico e tedesco aveva discusso su progetti di cooperazione.

o   È il secondo tentativo franco-britannico di dimostrare comunanza d’intenti, dopo quello fallito di St. Malo, 12 anni fa’. Anche l’allora ministro Difesa britannico, George Robertson, parlò dell’inizio di una «nuova era di relazioni militari franco-britanniche».

o   Meglio andarci piano con il termine “storico” per le questioni politiche.

o   Il nuovo corso Londra-Parigi non è segnato da una grande visione – come ad esempio quella di una Difesa europea – ma è dettato da necessità, all’o.d.g. in entrambi i paesi forti misure di risparmio che tagliano anche nel bilancio Difesa.

o   Il nuovo corso ha forse maggiori probabilità di riuscita perché è dettato da motivi pratici e rinuncia ad una sovrastruttura politico-ideologica.

o   Questo non significa che esso debba rimanere staccato da altri sforzi di cooperazione europea. La Germania dovrebbe riuscire a collegarsi portando le proprie capacità, e c’è la possibilità per farlo,

o   anche se sulle questioni militari c’è un riserbo tedesco, estraneo per la loro tradizione a Francia e GB.

o   Le due ex grandi potenze mondiali possono rimanere potenze europee se uniscono le loro risorse; e questo riguarda anche la pretesa di rimanere presenti militarmente al di fuori dell’Europa e di poter disporre di un adeguato contingente di truppe di intervento.

–  

– Una grossa parte del bilancio militare è assorbito dall’armamento nucleare, che deve essere mantenuto e modernizzato per salvaguardare lo status internazionale.

o   L‘aspetto che più colpisce nell’accordo è che preveda una cooperazione anche in questo campo, pur senza intaccare la sovranità nazionale; questo è stato reso possibile dal rientro francese nella Nato, che ha placato il timore britannico che per mezzo dell’iniziativa per la difesa europea, Parigi volesse competere con la Nato, cacciando l’America dall’Europa.

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Wsj, 3.11.2010

●    Gran Bretagna e Francia vogliono cooperare sulla Difesa, ma nessuno dei due sa per raggiungere quale obiettivo – e per combattere quale minaccia potenziale – oltre che condividere alcuni dei loro costi?

 

– Tempi difficili per Francia e GB, vecchie potenze che hanno vissuto la ritirata dall’impero e il declino del proprio status internazionale derivante dalla perdita delle colonie.

– Esse sono però ancora le due maggiori potenze militari d’Europa, con il 50% della spesa totale militare UE;

o   la “Entente Frugale” come definita dal londinese Daily Mail è benvenuta esprime senso pratico: obiettivo di Francia e GB è di poter continuare a proiettare un certo grado di potenza.

– Mantenendo l’indipendenza operativa sarà creato il quadro per una Forza di spedizione congiunta, dotata di 5000 uomini per ognuno dei partner;

o   pochi se raffrontati ai 40 000 soldati inviati dalla GB per la guerra in Irak.

– Da entrambe le parti dubbi sulla lealtà reciproca, come la storia ha dimostrato.

– Sarkozy e Cameron sono per condividere l’utilizzo delle portaerei; Sarkozy ha dichiarato che non è immaginabile uno scenario in cui i rispettivi interessi non coincidano, cosa che si è dimostrata falsa per la guerra in Irak. Non è dato sapere come agiranno governi diversi dei due paesi in caso di una futura minaccia o crisi internazionale.

– I vantaggi dell’accordo sono presentati in modo diverso dalle due parti:

o   Sarkozy vuole dimostrare all’opinione francese che la scelta di rientrare nella Nato sta pagando, che ha allontanato un po’ la GB dagli Usa.

o   Con l’accordo Cameron può risparmiare, i tagli alla difesa assumono una giustificazione strategica grazie alla cooperazione con la Francia; ai partner lib-dem., filo-europei, dimostra che sta lavorando con i partner europei.

Per gli euroscettici (come il ministro Difesa Liam Fox, il patto dovrebbe distrarre la Francia dal perseguire una cooperazione militare a livello UE.

[1] Cameron ha ricordato che negli ultimi 30 anni in soli due casi le forze armate britanniche hanno operato autonomamente: riconquista delle Falklands e “liberazione” della Sierra Leone; per il resto hanno operato nel quadro di un’alleanza.

[2] La flotta britannica è stata diminuita a 19 cacciatorpediniere e fregate, quella francese a 18.

[3] Aerei lanciati da una (“cat”)apulta e che atterrano con l’aiuto di un dispositivo di arresto (“trap”, trappola).

[4] Poco noti i collegamenti tra la marina francese e quella statunitense: la Francai acquista le catapulte dagli Usa e la portaerei francese, Charles de Gaulle, è equipaggiata con l’aereo Usa Hawkeye Early Warning.

[5] Il programma JSF (Joint Strike Fighter) venne creato per sostituire molti velivoli mantenendo i costi di sviluppo, produzione e operativi bassi. Questo scopo fu perseguito costruendo tre varianti di un singolo velivolo, in modo da condividerne i componenti:

    * F-35A – variante a decollo ed atterraggio convenzionale (CTOL); * F-35B – variante a decollo corto e atterraggio verticale (STOVL); * F-35C – variante per portaerei (CV)

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Published by the International Committee of the Fourth International (ICFI)

UK and France forge military alliance

By Julie Hylandoo

4 November 2010

French President Nicolas Sarkozy and British Prime Minister David Cameron have signed treaties on defence and nuclear co-operation, in what was described as a “new chapter” in military relations between the two nations.

The framework agreements include:

    * Plans for a combined joint expeditionary force of 5,000 soldiers from each country, for training and possible operations

    * Sharing aircraft carriers with the view to the future establishment of an “integrated strike force,” for use in jointly agreed operations

    * Greater co-operation on cyber-attacks and developing unmanned aerial drones

    * Shared resources on training, maintenance and logistics of A400M transport aircraft

–   The commitment to increase co-operation on nuclear safety and testing over the next 50 years will see the establishment of a UK centre to develop testing technology and another in France to conduct the testing.

–   The agreements have been hailed as “unprecedented” and “historic”. Nuclear co-operation is seen as hugely significant, given longstanding antagonisms between the two countries, particularly over the political and economic direction of Europe, the Franco-German alliance and the UK’s “special relationship” with the United States. In the 1960s, France began developing its own independent nuclear deterrent and withdrew from NATO under President Charles de Gaulle.

–   The treaties are almost universally described as the outcome of hard-headed pragmatism at a time of austerity.

–   Senior defence officials are reported to have dubbed the agreements an “Entente Frugale”, as both countries seek to slash public spending.

–   Britain’s Ministry of Defence said that, “The UK and France are facing the realities of the tough financial climate and it is in our best interests to work together to deliver the capabilities that both our nations need.”

–   Defend spending in France is to rise by just 1 percent in real terms between 2012 and 2025.

–   Britain’s Conservative/Liberal Democrat government recently released a Strategic Defence and Security Review containing 8 percent spending reductions including the loss of 17,000 military personnel.

–   As a consequence, Paris and London will have just one operational aircraft carrier each—the Charles de Gaulle and the Queen Elizabeth—by the end of the decade. The Queen Elizabeth is to be sold off or decommissioned by 2020, when it is replaced by a new carrier, the HMS Prince of Wales. The UK is expected to have no carrier strike capability for a decade due to the decision to scrap the Harrier attack aircraft.

–   The two countries have agreed to “inter-operability”—a scenario in which a British carrier could be used in operations in the Falklands, for example, while a French carrier could operate off the coast of Africa. The idea is that the two countries will be able to guarantee to NATO, the United Nations and the European Union[e] that one carrier will be available when the other is out of action.

–   The HMS Prince of Wales is due to enter service by 2020, when the HMS Queen Elizabeth will be mothballed or sold off. The Queen Elizabeth carrier is to be reconfigured with cheaper “cat and trap” planes, currently used by both the French and US navies. This will enable the British carrier to launch France’s Rafale jets.

–   In addition to a deal whereby France could sublet Britain’s planned new A330 air tankers, Paris is also considering reconfiguring the Charles de Gaulle so that it will be able to use the new Joint Strike Fighter jets that the UK is to obtain by 2010.

–   Paris has offered the use of its Bréguet Atlantique maritime patrol aircraft, to fill the gap left by the UK’s decision to scrap its Nimrod patrol aircraft.

–   There is no question that financial constraints have played a big role in bringing the two countries together, even though the reductions in military spending are as nothing in comparison to the onslaught on jobs, wages, pensions and public services being implemented in the UK and France.

–   But budgetary constraints notwithstanding, the aim of London and Paris is to preserve their ability to continue military involvements in Afghanistan, where they supply the second and fourth largest military contingents respectively, and throughout the world. Their intent is to combine forces in order to secure their global predatory ambitions.

–   The UK’s defence review commits to “procuring a fleet of the most capable, nuclear powered hunter-killer submarines anywhere in the world. They are able to operate in secret across the world’s oceans, fire Tomahawk cruise missiles at targets on land, detect and attack other submarines and ships to keep the sea lanes open, protect the nuclear deterrent and feed strategic intelligence back to the UK and our military forces across the world”.

–   Both Paris and London are acutely conscious of their diminished military capabilities not only as against the US, but also emerging powers such as China. More broadly, the issue is how medium-sized countries can finance military spending in any way commensurate with their still-considerable imperialist appetites, without popular revolt.

–   Greater co-operation is seen as a step in this direction. The UK and France are the only countries in Europe with nuclear weapons, who have permanent seats on the UN Security Council and who allocate more than 2 percent of national spending on defence. Britain and France account for 45 percent of all military spending in the European Union, 70 percent of its military research and development and half the total number of armed forces.

–   British and French defence companies have been pressing for such an agreement, warning that without it they could lose out to other countries and corporations—particularly in the field of unmanned systems. Ahead of Tuesday’s summit, BAE Systems of the UK and Dassault Aviation of France wrote a letter to Cameron and Sarkozy in which they warned:

–   “The development of a Male [medium altitude long range] and then an unmanned combat air vehicle is crucial to the two countries to remain real players in this strategic sector.”

–   The concerns are that spending cuts would see European governments buying equipment from the US, rather than from European firms. The Financial Times cites one unnamed defence figure as stating, “We know we will one day face the huge challenge of replacing France’s Rafale and the Eurofighter Typhoon. Either there will be a new American plane or something created in Europe. So we have to organise options we give to governments.”

–   During their summit Sarkozy and Cameron were nevertheless at pains to insist that there would be no diminishing of “national sovereignty” or “sharing” weapons systems.

–   French Defence Minister Hervé Morin, said Britain and France would not be able to demand the use of the other nation’s aircraft carrier “in the case of a conflict or crisis where our respective interests diverged”. Cameron said there would have to be “political agreement” for the joint taskforce to be deployed.

–   The deal has been signed under the Conservatives, traditionally the most “euro-sceptic” of Britain’s official parties. Leading Tories have come forward to defend the agreement as in Britain’s “national interests”.

–   The major change is France’s decision to re-enter NATO. In 1998, former UK Prime Minister Tony Blair and ex-French president Jacques Chirac had announced a commitment to Anglo-French military co-operation. But divisions remained over whether this should be as part of a European Defence Initiative, or more firmly tied in with Washington. The UK’s decision to support the US-led invasion of Iraq in 2003 ultimately halted such co-operation.

–   With Sarkozy oriented more towards the US and having brought France back into NATO, London clearly sees an opportunity to create distance between Paris and Berlin. The Strategic Defence Review describes France as an additional critical pillar in its pro-Atlanticist military strategy.

–   Writing in the Telegraph, Defence Secretary Liam Fox praised Sarkozy’s efforts “to bring France deeper into Nato”, and stipulated that the agreement had nothing to do with “deeper military co-operation through the EU. Nor is it a push for an EU army, which we oppose.

–   This is about achieving real capability and tangible results—and proving that co-operation in Europe doesn’t always have to be on an EU level, but can be on a state-to-state basis.”

–   Washington is said to support the agreement. US officials had made vocal warnings against too severe cuts to Britain’s military budgets that could undermine the NATO alliance. This is said to have caused anxiety in Britain’s ruling circles that Washington may be persuaded to “disengage” from Europe, sidelining the UK in the process.

–   As for France, long-held ambitions for a pan-European defence strategy have come to nothing. The Financial Times quoted Etienne de Durand of the Institut Français des Relations Internationales in Paris stating, “France is also coming to terms with Germany’s unwillingness to spend more on military capabilities. France is therefore recognising that, for now, pan-European defence structures are unlikely to do more than short-term crisis management.”

–   Britain and France, he continued, “just do not have the size to be players in the defence field on their own. The challenge is simple. It is entente or oblivion.”

–   Notwithstanding the air of celebration, however, divisions remain between France and Britain over a number of key issues. Their global ambitions have, more often than not, proved to be a source of rivalry rather than unity.

–   The signing of a bilateral agreement between Britain and France over defence points to growing strains in Europe and internationally. No reference has been made to any consultation at an EU level over the agreement, nor with Germany—although Cameron made play of the fact that he had entertained Chancellor Angela Merkel the previous week.

Under conditions in which tensions are already leading to the emergence of “beggar thy neighbour” economic policies, the Anglo-French treaty is an indicator of what is to come in military policy with all its possible ramifications.

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The Guardian 101027
Anglo-French armed forces plan greater military co-operation

Countries destined for much greater military co-operation, but governments insist sovereignty will be kept

Peter Walker

–   Britain and France are putting the finishing touches to plans for unprecedented co-operation on defence across all three branches of the armed forces, ranging from military operations to simulated nuclear tests.

–   What is described as a "whole package" of measures, including a major army exercise in Flanders, will be unveiled at a summit meeting between David Cameron and France’s president Nicolas Sarkozy in London on 2 November, top officials say.

–   The two countries account for what one senior diplomat called a "critical mass" of Europe’s military capabilities, including 45% of all EU military spending, half the total number of armed forces, and 70% of military research and development in the EU.

–   Plans include synchronising nuclear missile submarine patrols and aircraft carrier missions, squadrons of fast jets operating together, and high-level training. "The aim is to fill the gap – how to work together on operations," said a source familiar with the intense talks that have been taking place between French and British officials in recent weeks.

"The UK and France are facing the realities of the tough financial climate and it is in our best interests to work together to deliver the capabilities that both our nations need," the Ministry of Defence said. "Closer co-operation is in both our countries’ interests."

The extraordinary tempo and detail of work carried out by senior British and French military staff has been triggered in part by similar financial pressures facing the two countries and the realisation that their forces will be much more effective acting together.

–   The two governments are acutely aware of the political sensitivity of military co-operation. They will insist that national sovereignty will be preserved and there will be no question of "sharing" weapons systems, including aircraft carriers.

–   Nevertheless, the extent and depth of co-operation proposed is greater than the two countries have experienced since General de Gaulle developed France’s independent nuclear deterrent and left Nato’s integrated military structure in the 1960s.

–   "Inter-operability" is the central principle cited by officials from both countries. Both Britain and France want two aircraft carriers; both can only afford to put one to sea. Officials point to a scenario when a French carrier would carry out a mission off the coast of Africa, for example, when a British one was needed further afield, in the Falklands, for example.

–   Britain’s second new carrier, the HMS Prince of Wales, is due to enter service by 2020 when the first, HMS Queen Elizabeth, will be mothballed or sold off. It is likely to be equipped with cheaper "cat and trap" planes – aircraft launched by catapult and landing with the help of an arrestor device.

–   The system is already used by both the US and French navies – an example of the little-known extent of the close links between the two. France buys the catapults from the US and the French carrier, Charles de Gaulle, is equipped with US Hawkeye early-warning aircraft.

British and French pilots would train on each other’s carriers, as well as on the jointly owned and built A400M military transport aircraft.

–   Britain’s diminished fleet of 19 destroyers and frigates and France’s equivalent fleet of 18 ships would be deployed in a way that is in the best interests of both countries, according to plans drawn up in preparation for next week’s summit. Squadrons of airforce fighter-bombers and army brigades would operate in tandem.

British and French army commanders are planning a top-level command-and-control exercise in Flanders in the spring. Plans are also under way to mount joint computer-led simulation tests on nuclear weapons, though both sides emphasise that the actual warheads will always remain on national territory or ships and under national control.

It is about optimising assets in an incremental and not hyperbolic way, said an official describing the package of proposals.

Entente cordiale? A love-hate history

–   As the harsh exchanges before the Iraq war illustrate, even when the UK and France are officially allied there is plenty of opportunity to fall out over military matters. Sometimes, for such close neighbours, the line between co-operation and opposition can seem distinctly blurred.

• According to one near-contemporary Roman history, when the Belgae tribes of northern Gaul battled Julius Caesar’s legions more than 2,000 years ago, they received assistance from the descendants of Belgae raiders who settled in south-east of England.

• Signed in 1904, the Entente Cordiale not only ended centuries of intermittent Anglo-French conflict with a deal to carve up colonial spheres, it entered the lexicon as a generic term for such agreements.

• Centuries of mistrust were briefly set aside when the countries allied together to fight imperial Russia in the Crimean War. Three years after the war, in 1859, a series of huge forts were ordered built to defend Portsmouth from any attack by Napoleon III, an attack which never came.

• One Anglo-French military enterprise both countries would prefer to forget is the 1956 Suez intervention. A joint naval taskforce was at the centre of the abandoned effort to retake the key shipping route.

• Just six years after the fallout over Iraq, Nicolas Sarkozy prepared the way for the new military relationship with the UK by announcing France’s full return to Nato after 40 years.

• The key paradox of one of the most famous conflicts – the Norman conquest of Anglo-Saxon England in 1066 – is that it also brought both sides together, heavily influencing England’s language and culture and bequeathing a new ruling class.

• Revenge of a form was England’s at various points during the Hundred Years’ war, notably the annexation of Calais and that most emblematic of victories, at Agincourt in 1415.

• For all its 20th-century reservations about US military power, France backed the winning side (and helped humiliate the British) by supporting American revolutionaries in the War of Independence.

• If there is another name in the Anglo-French histories to match Agincourt, it is that of Waterloo, the battle that finally defeated Napoleon in 1815 following over a decade of war.

• The second world war brought the countries closer than ever, but the French still remember Churchill ordering the Royal Navy to sink the French fleet at the Algerian port of Oran in July 1940 to prevent it falling into German hands. Almost 1,300 French personnel died.

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Faz      1011102

Großbritannien und Frankreich – Weitreichendes Militär-Abkommen unterzeichnet

Der französische Staatspräsident Sarkozy und der britische Premierminister Cameron haben am Dienstag eine Erklärung für eine engere Zusammenarbeit in militärischen Fragen unterzeichnet, die unter anderem die gemeinsame Erprobung und Funktionsprüfung von Nuklearwaffen vorsieht.

Von Johannes Leithäuser, London

02. November 2010

–   Großbritannien und Frankreich streben eine engere Zusammenarbeit in militärischen Fragen und bei der Erprobung und Funktionsprüfung von Nuklearwaffen an. Der französische Staatspräsident Sarkozy und der britische Premierminister Cameron unterzeichneten am Dienstag in London eine gemeinsame Erklärung, die unter anderem die Entwicklung einer britisch-französischen Armeekommando-Einheit vorsieht, die in Brigadestärke gemeinsame Auslandseinsätze absolvieren soll.

–   Das wichtigste Vorhaben die Marine betreffend ist die Absicht, die jeweils neuen Flugzeugträger in beiden Ländern kompatibel zu machen. Großbritannien will einen von zwei geplanten Flugzeugträgern bis zum Jahr 2020 funktionsfähig haben und in Dienst stellen.

–   Der Flugzeugträger soll dann auch mit französischen Kampfflugzeugen operieren können, gleichzeitig soll der französische Flugzeugträger „Charles de Gaulle“ ertüchtigt werden, um britischen Kampfjets Starts und Landungen zu ermöglichen. Anschließend wollen Frankreich und Großbritannien die Wartungsintervalle ihrer Flugzeugträger so abstimmen, dass immer eines von beiden Schiffen verfügbar ist.

„Ein neues Kapitel in unserer Zusammenarbeit“

–   Cameron nannte die Vereinbarungen mit Frankreich „ein neues Kapitel in der langen Geschichte unserer Zusammenarbeit“, Sarkozy sprach von einem historischen Tag, der die außergewöhnlichen Beziehungen der beiden Länder spiegele. Cameron und Sarkozy beteuerten, die Souveränität ihrer Länder werde durch die Kooperation nicht beeinträchtigt; Cameron ließ auch keinen Zweifel daran, dass eine Triebfeder der Übereinkunft der Zwang zur Einsparung von Mitteln im britischen Verteidigungsetat gewesen sei.

–   Der britische Premierminister gab an, es habe in den vergangenen 30 Jahren nur zwei Fälle gegeben, in denen britische Truppen auf eigene Faust militärische Unternehmungen begonnen hätten. Er nannte die Rückeroberung der Falkland-Inseln und die Befriedung Sierra Leones. In allen anderen Fällen seien die britischen Streitkräfte als Teil einer Allianz eingesetzt worden. Weder Cameron noch Sarkozy erwähnten freilich, dass Großbritannien und Frankreich beim Krieg im Irak entgegengesetzte Positionen eingenommen hatten.

–   Die Übereinkunft zur Zusammenarbeit in der nuklearen Abschreckung regelt vor allem künftige gemeinsame technische Raketentests (die nicht die nuklearen Sprengköpfe zum Inhalt haben). Diese technischen Tests sollen künftig am englischen Nuklearzentrum in Aldermaston mit französischer Beteiligung entwickelt und in einem neuen, gemeinsam errichteten französischen Testzentrum absolviert werden.

●    Sarkozy gab an, er wolle die Verbindungen nach Berlin nicht vernachlässigen

–   Der französische Präsident sah in der gemeinsamen Erklärung weitere Symbolkraft, die über verteidigungspolitische Fragen hinausreiche: Er habe lebenslang dafür gekämpft, der „außerordentlichen Beziehung“ zwischen Frankreich und Großbritannien neue Bedeutung zu verschaffen, sagte Sarkozy. Beide Länder hätten nun gezeigt, dass sie „eine strategische Vision teilen“, dass sie eine gemeinsame Haltung zur Erneuerung der Nato hätten.

–   Diese „neuerliche Verständigung“ mit Großbritannien sei „immer eines meiner Ziele gewesen“ sagte Sarkozy und fügte an, das bedeute nicht, dass er die Verbindungen nach Berlin vernachlässigen wolle. Sarkozy lobte Cameron vielmehr geradezu dafür, dass er am vergangenen Wochenende die deutsche Bundeskanzlerin Merkel auf seinem offiziellen Wochenendsitz in Chequers beherbergt habe.

–   Auch bei der Begegnung Merkels mit Cameron war dem Vernehmen nach über eine engere Zusammenarbeit in Verteidigungsfragen gesprochen worden; bei einer Begegnung des britischen Verteidigungsministers Fox mit seinem deutschen Kollegen zu Guttenberg waren schon im Sommer mögliche Kooperationsvorhaben erörtert worden.

–   Zwischen Frankreich und Großbritannien ist die neuerlich erklärte Bereitschaft zur militärischen Kooperation schon ein zweiter Versuch, auf diesem Feld Gemeinsamkeiten zu demonstrieren. Vor zwölf Jahren trafen sich die damaligen Staats- und Regierungschefs Chirac und Blair auf einem britischen Zerstörer vor dem französischen Hafen St. Malo, wo die Verteidigungsminister in ihrem Beisein eine Kooperationserklärung unterzeichneten. Auch damals wurden gemeinsame Planungen und gemeinsame Transportpools – etwa für Hubschraubertransporte – vereinbart, die jedoch nach ersten Versuchen der Zusammenarbeit auf dem Balkan später offenkundig nicht vertieft wurden. Auch damals sprach der britische Verteidigungsminister – zu jener Zeit George Robertson – davon, es werde eine „neue Ära britisch-französischer Militärbeziehungen“ beginnen.

Text: F.A.Z.
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Faz      101103
Militärabkommen – Ein neuer Anlauf

Zwölf Jahre nach einem ersten Anlauf haben Großbritannien und Frankreich abermals ein Abkommen geschlossen, um militärisch zu kooperieren. Dieses Mal ist es nicht von einer großen Vision beflügelt – etwa der einer europäischen Verteidigung -, sondern von der Not diktiert.

Von Günther Nonnenmacher

02. November 2010

–   Im politischen Geschäft empfiehlt es sich, mit der Bezeichnung „historisch“ zurückhaltend umzugehen.

o    So wurde 1998 schon einmal ein Treffen im Saint-Malo bezeichnet, bei dem Frankreich und Großbritannien, die sich durch einen großen Teil ihrer Geschichte als Erzfeinde angesehen hatten, militärische Zusammenarbeit verabredeten. Im Blick auf die seither vergangenen zwölf Jahre muss man feststellen: die Initiative von Saint-Malo ist weitgehend folgenlos geblieben.

–   Der neue Anlauf, den London und Paris jetzt nehmen, wird nicht von einer großen Vision beflügelt – etwa der von einer europäischen Verteidigung –, sondern er wird von der Not diktiert. In beiden Ländern stehen harte Sparmaßnahmen auf der Tagesordnung, die auch in die Verteidigungshaushalte einschneiden.

–   Die einstigen Weltmächte können nur europäische Großmächte bleiben, wenn sie ihre Ressourcen bündeln: dazu gehört auch der Anspruch, außerhalb Europas militärisch präsent zu bleiben und ein angemessenes Kontingent an Interventionstruppen bereitstellen zu können, wenn nötig gemeinsam.

Nationale Souveränität erhalten

–   Einen großen Teil der Militärhaushalte verschlingt in beiden Ländern die Nuklearrüstung, die nicht zuletzt zur Befestigung des internationalen Status erhalten und auch modernisiert werden muss.

o    Dass selbst auf diesem Gebiet Kooperation vorgesehen ist – natürlich ohne die souveräne nationale Verfügung über diese Waffen anzutasten –, ist der auffälligste Teil des jetzt geschlossenen Abkommens. Möglich wurde es nicht zuletzt dadurch, dass Frankreich inzwischen in die militärische Integration der Nato zurückgekehrt ist. Das hat das britische Misstrauen gedämpft, Paris wolle mit europäischen Verteidigungsinitiativen der Nato Konkurrenz machen und Amerika vom alten Kontinent verdrängen.

–   Der neue Anlauf könnte mehr Erfolg als Saint-Malo gerade deshalb haben, weil er durch und durch praktisch angelegt ist und auf einen politisch-ideologischen Überbau verzichtet.

–   Das muss nicht bedeuten, dass er von anderen europäischen Kooperationsbemühungen abgekoppelt bleibt. Selbstverständlich sollte Deutschland da Anschluss gewinnen und versuchen, seine Fähigkeiten einzubringen – Möglichkeiten dafür gibt es.

–   Allerdings gibt es im Militärischen auch eine deutsche Zurückhaltung, die Frankreich und Britannien mit ihrer ungebrochenen Tradition fremd bleibt.

Text: F.A.Z.
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Le Figaro        101103
Paris et Londres scellent leur entente cordiale

Par Isabelle Lasserre

03/11/2010 | Mise à jour : 14:17 Réactions (51)

Sarkozy et Cameron ont signé mardi à Londres des accords de défense et de sécurité «exceptionnels».

C’est tout un symbole : deux petits drapeaux, le Britannique et le français, enlacés sur une table, sous les dorures du somptueux palais de Lancaster.

–   Un premier ministre, David Cameron et un chef d’État, Nicolas Sarkozy, partageant le même pupitre et le même rire pour annoncer, dans une ambiance chaleureuse, la signature de deux traités historiques entre Londres et Paris. «Contrairement aux apparences, les montres de la Grande-Bretagne et de la France marquent strictement la même heure», annonce, ironique, le président français.

–   Forcée par la crise économique et les restrictions budgétaires, cette nouvelle entente cordiale repose sur trois piliers : l’utilisation croisée des porte-avions, la création d’une force expéditionnaire commune interarmées et un accord de coopération dans le domaine du nucléaire militaire. La signature de ces accords de défense, qui scellent un partenariat d’une ampleur inédite, repose sur la certitude, partagée des deux côtés de la Manche, que pour demeurer des puissances globales, France et Grande-Bretagne doivent davantage coopérer, mutualiser leurs outils de défense et rapprocher leurs industries. Dit ainsi, c’est un véritable tournant dans les relations franco-britanniques.

Faire de l’austérité une opportunité. «Toutes les conditions sont réunies pour une relation absolument exceptionnelle entre la France et la Grande-Bretagne», s’est félicité Nicolas Sarkozy. Entre le pragmatisme britannique et le romantisme français, la réalité a tissé des liens solides. Paris et Londres ont beaucoup en commun : leur statut nucléaire, leur siège au conseil de sécurité de l’ONU, leur passé colonial, leur vision du monde et la proximité de leurs armées, seules capables en Europe de se projeter sur des théâtres d’opérations éloignés et de participer à des combats de haute intensité. Ce qu’elles font d’ailleurs très souvent côte à côte, comme en Afghanistan. À eux deux, Londres et Paris fournissent la moitié des capacités opérationnelles et des budgets de l’Europe. Et comme le dit le président français : «La France et la Grande-Bretagne sont voisines et ne changeront pas d’adresse !»

Aider l’Europe de la défense 

–   Reste à transformer ces paroles optimistes en actes gravés dans la pierre. Entre les deux puissances longtemps rivales, les choses peuvent, il est vrai, toujours mal tourner. À l’image des promesses du sommet franco-britannique de Saint-Malo, en 1998, qui devaient propulser très haut la défense européenne, mais ont sombré, les unes après les autres, dans les eaux de la Manche. À Londres, le public et les parlementaires sont loin d’être convaincus par ce rapprochement.

–   Certains tabloïds, comme le Daily Express et le Sun, dénoncent «l’entente frugale» et rappellent, pour le déplorer, qu’en 2003 les politiques français, des «poltrons», avaient refusé de s’engager en Irak.

–   Depuis plusieurs semaines, David Cameron et son ministre de la Défense Liam Fox ont multiplié les efforts pour convaincre leurs concitoyens qu’un accord de défense avec la France, même nucléaire, n’altérerait pas la souveraineté britannique et ne précipiterait pas l’avènement d’une armée européenne honnie à Londres. Le premier ministre britannique l’a redit mardi : «Les deux pays resteront souverains en matière de dissuasion nucléaire.» Côté français, la vision n’est pas exactement la même. Paris considère que l’union[e] des deux pays, tout en dopant les souverainetés individuelles, pourrait aider l’Europe de la défense à se constituer.

Même si l’histoire des deux grands voisins est jalonnée de batailles mythiques, de tenaces jalousies et de constantes disputes pour le leadership européen, la réalité économique et budgétaire, le feu vert américain à cette alliance, le retour de la France dans l’OTAN semblent avoir radicalement changé la donne. Serait-ce, comme l’espère Nicolas Sarkozy, «le début de quelque chose de nouveau ?»

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Le Figaro        101103
Accord militaire entre Paris et Londres: les anglais sceptiques
Par Cyrille Vanlerberghe           

03/11/2010 | Mise à jour : 14:00 Réactions (2)

–   De nombreux journaux rappellent que les deux pays n’ont pas toujours eu des visions stratégiques convergentes, comme cela fut mis en évidence lors de l’invasion de l’Irak en 2003.

–   «Peut-on faire confiance aux Français?», s’interrogeait ce mardi le Sun dans son éditorial sur l’accord de coopération militaire franco-britannique, en concluant évidemment par la négative. Le tabloïd, qui est connu pour ses prises de positions francophobes, n’était pas le seul à accueillir plus que frileusement l’accord signé par Nicolas Sarkozy et David Cameron.

–   De nombreux commentateurs n’ont pas manqué de rappeler les batailles qui ont émaillé l’histoire commune des deux pays au cours des derniers siècles. «Avons-nous oublié Azincourt, Waterloo et le coup de pied de kung-fu d’Éric Cantona? Ont-ils oublié le bûcher de Jeanne d’Arc, la maladie de la vache folle et l’attaque contre la flotte française à Mers el-Kébir?», se demandait avec humour Ben Macintyre dans le Times.

–   De nombreux journaux rappellent que, même depuis 1904 et la signature de l’Entente cordiale, les deux pays n’ont pas toujours eu des visions stratégiques convergentes, comme cela fut mis en évidence lors de l’invasion de l’Irak en 2003.

Les Exocet des Malouines

–   Dans l’ensemble, les journaux à sensation n’ont mis avant que les informations les plus polémiques pour leurs lecteurs, à savoir le «partage» des porte-avions français et britannique et la création d’une force expéditionnaire commune. Même le Daily Telegraph, très sérieux quotidien conservateur, titrait en une «Les SAS pourraient passer sous commandement français», dans le cas où Paris dirigerait les 6500 hommes de la force d’intervention commune.

–   La questio

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