Ucraina, fine del sogno arancione salta l´accordo sulla Tymoshenko

Giampaolo Visetti
La pasionaria filo-occidentale tradita all´ultimo momento dai socialisti. E
Yushenko è in caduta libera

La rivoluzione è un ricordo,
Kiev più vicina a Mosca
I deputati decisivi del leader Moroz hanno optato infine per il ribaltone
Divisi gli "eroi" che avevano promosso la rivoluzione contro il
regime post-sovietico

MOSCA – L´Ucraina si allontana da Usa, Ue e Nato e si riavvicina
alla Russia. Dopo quasi quattro mesi di crisi, innescata da elezioni che non
hanno prodotto una maggioranza chiara nella Rada, gli "arancioni" di
Viktor Yushenko e Julia Tymoshenko sono andati in frantumi
. Gli eroi del
Maidan, che nell´autunno 2004 avevano promosso la rivoluzione contro il regime
post-sovietico di Leonid Kuchma, si sono divisi a un passo dalla rielezione
della Tymoshenko a premier. A far saltare il ritorno al potere della
pasionaria anti-russa, licenziata in settembre dal presidente Yushenko, il
"tradimento" dei socialisti. Essenziali per garantire agli
"arancioni" filo-occidentali la maggioranza, i deputati del leader
Aleksandr Moroz hanno optato per il ribaltone. Giovedì notte hanno eletto Moroz
speaker del parlamento, grazie ai voti dei comunisti e del Partito delle
regioni di Viktor Yanukovich
.

L´ex premier, fedelissimo dei vecchi clan legati a Kuchma ed emissario del
Cremlino, era stato il trionfatore morale delle elezioni di marzo. Nemico di
Yushenko, da cui era stato sconfitto alle presidenziali fatte ripetere a causa
dei brogli, si è visto offrire la possibilità della rivincita. Ormai in
minoranza, il partito di Yushenko (Nostra Ucraina) ha rotto l´accordo con il
Blocco Tymoshenko. Ieri mattina Yanukovich ha così firmato l´alleanza con
socialisti e comunisti. La nuova maggioranza dispone di 240 deputati su 450.
Quanto basta per dare vita a un nuovo governo, ammesso che ottenga la fiducia,
non per imporre le dimissioni al presidente Yushenko. Il capo carismatico degli
"arancioni" è però in caduta libera. Nei giorni della rivoluzione
aveva fiducia in lui l´85% degli ucraini. In marzo, dopo un anno di scandali e
crisi economica, ha raccolto il 13,9%, alle spalle della stessa Tymoshenko
(22,3%). In sondaggi lo danno ora al 3%
.
Se si tornasse alle urne il suo partito sarebbe escluso dalla Rada. Per
questo Yanukovich si dice certo di ritornare premier. Yushenko, secondo la
Costituzione, o gli assegna l´incarico entro il 25 luglio, o scioglie il
parlamento. Alla vigilia del G8 di San Pietroburgo, a presidenza russa, la
"rivoluzione arancione" si può dire naufragata tra corruzione e lotta
fratricida per il potere. In Ucraina è in atto una contro-rivoluzione,
promossa dalla Russia per stroncare la deriva occidentale delle ex repubbliche
sovietiche, appoggiata dagli Usa
.
La crisi del gas, scoppiata a gennaio, è solo l´elemento più appariscente della
"seconda Guerra Fredda". I colpi di scena potrebbero così non essere
finiti. Yanukovich è convinto che la sua nuova maggioranza si rafforzerà presto.
Metà degli 80 deputati "arancioni" di Yushenko, una ventina dei 129
della Tymoshenko, sarebbero pronti a dare vita ad una sorta di Grosse
Koalition. Ieri sera i leader di Nostra Ucraina non escludevano però l´ingresso
formale del partito presidenziale nella maggioranza. Un tentativo disperato per
rimettere in discussione la leadership di Yanukovich. All´opposizione
resterebbe la sola Tymoshenko, che già aveva esposto il programma del suo
governo e anticipato la rottura dell´accordo con il Cremlino sul prezzo del
gas. Un governo di unità nazionale scongiurerebbe la scissione dal Paese di
Crimea e regioni russofone, ma rinvierebbe comunque sine die l´adesione
dell´Ucraina a Ue e Nato. Gli "arancioni" l´avevano promessa. A
sostenerla rimane ormai solo la Tymoshenko, che raccoglie l´intero elettorato
"rivoluzionario" in rotta e invoca elezioni anticipate
.

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