Fabrizio Dragosei
Larga intesa tra filorussi, comunisti, socialisti e
filoccidentali. Ma l’accordo rischia di arenarsi sulla spartizione delle
cariche
Yushchenko indica come
premier il suo grande rivale Yanukovich. Timoshenko: capitolazione
MOSCA — Un accordo per salvare il Paese, bloccato da mesi in
un’impasse politico-istituzionale. Se questa è la spiegazione ufficiale della «Grosse
Koalition» concordata ieri in Ucraina, certamente il patto non soddisfa il
«popolo arancione» che due anni fa aveva passato settimane in piazza, sotto la
neve, proprio per sconfiggere l’Ancien Regime e il suo esponente del momento,
Viktor Yanukovich, il primo ministro filorusso candidato al posto di
presidente. Adesso Yanukovich viene indicato come nuovo primo ministro del
Paese dal suo rivale di allora Viktor Yushchenko. La situazione è profondamente
cambiata, ma gli Arancioni non capiscono: «Abbiamo consegnato con le nostre
stesse mani il potere all’uomo contro il quale avevamo combattuto», è il
commento tra le lacrime di Valentina, una ragazza che nella tendopoli eretta
nel 2004 per le strade di Kiev aveva sognato una nuova Ucraina. E Yulia
Timoshenko, la zarina della rivoluzione che in un primo momento aveva
guidato il governo d’accordo con Yushchenko, ieri ha commentato acida:
«Questo è un atto di capitolazione politica del campo arancione».
Ma cosa è successo veramente in Ucraina? Intanto diciamo che l’intesa
raggiunta tra i due grandi nemici di un tempo non è ancora completa e potrebbe
sfasciarsi all’ultimo momento sulla delicata questione dei «posti». Chi
avrà i ministeri più ambìti nella maggioranza che va dai filorussi ai
socialisti, a una parte degli arancioni e ai comunisti? A Yushchenko, secondo
indiscrezioni, spetterebbe la nomina dei ministri dell’Interno, della Sicurezza
e del procuratore generale. Ma cosa dovrebbero portare a casa socialisti e
comunisti? All’ultimo momento ieri il voto di fiducia al nuovo primo ministro è
stato rinviato di 24 ore. E non si tratta di un problema di numeri, visto
che ai 186 deputati del Partito delle Regioni di Yanukovich (su 450 seggi) si aggiungono
gli 86 di Nostra Ucraina (Yushchenko) e 51 tra socialisti e comunisti, per un
totale di 323 voti, cento in più della maggioranza assoluta.
Dai giorni della rivoluzione, l’Ucraina ha avuto un governo solo per pochi
mesi. Poi la coalizione degli arancioni si è sfasciata. L’accordo raggiunto
a gennaio con la Russia per le forniture di gas ha allontanato Yulia da Viktor
(Yushchenko). Le elezioni politiche di marzo hanno consegnato a Yanukovich
la maggioranza relativa del Parlamento. I primi ad abbandonare la nave degli
arancioni sono stati i socialisti. Così anche Yushchenko, di fronte alla
prospettiva di nuove elezioni, si è messo d’accordo con il suo rivale di un
tempo. I due hanno firmato un protocollo d’intesa «per garantire
l’irreversibilità della svolta in politica estera e interna».
L’Ucraina continuerà il suo avvicinamento all’Ue (anche se in Europa
nessuno parla di una sua ammissione in tempi brevi) e alla Nato. Però
un’eventuale adesione all’Alleanza dovrà essere sottoposta a referendum. L’ucraino
rimane lingua di Stato, ma anche al russo viene accordata dignità nazionale.
Infine c’è un forte riavvicinamento con Mosca, soprattutto sul piano della
collaborazione economica.
Per Yanukovich la carta vincente potrà essere quella del gas. Se il nuovo
premier che parla russo potrà negoziare un nuovo accordo più favorevole con
Putin, allora gran parte dell’Ucraina sarà con lui.
Un Paese con due anime
Terra di frontiera Con 603.700 km quadrati e 48
milioni di abitanti, il Paese è un gigante sospeso tra Oriente e Occidente.
Lo stesso nome «Ucraina» significa «al confine». La capitale è Kiev
La storia Le regioni occidentali furono a lungo
soggette all’Impero asburgico. Le aree orientali furono invece embrione della
nazione russa. Repubblica federata dell’Urss dal 1922, ha proclamato
l’indipendenza il 24 agosto 1991
Le lingue Nelle aree occidentali si parla la
lingua ufficiale, l’ucraino, mentre all’est e al sud si tende a usare il russo,
al quale viene riconosciuta dignità nazionale e che il popolo arancione aveva
ribattezzato «lingua di banditi». Yanukovich aveva promesso di proclamarlo
secondo idioma ufficiale