Topi

“Obbedienti al comando del Salvatore Monti e formati al divino insegnamento Europeo….”

Riassumendo.
P.D. e S.E.L. propongono, in vista delle prossime elezioni, una piattaforma programmatica comune illuminata dalla “carta d’intenti” di Bersani, e la costituzione di gruppi parlamentari unitari nella prossima legislatura. Questo neonato “polo della speranza” pretende di organizzare il campo dei progressisti, lasciando i moderati a Casini dell’U.D.C., con il quale non si prefigurano alleanze elettorali ma una proficua collaborazione nella prossima legislatura. Il caldo sole d’agosto ha sciolto la “foto di Vasto”, sforbiciando Di Pietro e l’I.D.V., che, seppur con qualche divisione interna, si avviano ad una stabile collaborazione con Grillo ed i “ribelli” sindacali della F.I.O.M..
Grandi e piccole manovre affollano il cielo della politica, trasversalmente preoccupata dal prossimo appuntamento elettorale che potrebbe essere attraversato da una gigantesca onda astensionista. Una vera e propria transumanza elettoralistica in cui i vari “leader” cercano di rosicchiarsi, come topi, le relative basi elettorali insieme a posti di comando e prestigio.

E cosi’, mentre il chiacchierone di lusso Vendola svende le proprie narrazioni sull’altare delle primarie, il Bersani strizza l’occhio all’altra metà del cielo Gay-votante, ed il magistrato dalle “mani pulite” tenta il colpaccio di accorpare la protesta e l’”opposizione” del massimalismo parlamentare e sindacale. Sono operazioni iperpoliticiste di difficile realizzazione, e di ancor piu’ difficile successo, che possono però imbrogliare ancora di piu’ le acque di un già confuso quadro politico, tanto determinato nelle sue scelte dal comando Europeo, quanto in fibrillazione e crisi di identità.
Di certo, anche quest’ultima boutade nell’area del centrosinistra ( in attesa che nel centrodestra si scenda o ri-scenda in campo…) conferma e chiarisce l’estraneità quanto l’inutilità di una qualsiasi partecipazione elettoralistica da parte proletaria.
E’ auspicabile, se non probabile, che anche le cosiddette “basi” di P.D., S.E.L., I.d.V., reagiscano a queste giravolte opportuniste dei propri gruppi dirigenti, prima contestandoli e poi astenendosi al voto. Ed è ancora piu’ importante che i lavoratori comprendano fino in fondo il ruolo nefasto di certo massimalismo parolaio sindacale, che, chiacchierando di “rivoluzione” ma rimanendo saldamente tesserato c.g.i.l., cerca di traghettare la rabbia operaia nell’ennesima invenzione elettorale. I “tempi della guerra” a senso unico di Monti & c. contro di noi meritano una risposta adeguata, che non può fermarsi piu’ alla sola critica indignata o al mero astensionismo di protesta.
E’ tempo di riprendere la strada maestra dell’autonomia operaia, della sua organizzazione.
Ai “tempi della guerra” del governo, ai “tempi della politica” dei suoi servi, opponiamo i nostri “tempi della rivoluzione”.

COMBAT – Comunisti per l’Organizzazione di Classe

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