Toccati prestazioni sociali e grandi gruppi/Fillon: “Vogliamo porteggere i francesi”/Berlino applaude l’austerità francese
Francia, ridurre le uscite, aumentare le imposte/ Prevenzione della crisi del debito? Senza Parigi
– Il governo francese ha annunciato un secondo pacchetto di austerità, dopo i €12MD di fine agosto, altri €65MD entro il 2016, di cui €18,6MD nei prossimi due anni (€7MD nel 2012 e €11,6MD nel 2013); i piani del governo francese dovrebbe alleggerire il bilancio di circa €12MD per fine 2012.
o obiettivo il pareggio di bilancio entro il 2016, e riduzione del deficit dal 5,7% al 4,5% nel 2012, al 3% nel 2013. Nel 2010 era al 7%.
o I tagli alla spesa sono maggiori degli aumenti delle imposte fino al 2014.
– Prevista crescita PIL dell’1% (anziché dell’1,75%) nel 2012, il che significa che vengono a mancare €6-8MD per il bilancio 2012.
– Aliquota IVA inferiore dal 5,5% al 7%, esenti alimentari di prima necessità, che rimangono al 5,5%; maggiori entrate previste per €9MD, il doppio dell’anticipo della riforma pensionistica.
– Congelati per due anni gli scaglioni fiscali, il che significa che per la “progressione fredda” molti francesi si troveranno in uno scaglione fiscale più alto;
o questo darà nel 2013 +€3,4MD; per il 2016 +€15,3MD;
– Anticipato di un anno, al 2017, l’innalzamento età pensionabile da 60 a 62 anni, previsto dalla riforma del 2010 (saranno toccate le generazioni nate nel 1952-56), con riduzione del deficit della cassa pensioni previsti in €4,4 MD nel periodo 2012-2016.
– Il prelievo forfetario per dividendi e interessi sarà portato dal 19% al 24%;
– Assicurazioni sociali, tagli di €700mn nel 2012; ma al max dell’1%
o dal 2012 l’aumento delle spese per previdenza sanitaria sarà ridotto dal 2,8% previsto al 2,5%, che significa tagli per €21,1 MD entro il 2016
o L’aumento della spesa per alcune prestazioni sociali, ad es. gli assegni familiari, non crescerà secondo il tasso di inflazione, ma sarà limitato ad un max dell’1% nel 2012; non toccati i minimi sociali come RSA (Revenu de solidarité active), pensioni, sussidi adulti handicappati, etc., che saranno rivalutati secondo le regole attuali, più vantaggiosi.
o Riduzione nicchie fiscali di €2,6 MD;
o +5% l’imposta sulle imprese per i grandi gruppi – superiori a €250 mn. di fatturato;
o €500mn. di risparmi dal congelamento stipendi ministri e presidente della repubblica.
– Il primo ministro Fillon: il nostro modello di crescita è divenuto insostenibile, dato che si basa da molto tempo sui consumi che vivono di trasferimento sociale. Rischio dell’abbassamento del rating AAA della Francia.
– Il governo tedesco ha lodato le misure di austerità francesi, esempio di “comportamento responsabile”;
– Il portavoce del governo, Seibert: l’attuazione delle misure non dipende da chi vincerà le prossime presidenziali del 2012, ad es. il candidato socialista Hollande.
– Il presidente francese, Sarkozy ha sorprendentemente indicato come modello precursore per le “riforme” la politica dell’ex cancelliere tedesco SPD Schröder, Agenda 2010. “Spendiamo troppo. Dobbiamo lavorare di più”. In occasione del vertice di Bruxelles sul salvataggio dell’euro c’erano stati scontri tra Sarkozy e Merkel sulla strategia da seguire; in particolare Merkel si era opposta alla richiesta di Sarkozy di trasformare in una banca il fondo di stabilità europeo che potesse acquistare direttamente i titoli di Stato dei paesi indebitati, il che era stato considerato dalla stampa francese come una vittoria della Merkel. Per dissipare questa sensazione Sarkozy sottolinea ora la necessità di unità franco-tedesca, la necessità dell’allineamento della legislazione fiscale e sociale francese con quella tedesca, per creare un peso massimo nel Centro dell’Europa.
– I ministri delle Finanze dei due paesi avrebbero il compito di elaborare proposte per uniformare l’imposizione fiscale sulle imprese, che in Francia è ora il doppio che in Germania.
o L’introduzione delle 35 ore nel 2011 ha rovinato la competitività della Francia, mentre Schröder ha fatto il contrario.
o Nel 1983 in Francia venne ridotta da 65 a 60 anni l’età pensionabile, mentre l’anno seguente in Germania si fece il contrario.
– Welt (28.10.2011): La strategia elettorale di Sarkozy: far diventare la Francia un po’ più tedesca.
o a fronte del suo forte calo di popolarità (31%) e delle vicine elezioni, Sarkozy avrebbe calcolato di poter attuare tagli e riforme come l’introduzione di un freno al debito solo portando a modello l’ex nemico, economicamente più in salute.
o Proprio perché la Germania paga solo il 2,3% di interessi per i suoi debiti, contro il 3% della Francia, «dobbiamo lavorare assieme alla Germania. Il mio compito consiste nell’avvicinare la Francia alla Germania e non ai paesi in cui ci sono situazioni drammatiche».
– Faz (29.09.2011) definisce “simbolico” l’effetto dell’aumento dell’imposizione fiscale sulle grandi imprese: Sarkozy vuole liberarsi dalla nomea di “presidente dei ricchi”; secondo lo storico dell’economia, Nicola Baverez, ci sarebbe più valore simbolico che seria volontà di risparmio anche nel complesso delle misure di austerità:
o solo €11MD contro i €50MD e €80MD di Spagna e Italia. Tra i paesi dell’euro con rating di tripla A, la Francia è quello che ha il maggior debito, pari all’85% del PIL; il deficit è al 5,7%; scetticismo sulla possibilità che Sarkozy mantenga la promessa di consolidare il bilancio, dato che da 20 anni nessun governo francese c’è riuscito.
o Il presidente socialista della commissione bilancio francese critica: vengono aumentate quasi solo le entrate, mentre i tagli sarebbero di solo €1MD.
– FAZ: finora Sarkozy ha sfruttato tutti i margini di trattativa per diminuire preventivamente il danno, cioè pronte sanzioni per gli errori; Parigi si è opposta ai progetti del Consiglio UE di voto a maggioranza qualificata per il preavviso ai paesi che rischiano di violare le norme sul debito.
La norma di freno al debito da inserire nella Costituzione francese, su modello tedesco, prevede una “regola d’oro”, non esistente nella Costituzione tedesca: non sono previste né sanzioni e neppure precise indicazioni di cifre.
Prestations sociales et grandes sociétés aussi touchées
Mots clés : impôts, prestations sociales, Rigueur, François Fillon
Mis à jour le 07/11/2011 à 22:29
«Face à la crise, nous devons prendre des mesures complémentaires, en appelant les Français et les entreprises à un effort équitable» François Fillon
Les autres mesures du plan d’économies présenté hier par François Fillon.
– Majoration de 5% de l’imposition sur les sociétés des grandes entreprises
– L’impôt sur les sociétés des grandes entreprises – dont le chiffre d’affaires est supérieur à 250 millions d’euros – sera majoré de 5% en 2012 et 2013. Rendement attendu: 1,1 milliard d’euros par an.
– Revalorisation forfaitaire des prestations familiales et des aides au logement
– L’idée de fiscaliser les allocations familiales a été abandonnée au profit de leur revalorisation forfaitaire, à hauteur de 1% en 2012 «à titre exceptionnel», c’est-à-dire au niveau de la croissance prévue. Soit une économie globale de 500 millions d’euros. «La plupart des prestations sont revalorisées chaque année en fonction de l’inflation, mais dans le contexte actuel cela représente une charge lourde, de plus de 7 milliards d’euros», a indiqué François Fillon.
– Les minima sociaux (RSA, minimum vieillesse, allocation spécifique de solidarité, allocation adulte handicapé…) et les revenus de remplacement (pensions de retraite…) ne sont pas concernés et continueront d’être revalorisés selon les règles actuelles.
– Appel aux dirigeants des grandes entreprises à geler leur rémunération
– Suivez l’exemple des ministres et du chef de l’État. C’est ce que François Fillon demande aux dirigeants des grandes entreprises, notamment du CAC 40, à qui il suggère de geler leur salaire «jusqu’au retour à l’équilibre des finances publiques».
– Effort de transparence des collectivités locales
Au prétexte qu’«elles représentent plus de 20% de la dépense publique» et qu’elles pèsent lourd dans la définition du déficit public, le gouvernement souhaite que les collectivités locales participent elles aussi à l’effort de rétablissement des finances publiques. «Sans que cela remette en cause leur autonomie financière», le premier ministre demande ainsi aux régions, aux départements et aux communes de plus de 10.000 habitants de procéder chaque année à «la publication de l’évolution de leurs effectifs et de leurs dépenses de train de vie». Cet effort de transparence doit notamment porter «sur la dette, les dépenses d’intervention et de subventions, et les dépenses de fonctionnement, notamment les dépenses de communication, le parc automobile et l’immobilier».
Zu lange hat Frankreich nach eigener Erkenntnis auf Kredit und von sozialen Transfers gelebt. Nun kündigte die Regierung ein umfangreiches Sparpaket an. Vor allem sollen die Ausgaben gekürzt werden.
Von Christian Schubert, Paris
France’s Prime Minister Francois Fillon speaks during a news conference to unveil austerity measures at Hotel Matignon in Paris © REUTERS
Regierungschef Fillon kündigt am Montag die neuen Sparanstrengungen an
– Die französische Regierung hat ein umfangreiches Sparpaket angekündigt, mit dem sie ihren Fahrplan zum Schuldenabbau einhalten will. Frankreich lebe seit 30 Jahren auf Kredit und müsse jetzt sein Wirtschaftsmodell ändern, sagte Premierminister François Fillon am Montag vor der Presse in Paris. „Unser Wachstumsmodell ist untragbar geworden, denn es fußt seit zu langer Zeit auf dem Konsum, der von sozialen Transfers lebt“, sagte Fillon.
– Die neuen Maßnahmen sehen anders als beim vorherigen Sparpaket aus dem August nicht nur das Schließen von Steuerschlupflöchern, sondern auch erhebliche Ausgabenkürzungen vor.
– So soll das Rentensystem dadurch entlastet werden, dass die 2010 beschlossene Rentenreform beschleunigt wird. Das von 60 auf 62 Jahre erhöhte Rentenalter zum Erhalt der Vollrente (bei gleichzeitigem Erreichen der nötigen Beitragsjahre) soll nun schon von 2017 an greifen – ein Jahr früher als geplant.
– Außerdem werden die Gesundheitsausgaben eingedämmt: Das staatlich festgesetzte Ziel für die jährliche Ausgabenerhöhung werde von 2,8 auf 2,5 Prozent gesenkt. Das führe nach Regierungsangaben im aktuellen Sparplan zu den größten Ausgabenkürzungen: 21,1 Milliarden Euro will die Regierung bis 2016 im Gesundheitswesen sparen.
65 Millionen Euro Ausgaben sollen gekürzt werden
– Ob der Plan umgesetzt wird, hängt von der Bestätigung von Nicolas Sarkozy im Präsidentenamt ab. Im kommenden April und Mai treten die Franzosen an die Urne. Unter dem Druck der Finanzmärkte sowie der schwachen Steuereinnahmen ist die Regierung kurz vor dem Wahlkampf zu erheblichen Einschnitten gezwungen.
– Um die angestrebte Ausradierung der Neuverschuldung bis 2016 zu erreichen, will die Regierung nach Fillons Worten Ausgaben im Umfang von rund 65 Milliarden Euro kürzen und Steuern erhöhen. Die Ausgabenkürzungen seien höher als die Steuererhöhungen. Bis 2014 allerdings verhält es sich jedoch umgekehrt.
Viele Franzosen rutschen in höhere Steuerklasse
– So friert die Regierung für zwei Jahre die Steuerklassen ein, so dass viele Franzosen aufgrund der kalten Progression in eine höhere Steuerklasse rutschen werden. Dies bringt 2013 schon 3,4 Milliarden Euro und bis 2016 15,3 Milliarden Euro. Von Gewicht ist auch die Erhöhung des reduzierten Mehrwertsteuersatzes von 5,5 auf 7 Prozent.
– Dieser Schritt, der vor allem die Restaurant- und Hotelbetreiber sowie die Bauwirtschaft trifft, wird zusätzlich 9 Milliarden Euro in die Kasse bringen – doppelt soviel wie das Vorziehen der Rentenreform.
– Die Unternehmen bleiben auch von Erhöhungen der direkten Steuern nicht verschont: Die Körperschaftsteuer steigt für alle Unternehmen mit mehr als 250 Millionen Umsatz. Zudem erhöhen sich für die Privatanleger die Steuern auf Dividenden und Kapitalgewinne.
„Ich rufe die Verantwortlichen auf, das Gleiche zu tun“
– Die Regierung betont, dass sie die Hilfen zur Erhaltung sozialer Mindeststandards beibehalten werde. Sie wird allerdings die übrigen Sozialmaßnahmen wie das Kindergeld nicht wie üblich mit der Inflationsrate steigen lassen, sondern den Zuwachs im kommenden Jahr auf die Wachstumsrate von 1 Prozent begrenzen.
Um guten Willen zu zeigen, werden der Präsident und die Kabinettsmitglieder ihre Bezüge bis zur Beseitigung der Neuverschuldung einfrieren. „Ich rufe die Verantwortlichen der Politik und die Chefs der großen Unternehmen auf, genau das Gleiche zu tun“, sagte Fillon.
– Sarkozy hatte kürzlich die Prognose für das Wirtschaftswachstum für 2012 von 1,75 Prozent auf 1 Prozent gesenkt. Die Regierung will das Haushaltsdefizit im kommenden Jahr von 5,7 Prozent auf 4,5 Prozent des Bruttoinlandsproduktes senken. Die linke politische Opposition sowie die Gewerkschaften kritisierten den Sparplan als unsozial und wachstumsschädlich.
Le Figaro 111109
Berlin salue l’austérité française
AFP Publié le 09/11/2011 à 14:51 Réactions (3)
– Le gouvernement allemand a loué mercredi les mesures d’austérité annoncées lundi par Paris, citant la France comme un "bon exemple" pouvant redonner confiance aux marchés.
"Selon le gouvernement allemand, la France a donné un bon exemple d’attitude responsable avec son paquet de mesures qui a pour but de réduire les dépenses publiques, de mieux atteindre les objectifs de réduction de la dette", a déclaré le porte-parole du gouvernement, Steffen Seibert.
"C’est une annonce sur laquelle on peut compter, avec un calendrier concret pour appliquer ces mesures et qui est capable de donner confiance aux marchés", a-t-il dit, lors d’un point presse régulier du gouvernement.
– Questionné par un journaliste sur l’avenir de ces mesures si François Hollande, candidat socialiste à la prochaine élection présidentielle en France, gagnait ce scrutin, M. Seibert a dit: "C’est bien de nommer les mesures et de dire quand on veut les mettre en oeuvre (…) Et cela n’a tout d’abord rien à voir avec qui gouvernera".
– Le nouveau train de mesures annoncées lundi à Paris représente 7 milliards d’euros d’économies ou de recettes busgétaires supplémentaires d’ici à fin 2012. Il s’ajoute à un précédent plan de rigueur de 12 milliards d’euros sur la même période déjà annoncé à la fin août.
Sarkozy will sparen – "Wir geben zu viel aus. Wir müssen mehr arbeiten"
– Frankreichs Präsident Sarkozy bereitet die Franzosen auf weitere Einsparungen vor. Als Vorbild für erfolgreiche Reformen nannte Sarkozy die Politik Gerhard Schröders.
– Nach dem Euro-Gipfel hat Frankreichs Präsident Nicolas Sarkozy sein Land auf weitere Einsparungen in Milliardenhöhe eingestimmt. Um das Staatsdefizit zu senken, seien Einsparungen von sechs bis acht Milliarden Euro notwendig, sagte der Staatschef am Donnerstagabend in einem TV-Interview. Frankreich müsse sich darauf konzentrieren, den Schuldenberg abzubauen und das Haushaltsloch zu stopfen.
François Hollande zu ihrem Präsidentschaftskandidaten für die Wahlen im Frühjahr 2012 kürten
– „Das Problem sind nicht die Ratingagenturen. Wir geben zuviel aus. Wir müssen mehr arbeiten“, fügte Sarkozy hinzu. Innerhalb von zehn Tagen soll bekannt gegeben werden, wo der Rotstift angesetzt wird. Zudem senkte die Regierung die Wachstumsprognose für das kommende Jahr auf ein Prozent von zuvor 1,75 Prozent.
– Als Vorbild für erfolgreiche Reformen nannte Sarkozy mehrfach Deutschland. Die Einführung der 35-Stunden-Woche 2001 habe Frankreichs Wettbewerbsfähigkeit ruiniert, während der damalige deutsche Bundeskanzler Gerhard Schröder (SPD) das Gegenteil gemacht habe, sagte der Präsident.
Sarkozy will auch Veränderungen beim Steuersystem
– Auch beim Steuersystem müsse über Angleichungen nachgedacht werden. Frankreich sei das Land mit den höchsten Steuern in Europa. „Mein Job ist es, Frankreich näher an ein System heranzubringen, das funktioniert, das Deutschlands“, sagte Sarkozy.
Das Interview Sarkozys war mit Spannung erwartet worden. Es war der erste längere Fernsehauftritt des Staatschefs seit acht Monaten und der erste, seitdem die oppositionellen französische Sozialisten François Hollande zu ihrem Präsidentschaftskandidaten für die Wahlen im Frühjahr 2012 kürten.
Es gilt als sicher, dass Sarkozy trotz derzeit schlechter Umfragewerte erneut antritt. Im Interview verweigerte er erneut eine Antwort auf die Frage. Er wolle sich zu dem Thema Ende Januar oder Anfang Februar äußern.
– Hintergrund der Pariser Sparpläne ist wie in vielen anderen europäischen Staaten das nach EU-Regeln unzulässig hohe Staatsdefizit. Frankreich hat zugesagt, es bis 2013 auf 3 Prozent des Bruttoinlandsprodukts (BIP) zu drücken. 2010 lag es bei 7 Prozent. Die bisherigen Pläne der Regierung sollen den Haushalt bis Ende 2012 um etwa zwölf Milliarden Euro entlasten.
Top-Bonität ist in Gefahr
– Wegen der Schuldenprobleme ist auch Frankreichs Top-Bonität in Gefahr. Die Ratingagentur Moody’s zweifelte jüngst an dem bisher stabilen guten Ausblick für die Kreditwürdigkeit der zweitgrößten Volkswirtschaft Europas und stellte das Toprating (Aaa) auf den Prüfstand. Die Regierung müsse für Frankreichs Best-Bewertung wirtschafts- und haushaltspolitische Reformen umsetzen, schrieb Moody’s in einem vor zweieinhalb Wochen veröffentlichten Bericht.
„Das Problem sind nicht die Rating-Agenturen, das Problem ist, dass wir zu viele Ausgaben haben“, sagte Sarkozy am Donnerstagabend zu dem Thema. Statt auf die Rating-Agenturen zu schimpfen, solle besser mehr und besser gearbeitet werden.
Nach Angaben von Sarkozy sollen die neuen französischen Sparpläne nach dem G20-Treffen (3./4.11.) in Cannes vorgestellt werden. Einzelheiten nannte der Präsident nicht. Eine von vielen Franzosen befürchtete allgemeine Erhöhung der Mehrwertsteuer schloss er allerdings aus.
Le Figaro 111108
Fillon : «Nous voulons protéger les Français»
Mots clés : austérité, crise, rigueur, FRANCE, François Fillon
Par lefigaro.fr Mis à jour le 08/11/2011 à 19:39 | publié le 07/11/2011 à 12:43 Réactions (1106)
Pour le premier ministre, le nouveau plan de rigueur annoncé lundi pour réduire le déficit est «juste et nécessaire». Tour d’horizon des mesures qui doivent rapporter 65 milliards d’ici 2016.
«Nous voulons protéger les Français contre les graves problèmes auxquels font face d’autres pays européens». En présentant ses mesures supplémentaires d’austérité, le premier ministre François Fillon a replacé la France dans le contexte de panique financière qui frappe la zone euro. «Le mot faillite n’est plus un mot abstrait», a-t-il martelé, rappelant entre les lignes qu’il avait lui-même utilisé cette expression taboue dès 2007.
– Les Français devront se résoudre à faire «quelques sacrifices», a prévenu le premier ministre, «afin de ne pas avoir à mener un jour une politique imposée par d’autres». Sans les nommer, le premier ministre pointe ici du doigt le danger que représenterait la pression exercée par des agences de notation menaçant d’abaisser la note AAA de la France.
«Plus de solidarité entre la France et l’Allemagne»
– Sur TF1, lundi soir, le premier ministre a défendu l’effort supplémentaire consenti par la France. «Il n’y a pas beaucoup de gouvernements qui, à quelques mois des éléctions, auraient le courage de prendre de telles mesures», a-t-il déclaré. Et d’ajouter : «Ces efforts sont nécessaires».
– Le premier ministre s’est dit «convaincu que son plan va rassurer les investisseurs sur les capacités de la France. Nous ne sommes pas obsédés par les agences de notation». Pour cela, François Fillon souhaite plus de coopération notamment entre la France et l’Allemagne.
– L’effort supplémentaire représente 18,6 milliards d’euros sur les deux prochaines années, dont 7 milliards d’euros en 2012 et 11,6 milliards en 2013.
– D’ici à 2016, ce sont 65 milliards d’euros supplémentaires qui seront économisés, a annoncé le premier ministre, afin d’arriver à un déficit zéro à cette date. Le premier ministre a également rappelé que le gouvernerment table sur une croissance de 1% en 2012.
Les principales mesures :
– La TVA réduite passe de 5,5% à 7%. Ce nouveau taux, que le premier miniestre juge «raisonnable», s’appliquera à tous les services et biens concernés par le taux réduit. Une exception toutefois : les produits alimentaires de première nécessité resteront taxés à 5,5%.
– Retraite à 62 ans en 2017 au lieu de 2018. L’application du passage de l’âge légal de départ en retraite à 62 ans va être avancée d’un an, à 2017, ce qui doit permettre de diminuer de 4,4 milliards d’euros les déficits des caisses retraites entre 2012 et 2016. Concrètement, a précisé François Fillon, «cela reviendra à quelques mois d’activité supplémentaire pour les générations nées entre 1952 et 1956». Cette accélération, selon lui, «va conforter la réforme de 2010 et permettra de diminuer de plus de 4,4 milliards d’euros les déficits cumulés des régimes de retraite entre 2012 et 2016».
– Le barème de l’impôt sur le revenu et celui de l’impôt de solidarité sur la fortune seront gelés pour les deux prochaines années.
– Réduire l’écart de taxation entre le capital et le travail. Le prélèvement libératoire forfaitaire sera augmenté de 19 à 24% pour réduire l’écart de taxation entre les revenus du travail et du capital. «Le prélèvement forfaitaire libératoire sera porté à 24% pour les dividendes et les intérêts», a ajouté le premier ministre. Le prélèvement forfaitaire libératoire (PFL) permet à un contribuable de s’acquitter de l’impôt dû sur les revenus des placements bancaires (bons du Trésor, etc…).
– 500 millions d’euros d’économies supplémentaires pour l’État en 2012. Notamment, les salaires des ministres et du président de la République seront gelés jusqu’à ce que les comptes publics soient à l’équilibre. «J’appelle les grandes entreprises, ainsi que les collectivités territoriales, à faire de même», a lancé François Fillon. Il demande d’ailleurs à ces dernières de mener un «effort de transparence», en publiant chaque année, les chiffres concernant leur train de vie et leurs effectifs.
– Les comptes de la sécurité sociale seront redressés à hauteur de 700 millions d’euros supplémentaires en 2012. «Nous avons décidé de ramener l’Ondam, c’est-à-dire la progression des dépense de l’assurance maladie à 2,5% à partir 2012 au lieu des 2,8% qui avaient été initialement fixés, a déclaré le premier ministre. En matière de maîtrise des dépenses de santé, c’est un effort supplémentaire de 700 millions d’euros qui sera accompli.» L’Ondam est fixé chaque année dans la loi de financement de la Sécurité sociale (LFSS) et se présente sous la forme d’un taux d’évolution des dépenses à respecter.
– La hausse de certaines prestations sociales sera limité exceptionnellement à 1% en 2012. Les minimas sociaux (RSA, retraites, allocations adulte handicapé, etc.) ne sont pas concernés et seront revalorisés selon les règles actuelles, plus avantageuses. Il s’agit de limiter la hausse des dépenses sociales dans un contexte de baisse des recettes des cotisatins sociales, a justifié en substance François Fillon.
– Les niches fiscales seront rabotées de 2,6 milliards d’euros supplémentaires. Par exemple, le dispositif Scellier sera supprimé fin 2012, le taux à prêt zéro sera recentré.
– L’impôt sur les sociétés pour les grands groupes (chiffre d’affaires supérieur à 250 milions d’euros) sera augmenté de 5%.
«La France doit se retrousser les manches», a insisté François Fillon. «Il faut refonder notre modèle de croissance» trop soutenu par un consommation elle-même gonflée par les transferts sociaux, a déclaré François Fillon en conclusion.
Alla TV: Sarkozy vuole far diventare un po‘ più tedesca la Francia
TV-Auftritt – Sarkozy will Frankreich ein bisschen deutscher machen
– Frankreichs Präsident will mit Merkel "ein Schwergewicht im Zentrum Europas" bilden. Sarkozy lobt Schröders Agenda 2010 und begeistert sich für das deutsche Modell.
– Frankreichs Präsident Nicolas Sarkozy hat sich in einem Fernsehinterview am Donnerstagabend als überraschend überzeugter Anhänger deutscher Wirtschaftspolitik gezeigt. Dies verblüffte, nachdem die Woche vor dem Brüsseler Euro-Rettungs-Gipfel am Mittwoch von kontroversen Verhandlungen zwischen Franzosen und Deutschen geprägt war, in denen heftig um die richtige Strategie zur Behebung der Euro-Krise gerungen worden war.
– Insbesondere in seinem Bestreben, den Europäischen Stabilitätsfond in eine Bank zu verwandeln, damit dieser direkt Staatsanleihen überschuldeter Euro-Staaten aufkaufen kann, scheiterte Sarkozy am massiven Widerstand Angela Merkels. In der französischen Presse wurde dies weitgehend als „Sieg“ Deutschlands betrachtet.
– Auch um diesem Eindruck zu begegnen – und um zugleich verbliebene eigene Reformvorhaben zu legitimieren – unterstrich Sarkozy nun die Notwendigkeit deutsch-französischer Einigkeit: „Sind sie jetzt einverstanden mit Madame Merkel?“, fragte der Interviewer Yves Calvi etwas spitz. Sarkozy erinnerte daraufhin zunächst leicht pathetisierend an die „schmerzhafte gemeinsame Geschichte“ und die drei Kriege, die Deutsche und Franzosen gegeneinander geführt hätten, bis „Männer des Friedens“ und „mit Visionen“ wie Adenauer und de Gaulle, Schmidt und Giscard oder Kohl und Mitterrand gekommen seien. Dann stellte er klar: „Wenn Frankreich und Deutschland nicht im Gleichschritt gegangen wären, hätte Europa das nicht überstanden.“
"Gemeinsam ein Schwergewicht im Zentrum Europas bilden"
– In ungewohnter Deutlichkeit betonte Sarkozy im weiteren Verlauf seines ersten TV-Interviews seit acht Monaten mehrfach die Notwendigkeit für Frankreich, eine „Übereinstimmung“ (convergence) mit deutschen Verhältnissen herzustellen. Zugleich kündigte er angesichts sinkender Wachstumsprognosen ein neues Sparprogramm an, ohne dabei bereits konkrete Maßnahmen zu nennen. Diese sollen erst nach dem G-20-Gipfel, der Anfang November in Cannes stattfindet, bekannt gegeben werden.
– Sarkozy hält die Ausrichtung an deutschen Steuer- und Sozialgesetzen für notwendig, damit Deutschland und Frankreich „gemeinsam ein Schwergewicht im Zentrum Europas“ bilden können. Nun müsse dringend nachgeholt werden, was bei der Gründung der Euro-Zone versäumt worden sei, dies habe er mit Angela Merkel verabredet.
– Die Finanzminister beider Länder, Wolfgang Schäuble und François Baroin, hätten die Aufgabe, Vorschläge zu einer Angleichung der Unternehmenssteuer zu entwickeln. Für französische Unternehmen sei die Abgabenlast derzeit doppelt so hoch wie für deutsche.
– In dieser Deutlichkeit hat Sarkozy seine Begeisterung für das deutsche Modell bislang noch nie formuliert. Doch offenbar hat er angesichts alarmierender Umfragewerte sieben Monate vor der Präsidentschaftswahl den Eindruck gewonnen, dass ihm (wenn überhaupt) nur der Verweis auf den wirtschaftlich gesünderen Ex-Erbfeind die Argumente liefert, um notwendige Kürzungen und Reformen wie die Einführung einer Schuldenbremse noch durchführen zu können.
– Nur 31 Prozent der Franzosen sind mit Sarkozys Amtsführung derzeit zufrieden, der sozialistische Gegenkandidat François Hollande würde ihn momentan in einer Stichwahl um die Präsidentschaft klar besiegen. In dieser Lage scheint Sarkozys Wahlkampfstrategie darin zu bestehen, Frankreich ein wenig deutscher zu machen.
– Auf die Frage, ob Deutschland, das für seine Kredite nur 2,3 Prozent Zinsen bezahlt, während Frankreich 3 Prozent aufbringen muss, „vertrauenswürdiger“ sei als Frankreich, antwortete Sarkozy: „Eben deshalb müssen wir Hand in Hand mit Deutschland arbeiten. Meine Aufgabe besteht darin, Frankreich Deutschland anzunähern und nicht jenen Ländern, in denen sich Dramen abspielen.“
– Nicht nur Angela Merkel präsentierte Sarkozy in dem Interview als politisches Vorbild, auch ihr Amtsvorgänger Gerhard Schröder wurde von Sarkozy gelobt. Unter diesem seien in Deutschland notwendige Reformen durchgeführt worden, während Frankreich 2001 „das einzige Land auf der Welt“ gewesen sei, das „dieses seltsames Ding“ der 35-Stunden-Woche eingeführt habe. Das seltsame Ding habe die „französische Wettbewerbsfähigkeit ruiniert“, so Sarkozy.
– Und während man es sich in Frankreich 1983 gestattet habe, das Renteneintrittsalter von 65 auf 60 Jahre zu reduzieren, hätten die Deutschen einige Jahre später „genau das Gegenteil gemacht“.
– Als er selbst im vergangenen Jahr die Rentenreform durchsetzte, seien „alle dagegen gewesen“, doch er habe sich auch von neun Demonstrationen nicht dazu bewegen lassen nachzugeben, da er überzeugt gewesen sei, dass die Reform notwendig sei, um das „französische Modell“ des Sozialstaates zu bewahren. In Frankreich sei nie der „richtige Moment“ für eine Reform, aber als Präsident sei er eben gezwungen, seine „Pflicht zu tun“, sagte Sarkozy. Und auch in diesem Moment klang er ziemlich deutsch.
– Das Präsidenteninterview im Fernsehen ist eine seltene und spezifisch französische Sportart. Der Präsident tritt vor die Kamera, lässt sich von zwei respektvollen und gemäßigt kritischen Journalisten zur Lage der Nation befragen mit dem Ziel, sich selbst der Franzosen und die Franzosen ihrer selbst zu vergewissern. Die relative Nüchternheit des Dekors – ein Empire-Büro im Élysée-Palast mit einem demonstrativ spartanischen Holzschreibtisch und einer beige-farbenen ledernen Schreibtischunterlage – sollten den Ernst der Lage verdeutlichen.
Der Präsident sprach ohne Notizen und präsentierte sich so den Franzosen als Staatsmann, der die brisanten Dossiers scheinbar aus dem Effeff beherrscht. Zu dieser gelungenen Inszenierung frugaler Souveränität passte Sarkozys präsidiale Kritik an den Mitgliedern der „politischen Klasse“, deren „Problem“ es sei, „dass sie permanent ein Bild abgeben wollen, dass nicht der Wahrheit entspricht.“
– Die Äußerung entbehrte aus dem Munde eines Politikers, der schon alle möglichen Bilder abgegeben hat, nicht der Ironie. In den sich permanent wandelnden Sarkozy-Inszenierungen ist der Präsident in den vergangenen vier Jahren vom hyperaktiven Ego-Performer zum Staatsmann-Darsteller gereift.
Seine Darbietung am Donnerstagabend dauerte rund 90 Minuten. Den Rest des Abends verbrachten professionelle Kritikaster und Oppositionspolitiker auf allen Kanälen damit, möglichst kein gutes Haar an dem zu lassen, was der Präsident gesagt hatte – während eine Handvoll Regierungsvertreter auf denselben Kanälen den Kritikern entgegenhielt, wie recht der Präsident doch hat.
„Haben wir mit der Brüsseler Krise einen Ausweg aus der Krise gefunden oder handelt es sich nur um eine Atempause?“, hatten die Fragesteller Calvi und Jean-Pierre Pernaut, zu Beginn des 90-minütigen Live-Gesprächs gefragt, das auf mehreren Sendern gleichzeitig übertragen wurde.
Sarkozy nahm die Frage dankbar entgegen, bot sie ihm die Gelegenheit, die Lage als ebenso dramatisch zu beschreiben wie seine Leistung als angemessen: „Gestern haben wir wichtige Entscheidungen getroffen, die eine Katastrophe verhindert haben“, sagte der Präsident. „Hätten wir keine Einigung erzielt, wären wir auf eine Katastrophe nicht nur für Europa, sondern für die ganze Welt zugesteuert.“
– Wenn Griechenland bankrott gegangen wäre, hätte dies die ganze Euro-Zone in einer Kettenreaktion mitgerissen, wie sie sich 2008 nach der Lehman-Pleite ereignete, welche die Finanzkrise auslöste, glaubt Sarkozy.
– Ob Griechenland denn nun gerettet sei, fragte Calvi nach. Sarkozy antwortete nicht mit einem klaren Ja: „Griechenland kann sich retten, aber Griechenland muss sich anstrengen. Die Menschen in Griechenland müssen Steuern bezahlen, der Steuerbetrug muss bekämpft werden“, riet der französische Präsident den Griechen.
– Ausführlicher als über Griechenland wurde jedoch naturgemäß über Frankreich gesprochen. Sarkozy räumte ein, dass die Wachstumsprognose für die französische Wirtschaft für das Jahr 2012 von 1,75 auf 1 Prozent gesenkt werden müsse. Dadurch fehlen im nächsten Haushalt mindestens „6 bis 8 Milliarden Euro“, die durch „Sparmaßnahmen oder neue Steuereinnahmen“ herein geholt werden sollen.
Genaueres will Sarkozy erst nach dem G-20-Gipfel in Cannes (3./4. November) verkünden. Eine „generelle“ Erhöhung der Mehrwertsteuer schloss er aus, diese würde auf Kaufkraft und Konsum lasten. Wahrscheinlich kommt es aber zur Einführung eines neuen, mittleren Mehrwertsteuersatzes auf bestimmte Warengruppen. Das schloss Sarkozy nämlich nicht ausdrücklich aus.
Der obligatorischen Frage, ob er bei der Präsidentschaftswahl im kommenden April erneut antreten wolle, wich Sarkozy unter Verweis auf seine Vorgänger aus: Auch Mitterrand und Chirac hätten sich erst im Februar oder März des jeweiligen Wahljahres erklärt, er sei gewählt worden, um seine Arbeit zu tun – und das wolle er „bis zur letzten Minute“ tun. Er habe eine Krise zu bewältigen, „welche die Franzosen beunruhigt“. Seine Aufgabe sei es „die Franzosen zu schützen“.
Marine Le Pens Kostprobe gekränkten Nationalstolzes
– Um das zu bewerkstelligen, hat sich Nicolas Sarkozy offenbar entschieden, in den verbleibenden sieben Monaten seiner ersten und möglicherweise letzten Amtszeit zur Festigung Europas die Annäherung Frankreichs an Deutschland voranzutreiben.
– Ob seine Landsleute das zu schätzen wissen, ist fraglich. Marine Le Pen, die raubeinige Vorsitzende des rechtsextremen „Front National“, gab in der Talk-Runde nach dem Präsidenten-Interview schon einmal eine Kostprobe, wie gekränkter Nationalstolz klingt, als sie die Regierungssprecherin Valérie Pécresse angriff: „Sie wollen 2012 Madame Merkel wählen und reden von einem starken Frankreich?"
Hinter Präsident Sarkozys Sparkurs steckt mehr Symbolik als Substanz, derweil sich die Sozialisten klar zur Budgetdisziplin bekennen. Einig ist man sich aber darin, die Haushaltspolitik nicht „von Berlin“ bestimmen zu lassen.
Von Michaela Wiegel, Paris
Hat Sarkozy den Ernst der haushaltspolitischen Lage Frankreichs erkannt?
– In der europäischen Staatsschuldenkrise sucht sich Nicolas Sarkozy als eiserner Sparer zu profilieren. Den streikenden Lehrern, die in ganz Frankreich gegen die Streichung von 80.000 Planstellen bis 2012 protestierten, begegnete er mit Unverständnis. Am Mittwoch billigte das Regierungskabinett in Paris einen Budgetplan für 2012, mit dem das Defizit um elf Milliarden Euro gesenkt werden soll. Sieben Monate vor den Präsidentenwahlen lässt Sarkozy damit eine „Reichensteuer“ beschließen, die nach den Worten von Haushaltsministerin Valérie Pécresse Jahreseinkommen über 250.000 Euro betreffen soll. Die symbolische Wirkung der neuen Steuer hat der Präsident einkalkuliert: Er will den Ruf des „Präsidenten der Reichen“ loswerden, den er sich mit dem von ihm 2007 erweiterten – und mittlerweile abgeschafften – „Steuerschutzschild“ für Vermögende selbst eingehandelt hatte.
– Aber auch in dem Sparhaushalt stecke mehr Symbolik als ernsthafter Sparwille, sagt der Wirtschaftshistoriker Nicolas Baverez. Baverez spricht von einem „Pseudo-Sparplan“, der deutlich mache, wie wenig Sarkozy den Ernst der haushaltspolitischen Lage Frankreichs erkannt habe. Während Spanien und Italien Sparpläne in einer Höhe von 50 bis 80 Milliarden Euro verabschiedeten, begnüge sich Frankreich mit elf Milliarden. Aber auch die Art und Weise wie Sarkozy spare, zeige wenig Reformwillen, kritisiert der sozialistische Vorsitzende des Haushaltsausschusses, Jérôme Cahuzac.
– Der Präsident erhöht fast ausschließlich die Einnahmen, Ausgabenkürzungen sollen nur eine Milliarde Euro zur Konsolidierung beitragen.
– Wirtschaftshistoriker Baverez weist auf die schlechte Wirtschaftsbilanz Sarkozys zum Ende seines Mandats hin: Unter den Euro-Mitgliedstaaten mit der höchsten Bonitätsbewertung hat Frankerich mit Schulden in Höhe von 85 Prozent der Wirtschaftsleistung den höchsten Schuldenstand. Zudem weist Paris ein Rekordhaushaltsdefizit von 5,7 Prozent des Bruttoinlandsprodukts auf, das ist fast doppelt so viel, wie es der Maastricht-Vertrag erlaubt. Natürlich hat Sarkozy versprochen, das Defizit unter Kontrolle zu bringen. Aber seit zwanzig Jahren hat es keine französische Regierung vermocht, eine Haushaltskonsolidierung erfolgreich zu Ende zu führen.
– Das dürfte die anhaltenden Bedenken in Paris begründen, die eigene Budgethoheit – wenn auch nur begrenzt – einzuschränken. Sarkozy ließ sich zwar beim deutsch-französischen Stelldichein von Deauville im vergangenen Herbst auf halb-automatische Sanktionen für Haushaltssünder ein, aber nur, um automatische Sanktionen abzuwenden.
– Sarkozys Zustimmung zum verschärften Stabilitätspakt, über den das Europäische Parlament am Mittwoch abstimmte, ist nicht so eindeutig, wie er es in öffentlichen Erklärungen kundgetan hat. Sarkozy hat bis zuletzt alle Verhandlungsmargen ausgenutzt, um den „präventiven Arm“, also die frühzeitige Sanktionierung von Fehlentwicklungen, zu schwächen. Paris setzte entgegen ursprünglichen Plänen durch, dass der Europäische Rat der frühen Verwarnung von potentiellen Haushaltssündern zunächst mit qualifizierter Mehrheit zustimmen muss.
Sarkozys „goldene Regel“
– Überhaupt behagt es der politischen Klasse in Paris nicht, sich haushaltspolitische Entscheidungen „von Berlin“ diktieren zu lassen. Der Wunsch der Bundesregierung, auch Frankreich möge sich eine Schuldenbremse in die Verfassung schreiben, wurde von Sarkozy zwar positiv aufgenommen.
– Aber Sarkozy ließ eine „goldene Regel“ ausarbeiten, die mit dem deutschen Vorbild nicht mehr viel gemein hatte. Die „goldene Regel“ sieht weder Sanktionen, noch in Zahlen ausgedrückte Vorgaben über das Ausmaß des Schuldenabbaus vor. Jetzt ist sie aufgrund des Machtwechsels im Senat ohnehin hinfällig geworden – ohne dass Sarkozy darüber besonders betrübt erschiene.
– Die führenden Sozialisten hingegen haben im Vorwahlkampf mit überraschender Entschiedenheit ihren Willen zu Haushaltsdisziplin bekundet. Umfragefavorit François Hollande hält dabei nichts davon, dem Schuldenabbau Verfassungsrang zu geben. Er verspricht hingegen, durch öffentliche Ausgabendisziplin und eine Rücknahme der von der Finanzinspektion als ineffizient angeprangerten Steuervorteile die Staatsfinanzen in Ordnung zu bringen. Auch Martine Aubry hat das ursprüngliche sozialistische Präsidentenprojekt einer Revision unterzogen und verpflichtet sich, das Haushaltsdefizit bis 2013 auf drei Prozent des Bruttoinlandsprodukts zu reduzieren.