ASIA SUD-EST
CORRIERE Lun. 3/4/2006
Paolo Salom
Il premier-magnate non ottiene dalle urne il plebiscito
sperato
Contestato a Bangkok e nel
Sud, ma la campagna è per lui
La Thailandia non ama più il suo premier imprenditore. Thaksin
Shinawatra, 56 anni, leader del partito Thai rak Thai («I
thailandesi amano i thailandesi»), esce annunciato vincitore dalle elezioni
anticipate da lui convocate tre anni prima del previsto. Ma, invece della
consacrazione popolare, ottiene di dividere il Paese, portandolo sull’orlo di
una crisi istituzionale. Un anno fa, Thaksin, al potere dal 2001, era stato
rieletto trionfalmente con il 70 per cento dei consensi e 377 seggi su 500. Ieri,
è stato sostenuto soltanto dai contadini del Nord e del Centro del Paese,
mentre la capitale Bangkok e il Sud – che ospita i maggiori centri turistici
e la riottosa minoranza musulmana – gli hanno voltato le spalle ascoltando
gli appelli al boicottaggio delle tre maggiori formazioni dell’opposizione.
Il premier, soprannominato il Berlusconi d’Asia, non ha comunque più rivali in
Parlamento. Ma rischia di perdere faccia e autorità. Il contrario di quello che
si era prefisso. Anche se ieri ostentava sicurezza. «Mi congratulo con il Paese
intero perché siamo riusciti a conservare la democrazia – ha detto il primo
ministro dopo aver votato nella sua circoscrizione a Bangkok -. Ora vorrei
lanciare un appello a tutti i settori della società perché siano rispettate le
regole e la decisione del popolo». La risposta è arrivata da Banharn
Silpa-archa, leader della formazione di opposizione Chart Thai : «I
thailandesi non accetteranno queste elezioni e la situazione politica
peggiorerà sempre più». Contestato dagli avversari dell’Alleanza del popolo
per la democrazia e da quotidiane manifestazioni di piazza che lo invitavano a
dimettersi, Thaksin aveva chiuso la legislatura in anticipo certo di
riconquistare i «cuori della gente», favorito dalla sua politica di incentivi
fiscali e di prestiti a tasso zero sfruttati in particolare nelle zone rurali
della Thailandia. Ma gli scandali legati a corruzione, abusi di potere e,
soprattutto, la controversa cessione dell’azienda di famiglia, la Shin
Corporation, gigante dei media con interessi nelle telecomunicazioni e nelle
reti tv private, lo avevano costretto in un angolo. Il premier magnate era
stato colpito dal boomerang del conflitto di interessi: cedendo l’azienda a una
società di Stato di Singapore, si era esposto all’accusa di aver «svenduto a
stranieri un bene strategico della Thailandia». Ecco quindi la mossa a sorpresa
delle elezioni anticipate.
Un plebiscito avrebbe messo a tacere la piazza turbolenta in un Paese abituato
a continue crisi politiche e colpi di Stato. In assenza di exit poll, ieri sera
l’unico dato certo era che in molti distretti di Bangkok, la capitale, gli
elettori si erano schierati con le opposizioni, annullando le schede con la
scritta «Diciamo no al voto». Ma soprattutto, appariva in forse la possibilità
di eleggere i deputati del partito di governo in molti dei 276 collegi
uninominali. Infatti, pur non avendo avversari (i tre maggiori partiti dell’opposizione,
il Partito democratico, Chart Thai e Mahachon , non hanno
presentato candidati), per ottenere il seggio era necessario raggiungere il
quorum del venti per cento, cosa impossibile in regioni come il Sud musulmano e
secessionista.
Se ciò sarà confermato, si dovranno tenere elezioni suppletive fino a riempire
tutti i 500 scranni. Ma, nel frattempo, il premier dovrà affrontare la non
facile questione costituzionale di un Parlamento che potrebbe non essere
legittimato a votargli la fiducia perché incompleto nonostante la «vittoria
schiacciante». «Il voto provocherà uno stallo politico di mesi, il cui esito è
lungi dall’essere certo», ha detto l’analista politico Somjai Phagaphasvivat.
Ieri Thaksin ha annullato all’ultimo minuto una conferenza stampa, prevista
alla chiusura dei seggi, uscendo di soppiatto da una porta laterale e schivando
i giornalisti in attesa. «Aspettiamo dati più certi», si è giustificato un
portavoce. Si profila una vittoria di Pirro?
Il
Paese
POPOLAZIONE La Thailandia ha 63,7 milioni di
abitanti. Ieri sono stati chiamati alle urne 45 milioni di cittadini
ELEZIONI ANTICIPATE I thailandesi hanno votato con tre anni di anticipo
sulla scadenza naturale: avevano infatti rinnovato il Parlamento solo a
febbraio dell’anno scorso
IL PREMIER Thaksin Shinawatra, 56 anni, al potere dal 2001, nel 2005 era
stato rieletto trionfalmente con il 70 per cento dei consensi. Ha deciso di
sciogliere il Parlamento (dove il suo partito Thai rak Thai , «I thailandesi
amano i thailandesi» controllava 377 seggi su 500) in seguito alle proteste
dell’opposizione e a continue manifestazioni di piazza contro la sua politica.
Le nuove elezioni sono state però boicottate dall’opposizione
TV E MEDIA Thaksin, criticato perché padrone della Shin Co., gigante
delle telecomunicazioni che controlla l’unica televisione privata di Bangkok, a
gennaio ha ceduto a un’azienda statale di Singapore le quote di famiglia della
società ma non ha spento le polemiche: l’uomo soprannominato il «Berlusconi
d’Asia» è stato accusato di aver «svenduto» a stranieri un «patrimonio
thailandese»