Teheran, lacrimogeni sui manifestanti

VANNA
VANNUCCINI

Scontri tra polizia e sostenitori dell´ayatollah
dissidente Boroujerdi. Il religioso arrestato aveva anche chiesto aiuto al Papa

Ahmadinejad: "Non
rinunciamo al nucleare, le sanzioni non ci fanno paura"
Urlavano slogan sul diritto alla libertà di religione Attaccati, hanno dato
fuoco a cataste di pneumatici

La brutalità e l´efficienza con cui il regime sta
stroncando qualsiasi voce critica ha avuto una conferma ieri con l´arresto
dell´ayatollah Mohammad Kazemeyini Boroujerdi, un religioso che sostiene il
punto di vista "quietista" dello sciismo, ovvero la separazione della
religione dalla politica
. Prima della dottrina rivoluzionaria di Khomeini
gli sciiti pensavano (in modo non dissimile dagli ebrei ultraortodossi che non
riconoscono lo Stato d´Israele) che l´unione di religione e politica, con la
fondazione di uno Stato islamico, potesse avvenire solo quando fosse tornato
sulla terra il dodicesimo Imam. Khomeini rovesciò radicalmente questa dottrina
stabilendo il principio del velayat e faqih, il governo del giurista supremo.
L´ayatollah Boroujerdi, 50 anni, era stato ammonito anche in passato per le
sue idee dal Tribunale speciale per il Clero
. Ma le pressioni sono
aumentate enormemente dall´estate, come ha denunciato egli stesso in alcune
lettere scritte nei giorni scorsi al Papa, al Segretario generale dell´Onu
Annan e al rappresentante della Ue Solana.

Quarantuno suoi seguaci sono stati arrestati e portati nel carcere di Evin
nei giorni scorsi. Venerdì, un gruppo di seguaci erano riuniti davanti alla
casa dell´ayatollah, in una strada centrale di Teheran sud. Volevano celebrare
insieme l´iftar, il pasto rituale che al tramonto interrompe il digiuno durante
Ramadan, e protestare contro l´incarcerazione dei loro compagni
. Scandivano
slogan sul «diritto alla libertà religiosa» e a favore della «religione
tradizionale». Secondo quanto ha scritto ieri il quotidiano Etemad e Melli
la polizia era intervenuta lanciando gas lacrimogeni e loro si erano difesi e
dando fuoco a cataste di pneumatici
.
La necessità di riformare l´Islam e di «non inquinare la religione con la
politica» si sta diffondendo sempre di più nei seminari di Qom, soprattutto tra
i più giovani, dice il teologo Abdolkarim Soroush
. Ma la questione nucleare
ha reso ostaggi i critici del regime, qualsiasi critica viene bollata come
tradimento. Il regime ha ribadito anche ieri di considerare «inaccettabili» le
richieste occidentali di sospendere l´arricchimento dell´uranio e il presidente
Ahmadinejad ha ribadito che l´Iran è interessato a negoziare ma le minacce di
usare la forza non piegheranno il paese.
Boroujerdi è stato arrestato per «responsabilità negli incidenti». Gli
incidenti erano stati provocati da «elementi separatisti, armati di coltelli e
di spade» che nell´ultima settimana avevano provocato a Teheran «problemi per
la sicurezza», ha detto il vice prefetto di Teheran, Rostan.
In Iran circolano ogni giorno notizie di manifestazioni di protesta per ragioni
economiche represse brutalmente dalla polizia. Ma quelle che il regime teme di
più sono le proteste delle minoranze etniche – curdi, arabi, azeri e baluchi.
Boroujerd, da cui viene la famiglia dell´Ayatollah Boroujerdi, si trova appunto
in una regione abitata da curdi e azeri
. Ancora più delle sanzioni o di un
attacco americano, il regime teme i piani, dei quali accusa Stati Uniti e Gran
Bretagna, di far esplodere l´Iran dall´interno, sobillando lo scontento delle
minoranze discriminate.

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