Alessandra Mangiarotti
Oggi l’incontro fra Prodi e il presidente De Palacio
Il commissario Barrot:
opportunità per l’Europa
MILANO – La posizione del commissario Ue ai Trasporti
Jacques Barrot è chiara: «La Torino-Lione supera l’interesse di Italia e
Francia, è una grande opportunità per tutta l’Europa». Quindi: «Spero che le
autorità italiane facciano il possibile per convincere gli abitanti della Val
di Susa e per dialogare con loro». Ma non ci sono dubbi: «A questo punto la
palla passa nelle mani del governo italiano, la mia competenza finisce qui».
Nessuna pressione, dunque. Forse una sorta di sottinteso ultimatum. Sicuramente
un invito a prendere una decisione sul futuro della Tav. E’ quello che arriva
da Bruxelles alla vigilia di giornate clou per il futuro della Torino-Lione: oggi
l’incontro a Roma tra Romano Prodi e la responsabile del Corridoio 5 Loyola De
Palacio (prima delle vacanze proprio a Barrot dovrà presentare il rapporto
sulla Barcellona-Kiev); il 4 luglio, invece, il vertice a Lione del Comitato
intergovernativo. Ieri il premier ha assicurato che sulla Tav il governo
prenderà «una decisione nei prossimi giorni». Perché, facendo riferimento
alle ruspe rimosse da Venaus, «il problema non è lo stop o il non stop al
cantiere, ma decidere». Il ministro dei Lavori pubblici Antonio Di Pietro ha
però anticipato che nell’incontro con la De Palacio ribadirà che «il progetto è
di enorme interesse per l’Italia e l’Europa». E ha aggiunto: «Per la Tav in
Val di Susa ho chiesto a Prodi di convocare il tavolo politico, dal quale credo
sia necessario ripartire per garantire il dialogo con autorità e popolazioni
locali».
Dialogo. Concertazione. Parole chiave a Roma come a Bruxelles. La petizione
dei no-Tav infatti non è stata archiviata: «Le inquietudini degli abitanti
della Val di Susa – ha detto Barrot – vanno verificate punto per punto. Anche
se i rischi sono minimali». Parla di confronto, compensazioni. Ma sottolinea
come «non ci sono alternative possibili» alla Torino-Lione; «ci sono solo
benefici a lungo termine per tutta l’Europa, Val di Susa e Maurienne comprese».
E aggiunge: «In Francia la questione è stata presentata positivamente. Vi è
stato un grande lavoro per spiegare il progetto nella sua interezza. Al
contrario, in Italia la situazione di conflittualità in Val di Susa esige un
grande sforzo».
Soddisfatta dell’incontro l’europarlamentare verde Monica Frassoni. Ma Vittorio
Agnoletto (Prc) mette in guardia: «Attenzione, con le parole di Barrot è
definitivamente scomparsa la supposta pressione-imposizione dell’Unione
Europea: la palla è rimandata al governo italiano». E il presidente della
commissione Trasporti dell’Europarlamento, Paolo Costa, sottolinea: «Non si
tratta di decidere "se", ma "come" fare la Tav. Il nuovo
governo deve dire in fretta come intende finanziare da qui al 2020 la Torino-Lione
e l’intera tratta italiana». E aggiunge: «Occorre una dichiarazione d’intenti
di Francia, Italia, Slovenia e Ungheria per ribadire la volontà nazionale di
andare avanti».