La svolta nella politica turca scombina le alleanze in Medio Oriente

La Turchia ha bombardato il 23 luglio, postazioni dell’Isis in Siria e campi curdi in Iraq; il ministro degli esteri Davutoglu ha dichiarato che le zone tolte all’Isis in Siria potrebbero diventare campi di raccolta per i profughi siriani. In quest’area, analoga a quella che il 1 luglio hanno creato le truppe giordane a sud della Siria, Erdogan sta inviando preventivamente 18 mila soldati. Con queste azioni il governo turco

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Turchia: la lotta degli operai dell’auto continua

Una risposta di classe allo sfruttamento e alle manovre militari, politiche e diplomatiche della borghesia turca nella regione Dopo le lotte di inizio anno delle quali abbiamo già riferito su questo sito, è ora al suo nono giorno lo sciopero avviato giovedì 14 maggio, dai 5000 salariati di Renault in Turchia che poi si è trasformato in una battaglia che sta coinvolgendo circa 15 000 salariati di numerose fabbriche del

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Turchia: uno sciopero contro l’ineguaglianza e la collaborazione di classe

In Turchia il 29 gennaio è iniziato uno sciopero, che si può definire storico, quello degli operai metalmeccanici di 22 fabbriche. Lo sciopero è organizzato dal sindacato Birlesik Metal-Is, considerato “di sinistra”, aderente al DISK. Dal 19 febbraio altre 20 fabbriche si aggiungeranno portando il numero degli scioperanti a 20 mila, di cui i tre quarti sindacalizzati, nelle province di Osmanye, Hatay, Mersin, Konya, Kocaeli, Bursa, Izmir, Bilecik e Istambul.

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Israele, il quadrilatero militare e il nuovo affollamento nel Mediterraneo Orientale

Una delle costanti che tutti danno per scontata in politica estera è l’asse privilegiato Israele-Usa, quindi l’idea di Israele “gendarme statunitense” in Medio oriente per questo ampiamente foraggiato, armato e difeso. Il dato della spesa americana per Israele e delle forniture militari è incontrovertibile. Il vicepresidente Joe Biden ha informato il Senato Usa che la sola amministrazione Obama, dal 2008, ha fornito a Israele 17 miliardi di $ in aiuti

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[Roma] 17/10/2014 – PRESIDIO PER KOBANÊ

Pubblichiamo qui l’appello per un presidio per Kobanê a Roma: PRESIDIO PER KOBANÊ – Roma 17 OTTOBRE ORE 16.00 LARGO ARGENTINA Dal 15 settembre 2014 l’ISIS ha lanciato una grande campagna militare su più fronti contro la regione curda di Kobanê (in arabo: Ayn Al-Arab) in Rojava/nord della Siria. Questo è il terzo assalto di ISIS contro Kobanê dal marzo 2014. Gli attacchi a Kobanê fanno parte di un piano

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La battaglia di Kobane svela gli interessi in gioco di medie e grandi potenze

Profughi curdi fuggiti da Kobane e in attesa al confine con la Turchia Lo scontro di interessi tra le potenze regionali e tra le potenze imperialiste globali in Medio Oriente è emerso con brutale chiarezza in occasione del violento attacco, in corso da tre settimane, sferrato dalle forze dei guerriglieri dello Stato Islamico (IS) nel Nord Siria, al confine con la Turchia, dove la maggior parte degli oltre 350 villaggi

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L’esperienza di Kobanê vivrà

L’articolo tradotto dal sito di Solidarité Ouvrière ci richiama alla mente un episodio analogo della Seconda Guerra Mondiale, la rivolta di Varsavia (1º agosto – 2 ottobre 1944). Là l’insurrezione guidata dall’esercito nazionale polacco contro l’occupazione nazista fu lasciata sola e quindi ferocemente schiacciata nella consapevole indifferenza di Churchill, ufficialmente “protettore” dei polacchi, e dall’Armata rossa che attese la carneficina prima di “liberare” la città. A suggello della tragedia il

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Se cade Kobanê… L’attesa della Turchia tra Curdi “buoni” e “cattivi”

Mentre Kobani (nome curdo per la città di Ayn al-Arab) continua in queste ore a resistere all’assedio delle forze dell’ISIS il 3 ottobre il parlamento turco ha votato a larga maggioranza la mozione che autorizza il dispiegamento delle truppe turche oltre il confine siriano. Il tira e molla che da mesi vede impegnate le diplomazie statunitensi ed europee nel tentativo di coinvolgere la Turchia nelle operazioni militari contro l’ISIS sembrerebbe

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Il risultato non voluto della crisi irachena

Per l’ennesima volta si combatte in Iraq e le cancellerie occidentali sono in tensione, non per i morti o i profughi, ma perché il conflitto è pericolosamente vicino alle raffinerie di Irbil e Baiji e rischia di mettere in discussione i rifornimenti, le concessioni di sfruttamento, gli accordi siglati. Anche se l’Iraq ha minore importanza rispetto al passato come produttore e anche se i pozzi più importanti si trovano a

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Anche nelle miniere di carbone, il capitale divora la vita e l’energia di uomo e natura in nome del profitto

Miniera di carbone di Soma, provincia di Manisa in Turchia occidentale, a 250 km dalla capitale Istanbul. A 420 metri sottoterra, e a 4 km dall’uscita ci sono 787 minatori. È il cambio dei turni, verso mezzogiorno di martedì 13 maggio. Un difetto nel circuito elettrico provoca lo scoppio di un trasformatore, segue un incendio, l’esplosione causa un blackout, gli ascensori non funzionano più e bloccano i lavoratori in un

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