L’Italia in Kurdistan: finché c’è guerra c’è speranza

Dopo l’approvazione delle commissioni parlamentari Esteri e Difesa di Camera e Senato, l’Italia si appresta a fornire armi alle forze armate del Kurdistan iracheno. Come faceva notare il ministro della Difesa Roberta Pinotti, “non era necessario un voto ma il governo ha voluto comunque questo passaggio parlamentare”: le scelte politiche le fanno i governi, al più i parlamenti ratificano. Le forniture belliche saranno uno strumento per contenere l’avanzata dell’IS, per

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Pagine Marxiste n. 35 (marzo 2014)

UN FRONTE UNICO DI CLASSE PER UNA POLITICA DI CLASSE (Editoriale) Salariati, autonomi e piccolo-borghesi nella crisi I lavoratori immigrati nelle battaglie delle borghesie europee L’Africa campo di battaglia per vecchi imperialismi, Brics e giovani potenze regionali Contro ogni nazionalismo borghese, per l’unione internazionalista del proletariato contro i suoi sfruttatori (UCRAINA) USCIRE DALLA MARGINALITÀ POLITICA È NECESSARIO E POSSIBILE: IPOTESI DI LAVORO DI MASSA PER I COMUNISTI NELLA SITUAZIONE ATTUALE

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La grande ammucchiata

Dopo una lunga impasse e tante giravolte, lo stato italiano ha un governo. Chiesto a gran voce dalla classe dirigente, imposto dal presidente Napolitano – rieletto per favorirne la nascita – è composto dagli stessi partiti che ad ogni campagna elettorale si sono dichiarati guerra senza quartiere e che sia nell’appoggio del governo Monti sia in questa maggioranza sia in diversi governi “extraparlamentari” si sono trovati affratellati nel garantire gli

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