Le elezioni in Venezuela sono state seguite da diffuse proteste per brogli e da una sistematica repressione da parte del governo contro gli oppositori – oppositori per i quali, ovviamente, mai ha battuto il nostro cuore, sapendoli, come sono, la longa manus dell’imperialismo gringo ansioso di riprendere il pieno controllo del paese dopo un ventennio e più di chavismo e post-chavismo. Si è arrivati a queste elezioni in un clima
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Perché in un singolo Paese come il Sudan si concentrano tali e tante rivalità interimperialiste?
PCT Togo, 21/08/2023 “I capitalisti si spartiscono il mondo non per la loro speciale malvagità, bensì perché il grado raggiunto dalla concentrazione li costringe a battere questa via, se vogliono ottenere dei profitti.” Questa citazione costituisce la spina dorsale delle idee sviluppate dal rivoluzionario russo Lenin nel suo libro “L’imperialismo, fase suprema del capitalismo”. In quest’opera, Lenin spiega, con precisi fatti economici, che il capitalismo del XIX secolo è caratterizzato
Continua a leggereDietro il sipario della Coppa del mondo, lo sfruttamento e il sangue degli immigrati
Il 20 novembre è iniziato il grande spettacolo, la Coppa del mondo di calcio 2022 a Doha, Qatar. Il palcoscenico è spettacolare, è stato preparato con ciclopiche opere infrastrutturali durate un decennio. L’insieme dei progetti lanciati nel paese in vista dei Mondiali è calcolato in 300 miliardi di dollari, di cui oltre 200 legati all’evento sportivo. È stato costruito un nuovo aeroporto, una rete metropolitana e stradale, sette nuovi stadi
Continua a leggereArabia Saudita: prove di egemonia regionale
I vertici anti-Iran
Fra il 30 maggio e il 2 giugno il governo saudita ha riunito una folla di leader arabi e mussulmani. Uno dopo l’altro si sono tenuti 2 vertici “di emergenza”, quello della Lega Araba (22 membri) e quello del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Gcc – 6 membri), appena prima di quello annuale dei 57 Paesi membri della OIC (Organizzazione della Cooperazione islamica ).[1] L’OIC si è riunita sui temi
Continua a leggereTripoli bel suol d’orrore
L’offensiva militare avviata dal “generale Haftar” mette allo scoperto un illuminante spaccato delle relazioni internazionali (e interimperialistiche) che smentisce i luoghi comuni e gli schemi preconfezionati, evidenziando l’assenza di un fronte proletario internazionalista. Doveva esserci una “conferenza di pace” a Ghadames sotto l’egida ONU per arrivare a un governo di unità nazionale. Ma la parola l’hanno presa, in anticipo di una settimana, le armi con l’armata di Haftar lanciata alla
Continua a leggereNuove scommesse italiane sulla Libia
Non c’è alcun dubbio sul permanere degli interessi italiani in Libia, interessi economici e geopolitici. E non c’è alcun dubbio che qualsiasi governo, di qualsiasi orientamento politico, ne debba tener conto. Vale la pena di fare un aggiornamento dopo il summit di Palermo. Nei primi mesi il governo pentastellato si è limitato a una monotematica comunicazione mediatica, forzando l’attenzione sul tema degli immigrati che dalla Libia “invadevano” l’Italia nell’indifferenza degli
Continua a leggereArmi e petrodollari non olent
Con la visita a Riad, il premier Matteo Renzi prosegue i suoi viaggi di promozione del Made in Italy nelle petromonarchie del Golfo. Non lo fermano né le loro continue violazioni dei diritti umani (fra cui la condanna a morte del diciassettenne Ali Mohammed Baqir al-Nimr per “partecipazione a manifestazioni antigovernative”), né le complicità col più feroce terrorismo mediorientale, né i bombardamenti sulla popolazione Houthi dello Yemen. Un cinismo perfettamente
Continua a leggereLa lotta di classe dei migranti contro la barbarie delle borghesie del Golfo
Dubai, uno dei sette Emirati Arabi Uniti (EAU) situati nel Golfo Persico (nota 1). Una monarchia assoluta araba di fede islamica, a maggioranza sunnita (85%), che vive in gran parte di rendita petrolifera; la sua popolazione è costituita, con il tasso migratorio netto più alto del mondo per circa l’85% da immigrati, che sono anche il 99% della sua forza lavoro. Un milione e duecentomila di loro lavora nell’edilizia. La
Continua a leggereQATAR – UNA COPPA DEL MONDO INSANGUINATA ANTICHE E NUOVE SCHIAVITÙ SALARIATE (3)
Come una grande calamita i ricchi paesi del Golfo attirano forza lavoro soprattutto dal Sud Est asiatico. Emigrano per sfuggire alla miseria del loro paese … e si ritrovano in condizioni ancora più inumane. Sono circa 1,2 milioni i lavoratori emigrati in Qatar per lavorare in progetti del valore di circa €184,5 MD. Il 22% di loro sono indiani, altrettanti i pachistani. Circa il 16% nepalesi, 13% iraniani, 11% filippini,
Continua a leggereLybia bombardata, campo di battaglia per gli appetiti delle borghesie arabe
Gli Emirati Arabi Uniti (UAE) hanno bombardato le milizie islamiche in Libia, col supporto logistico dell’Egitto. Lo afferma il Pentagono. Gli interessati smentiscono. Per i commentatori specializzati i raid non sono stati altro che un episodio del lungo e meticoloso braccio di ferro che stanno conducendo Qatar da una parte, Emirati e Sauditi dall’altra. Con il tacito appoggio della Turchia l’uno, il fattivo appoggio dell’Egitto gli altri. Il caos libico
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