Scuola & capitale: il falso mito della scuola pubblica

La nascita della scuola pubblica deve essere contesualizzata in un periodo economico ben preciso: tra il 1870 ed il 1914 all’indomani di quella che dagli storici viene chiama seconda rivoluzione industriale ed ha come sue caratteristiche proprie,rispetto alla prima l’utilizzo di nuove invenzioni tecniche operate non più dagli stessi imprenditori o da dilettanti ma da intellettuali professionisti dai primi laureati in chimica, fisica, matematica. Tali invenzioni peraltro vengono utilizzate in

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[Cina] Rivolta operaia a Taiyuan

Riportiamo il resoconto della lotta alla Foxconn avvenuta 2 mesi fa in Cina e pubblicato sull’ultimo numero di “Combat – Comunisti per l’Organizzazione di Classe” “Cina fabbrica del mondo”. I prodotti cinesi invadono tutti i mercati, dall’abbigliamento all’elettronica. Anche in Italia, dalla multinazionale alla piccola azienda, vanno a rifornirsi di componenti e prodotti finiti cinesi a basso prezzo, per aumentare vendite e profitti. Quello che è meno visibile è il

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[PCd’I] Documento Interno del PCd’I sulla guerra civile in Italia negli anni 1919-1923

Documento Interno del PCd’I sulla guerra civile in Italia negli anni 1919-1923 (Caduto nelle mani della polizia nel corso del 1923) La borghesia prepara la sua difesa militare Subito dopo l’armistizio, per il Governo d’Italia, si presentò il problema di contenere lo spirito irrequieto dei soldati, la disciplina dei quali andava rilasciandosi giorno per giorno, mentre la popolazione tutta pervadeva uno spirito nuovo, una vivacità rivoltosa che per poco che

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Comunicato sul 27 Ottobre

Abbiamo già scritto riguardo al corteo del 27 Ottobre spiegando i motivi della nostra partecipazione in piazza, per cui rimandiamo a quel comunicato le considerazioni politiche, convinti che i contenuti e le modalità di lotta da esprimere in una piazza si definiscano ben prima del giorno del corteo. Nulla è cambiato rispetto alle considerazioni già espresse in precedenza, anzi, per molti aspetti le nostre critiche nei confronti della prospettiva politica

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Bollate, una lotta di tutti

A Bollate in provincia di Milano, dal Giugno scorso i lavoratori della coop. Ala portano avanti una vertenza per i diritti basilari, la dignità, il rispetto del contratto nazionale, un giusto salario e per la cessazione di ruberie in busta paga, minacce e vessazioni da parte dei caporali. Questa vertenza si inserisce nel ciclo di lotte delle coop. che da anni si succedono in Lombardia e ora sono arrivate fino

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M.Basso – La fame prossima ventura e la rivolta

Ricercatori del Complex System Institute (CSI) hanno spiegato le esplosioni sociali del 2008 e del 2011 con l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e stabilito che, quando l’indice dei prezzi del cibo supera una certa soglia, è probabile l’esplosione di rivolte. Già oggi abbiamo raggiunto quel limite, e, poiché l’aumento di tali prezzi prosegue, prevedono che tra meno di un anno dovrebbero scoppiare disordini sociali in gran parte del mondo.(1)

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[Napoli] Contro i licenziamenti, contro gli accordi separati. Fermiamoli!

Questo era lo slogan di un centinaio di lavoratori cassintegrati della Fiat di Pomigliano che questa mattina, nel corso dell’assemblea tenutasi nella Biblioteca Comunale, ha deciso di riprendere la lotta bloccando la città e i palazzi di istituzioni e dei sindacati servi dei padroni. Prima al Municipio, con momenti di tensione quando si è cercato di forzare il portone, e successivamente quando i manifestanti hanno bloccato per alcuni minuti il

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[Pakistan] 8 marzo in quel di settembre

Non è successo l’8 marzo ma il 12 settembre. Non a Chicago ma a Karachi, Pakistan. I morti sono, per il momento, 289 operai bruciati vivi, che lavoravano in una fabbrica tessile, la Ali Enterprise. La fabbrica, un edificio di 4 piani nel quartiere di Baldia Town, occupava circa 2.000 lavoratori; gli operai lavoravano in vasti scantinati con le finestre chiuse da sbarre e come unica via d’uscita una piccola

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Alcoa: gli operai non hanno “amici” !

Roma 10 settembre. Davanti al “Ministero dello Sviluppo” ( ironia dei termini ) i cinquecento lavoratori sardi dell’Alcoa, giunti in massa nella capitale per impedire la chiusura della fabbrica, vengono bloccati prima e manganellati poi dalle cosiddette “forze dell’ordine”. A loro va tutta la nostra incondizionata solidarietà militante. Anche loro, come milioni di altri proletari, stanno provando sulla viva carne cosa significa lavorare per i padroni, farsi succhiare il sangue

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Arbeit macht frei

(“Il lavoro rende liberi”, frase di benvenuto posta all’interno dei campi di concentramento nazisti e oggi fatta propria da Riva, partiti di governo, Cgil-Cisl-Uil) Morire di tumore o morire di disoccupazione: anche questa volta governo e padroni vorrebbero che gli operai scelgano a quale corda impiccarsi… Per decenni, tutti erano a conoscenza delle sostanze tossiche rilasciate dall’ILVA di Taranto. Al pari dell’Italsider, di proprietà statale, il gruppo Riva, proprietario della

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