Sulcis, operai dalle stelle alle stalle

Sarà per allenarsi a quello che ci aspetta tutti, sarà per distinguersi dai loro fratelli sudafricani, ma i minatori sardi si oppongono alla chiusura della miniera di Nuraxi autosotterrandosi, e tagliandosi le vene. Si che motivi ce ne sarebbero, per gli operai, di tagliarsi le vene, ma di sotterrarsi da soli? Eppure, solo il moto operaio masochista, dall’arrampicata all’autocarcerazione, fino al seppellimento volontario, buca i media, crea simpatia, e viene

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Un carrello per Wu

Lo Zambia è vicino Wu era conosciuto per il suo pugno duro. Manager a capo di una miniera di carbone in Zambia, era abituato a pagare in ritardo lo stipendio ai “suoi” operai. Per questo, i “suoi” operai hanno scioperato, contro l’arroganza padronale e per l’applicazione del nuovo salario minimo di 220 dollari al mese. Durante una delle manifestazioni di sciopero, gli operai, tra l’altro, hanno pensato di riparare a

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L’utopia dell’Olimpiade Popolare

Tre uomini stilizzati, uno bianco, uno nero, e l’altro giallo. Stanno in fila, con le braccia protese. Sopra di loro, c’è un’unica bandiera. La scritta, in rosso, recita: «Olimpiada popular». I poster sono grandi e colorati. Sono stati affissi ovunque: le strade di Barcellona ne sono piene. E’ l’estate del 1936. Fa molto caldo, e in tutta Europa la gente boccheggia: colpa della temperatura, ma non solo. A Berlino, i

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Taranto, strana vita quella degli operai

Per un partito di operai incivili, meglio selvaggi che selvaggina! Strana vita quella degli operai. Costretti a difendere un lavoro nocivo, spesso mortale. Costretti a scegliere tra morire di lavoro e morire di tumore. Insieme a tutta la cittadinanza. Schiavi, o morti! D’altra parte, senza lavoro, non si mangia. Meglio rischiare. D’altra parte, i cinesi fanno “concorrenza sleale inquinando tutto il mondo”, e bisogna adeguarsi. Adesso, dopo una vita avvelenata

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Addio chiappe chiare

Nemmeno il gusto di portare le nostre famose “chiappe chiare” ad abbronzarsi al mare, ci hanno lasciato. Sono già nere dalle continue frustate governative. Ormai, piu’ che abbronzati, siamo tutti neri incazzati. O incazzati neri! ADDIO CHIAPPE CHIARE. Una volta le stagioni erano calde politicamente, e quel caldo pieno di tensione e di lotta di classe, conquistava diritti e libertà, facendo cadere i governi. Era soprattutto l’autunno, ad essere caldo.

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Nasce il “Partito della Rivoluzione”

Nasce il “Partito della rivoluzione” Ma non eravamo noi a dover costruire il partito della rivoluzione? Va bene che gli operai hanno altro da fare, ma non è loro interesse di classe darsi un’organizzazione per cambiare questo mondo, il partito della rivoluzione? Bene, c’è chi ci ha fregato sul tempo, cari operai. E’ quel puttaniere di Sgarbi ad averci scippato l’idea. Vittorio Sgarbi ha fondato il partito della rivoluzione. Lo

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Hegel, Marx ed il lavoro tra filosofia e politica

Il tema del lavoro umano è da lungo tempo oggetto di studio e di analisi. Storici, filosofi, teologi, politici, sociologi e altri ancora hanno affrontato la questione da molteplici punti di vista, senza peraltro che sia nata una soluzione univoca, sia cioè maturata una definizione che dica ciò che il lavoro umano è e quali sono le sue note peculiari e distintive. La categoria del lavoro, dopo molti studi, non

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Opportunità rivoluzionaria ed opportunismi nella crisi

…Una volta c’era l’Autonomia Anestesia Operaia Opportunità rivoluzionaria ed opportunismi nella crisi per un organizzazione riservata, distinta e separata, dedicata a “sole donne e uomini viventi di lavoro e di salario” Noi la crisi la stiamo pagando. È già successo, e non può essere che cosi’. Senza forza, e senza organizzazione, non si riesce nemmeno a resistere all’attacco padronale. Ed a poco servono chiacchiere, fumisterie e desideri poco ancorati a

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SUICIDIO STYLE

Ultima creazione della crisi italiana, toppe al culo in pelle umana. SUICIDIO STYLE la morte non è una livella! “il piccolo imprenditore che si suicida e l’operaio che si toglie la vita sono fratelli. Finchè non si capirà la comunanza di destino tra il sistema imprenditoriale italiano ed il lavoro, l’Italia non ce la farà. Occorre un salto culturale, un grande patto tra i produttori, non la riapertura del conflitto

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