Per un’azione internazionalista contro la guerra d’Ucraina (3)

Pubblichiamo la terza parte del nostro contributo sulla questione ucraina. Su questo sito sono già state pubblicate:– prima parte: Un passato che è presente– seconda parte: Ucraina – I nuovi torbidi e la guerra III. Per un intervento internazionalista contro la guerra Un falso problema: di chi è la colpa della guerra? Chi ha cercato di giustificare l’aggressione di Putin all’Ucraina ha addotto l’”espansione ad Est della Nato”, che ha

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Per un’azione internazionalista contro la guerra d’Ucraina (2)

Pubblichiamo la seconda parte del nostro contributo sulla questione ucraina. Su questo sito sono già state pubblicate:– prima parte: Un passato che è presente– terza parte: Per un intervento internazionalista contro la guerra II. Ucraina – I nuovi torbidi e la guerra Il decennio 2004-13 può essere definito un periodo dei torbidi, in cui le fazioni filorussa e filo-europea della borghesia ucraina, appoggiate dagli imperialismi di riferimento, si scontrano con

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Per un’azione internazionalista contro la guerra d’Ucraina (1)

Pubblichiamo un contributo sulla questione ucraina suddidiviso in tre parti: Un passato che è presente; Ucraina – I nuovi torbidi e la guerra; Per un intervento internazionalista contro la guerra ************************************************************************************************* Per un’azione internazionalista contro la guerra d’Ucraina La guerra in corso in Ucraina vede sempre più coinvolto il governo italiano nel quadro sia UE che Nato, con sanzioni sempre più pesanti contro la Russia e l’invio di armi al

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MASSACRO DI BUCHA, UCRAINA

Il recente massacro di Bucha, Ucraina, suscita orrore e decisa condanna. Condanna senza appello della brutale violenza contro la popolazione ucraina scatenata nello scontro militare tra i due fronti imperialistici che si contendono l’influenza su Kiev. Non è possibile avere un’assoluta certezza su quali siano i diretti responsabili. Ce lo garantisce l’esperienza delle guerre precedenti. La verità, quando emerge, emerge quando non interessa più a nessuno (come “le armi di

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NO ai massacri di Putin e al riarmo europeo!

Il nuovo PNRR: meno “green economy” e più business di morte La guerra in Ucraina prosegue, col suo sanguinoso carico di distruzioni e morti e il flusso ininterrotto dei profughi, accolti certo più generosamente di altri, ma con l’occhio al proficuo futuro utilizzo della loro manodopera mediamente più istruita.  La guerra “lampo” pensata da Putin è fallita, i russi cercano di raggiungere i “loro obiettivi” non dichiarati di ridisegno dei

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Ucraina – Dichiarazione dell’MLPD

Riceviamo e pubblichiamo la Dichiarazione del Comitato Centrale dell’MLPD sulla guerra in Ucraina: DICHIARAZIONE DEL COMITATO CENTRALE DELL’MLPD Il governo tedesco porta a compimento la svolta in direzione di una politica estera e militare apertamente imperialista – pericolo acuto di guerra mondiale provocato dagli imperialisti Nella sua risoluzione n. 3 sulla guerra in Ucraina del 27.2.2022, il Comitato Centrale dell’MLPD dichiara: Con le decisioni del 26/27 febbraio 2022, il governo

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Lavoratori di tutti i paesi, uniamoci contro la guerra in Ucraina!
Mobilitiamoci contro il governo Draghi che alimenta questa guerra!

È di nuovo guerra in Europa. Guerra per modificare la spartizione del continente seguita al crollo dell’URSS, che aveva lasciato campo libero all’avanzata degli imperialismi europei e americano nei territori ex URSS nell’Europa orientale, tramite UE e NATO. I capitalisti ucraini da 8 anni sostengono governi filo-europei e filo-NATO. Ora Putin ha ritenuto che la Russia abbia la forza militare per riprendersi l’Ucraina, una volta certo del non-intervento americano. Ha

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Mediterraneo insanguinato e capitalismo sanguinario

Riprendiamo il titolo di un articolo da noi pubblicato sette anni fa (nota 1) a sintesi di quanto accadeva nel cosiddetto Mare Nostrum riguardo alle stragi di profughi. Tragedie queste purtroppo ancora all’ordine del giorno, e alle quali oggi si aggiungono, a convalida di quella sintesi, segnali sempre più chiari di minacce e rischi di scontri militari. A partire dal conflitto greco-turco sulle Zone Economiche Speciali/Cipro, che rientra in una

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Bilancio dell’intervento italiano in Afghanistan

Abbiamo negli occhi le immagini dell’attentato dell’Isis a Kabul e dell’inglorioso ritiro dei soldati che da vent’anni occupavano a vario titolo in paese. Ma qual è il bilancio per l’Italia? Sgombriamo intanto il terreno dall’idea molto diffusa che l’Italia sia intervenuta in Afghanistan come “reggicoda” degli Usa. L’Italia aveva una propria politica afghana già prima del 2001 (nota 1), non è intervenuta per estirpare l’estremismo islamico (come l’Urss nel 1979)

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La Turchia mette un piede fuori dalla NATO?

E’ alla fine iniziata la consegna alla Turchia dei missili russi S-400, come previsto dall’accordo siglato fra Russia e Turchia a dicembre 2017 (costo 2,5 miliardi di dollari); questo accordo da mesi tiene impegnate triangolarmente le cancellerie di Usa, Turchia, Russia. In ballo c’è qualcosa di molto più ampio di una controversia su forniture militari. La strategia di Trump in Medio Oriente fin dall’inizio ha previsto come alleato un fronte

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