L’Italia preme per un intervento militare in Libia. Scendiamo in piazza contro le guerre dell’imperialismo!

Il governo italiano dopo essersi dichiarato pronto a guidare una spedizione militare in Libia contro l’avanzare dell’ISIS, e aver chiesto di mettersi alla testa di un esercito europeo con Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, oggi prende tempo, probabilmente in attesa delle reazioni internazionali. Dopo lo smacco del 2011, quando l’intervento franco-britannico-americano ruppe le uova nel paniere della collaborazione (di Prodi quanto Berlusconi) con Gheddafi, Renzi non vuole perdere l’occasione ISIS

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8 anni di presidenza padronale

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha rassegnato le dimissioni, come molti avevano preannunciato, al termine del semestre di guida italiana dell’Unione Europea. Viene citato come esempio di presidente assertivo, che ha oltrepassato i limiti imposti dalla Costituzione repubblicana per tutelare un interesse generale; ma un interesse generale della classe dirigente, aggiungiamo noi, non di tutti i cittadini. I commentatori dei giornali borghesi si sono soffermati molto su ruolo decisivo

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Le torture delle “democrazie”

L’ultimo rapporto sulle torture della CIA a danno dei prigionieri nel nome della cosiddetta “guerra al terrorismo” alza un velo su un segreto di pulcinella. Da tanto tempo erano note le pratiche di interrogatorio come il waterboarding (l’immersione in acqua al limite dell’annegamento), il walling (il prigioniero viene sbattuto violentemente contro il muro), la privazione del sonno per 180 ore, l’alimentazione per via anale, le ore di interrogatorio, le minacce

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Lybia bombardata, campo di battaglia per gli appetiti delle borghesie arabe

Gli Emirati Arabi Uniti (UAE) hanno bombardato le milizie islamiche in Libia, col supporto logistico dell’Egitto. Lo afferma il Pentagono. Gli interessati smentiscono. Per i commentatori specializzati i raid non sono stati altro che un episodio del lungo e meticoloso braccio di ferro che stanno conducendo Qatar da una parte, Emirati e Sauditi dall’altra. Con il tacito appoggio della Turchia l’uno, il fattivo appoggio dell’Egitto gli altri. Il caos libico

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Il caos libico frutto avvelenato della guerra “umanitaria” per il petrolio

I frutti dell’intervento “umanitario” eurostatunitense del 2011 in Libia sono sotto gli occhi di tutti. Il paese è nel caos e le due principali città sono sotto assedio. Più che uno scontro fra due fazioni è una guerra di tutti contro tutti in cui si intrecciano rivendicazioni autonomiste e tribali, interventi di bande locali e di militari allo sbando, scontri interimperialisti per il controllo dei pozzi. Nel 2011 a fronteggiarsi

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Mercenari separatisti in fuga dalla Libia portano ad un putsch in Mali + Faz

Wsj     120322/23 Mercenari separatisti in fuga dalla Libia portano ad un putsch in Mali DREW HINSHAW + Faz   120314-22 – Il movimento separatista Tuareg del Nord (Movimento per la Liberazione dell’Azawad, MNLA) ha ripreso vigore dopo l’avvio, nel febbraio 2011, della sollevazione in Libia; a metà gennaio 2012 è iniziata la maggiore offensiva tuareg; nelle fila del movimento sono confluiti mercenari di etnia tuareg rientrati dalla Libia, dove prima erano al

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Libia: il presidente dice che non è possibile la forza contro i capi tribù

Libia, confllitti tribali Nyt     120307 Libia: il presidente dice che non è possibile la forza contro i capi tribù THE ASSOCIATED PRESS –   Il CNT non dispone né di forze né di armi sufficienti per contrastare i capi delle maggiori tribù libiche della Cirenaica, la regione petrolifera orientale della Libia, che vogliono la semi-autonomia della loro regione. (dichiarazioni del presidente del Consiglio nazionale di transizione libico (CNT), Mustafa Abde-Jalil. –  

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Cirenaica – La regione petrolifera della Libia si dichiara autonoma/+ Die Welt

Libia, autonomia, Germania Die Welt        120307 Cirenaica – La regione petrolifera della Libia si dichiara autonoma + Wsj 120307, La Libia orientale si dichiara semiautonoma   –   I capitribù della Cirenaica, o   una regione orientale della Libia attorno a Bengasi chiamata Barqa in arabo, che si estende da Sirte sulla costa fino al confine egiziano, e confina a sud con Chad e Sudan, da dove era iniziata nel 2011 la rivolta

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Pagare per l’astensione all’ONU – Gli imprenditori tedeschi non sono i benvenuti nella Libia postbellica

Der Spiegel   120303 Pagare per l’astensione all’ONU – Gli imprenditori tedeschi non sono i benvenuti nella Libia postbellica Uwe Buse e Takis Würger –   Prima della rivoluzione libica, fino al 2010, la Germania era il secondo maggior partner commerciale della Libia, dopo l’Italia; o   non avendo partecipato alla guerra del 2011 contro il regime libico, (Berlino si è astenuta nel voto sulla risoluzione Onu del marzo 2011 che ne diede

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Mali: il nord in fiamme – Le tappe del nuovo conflitto/Una nuova guerra dell’americano Africom?

Africa Occidentale, Mali WilliamBowles .info Investigating the new imperialism MALI: Una nuova guerra dell’americano Africom? Rick Rozoff ●    Tesi: Il martellamento di notizie allarmistiche sul Mali segnala l’intenzione dell’Occidente di aprire un altro fronte militare in Africa, dopo quello libico, e le operazioni in corso in Somalia e Africa Centrale, con il recente dispiegamento di forze speciali in Uganda, Congo, Repubblica Centrafricana e Sud Sudan. o   Il Mali potrebbe essere

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