Il governo italiano dopo essersi dichiarato pronto a guidare una spedizione militare in Libia contro l’avanzare dell’ISIS, e aver chiesto di mettersi alla testa di un esercito europeo con Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, oggi prende tempo, probabilmente in attesa delle reazioni internazionali. Dopo lo smacco del 2011, quando l’intervento franco-britannico-americano ruppe le uova nel paniere della collaborazione (di Prodi quanto Berlusconi) con Gheddafi, Renzi non vuole perdere l’occasione ISIS
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Gli sviluppi della battaglia di Kobane confermano i guasti dell’imperialismo
Nella battaglia mediatica che si combatte intorno alla resistenza dell’enclave curda di Kobane, sulla stampa occidentale (312 ottobre) si dà grande rilievo all’arrivo a Kobane sia di circa 300 peshmerga curdo-iarcheni sia di 150 peshmerga curdo-turchi , sfuggiti alle maglie del controllo frontaliero turco. Se è comprensibile l’entusiasmo dei curdi che vi vedono una ritrovata solidarietà curda dopo decenni di scontri fratricidi, assai meno logico il tono delle redazioni europee
Continua a leggere[Roma] 17/10/2014 – PRESIDIO PER KOBANÊ
Pubblichiamo qui l’appello per un presidio per Kobanê a Roma: PRESIDIO PER KOBANÊ – Roma 17 OTTOBRE ORE 16.00 LARGO ARGENTINA Dal 15 settembre 2014 l’ISIS ha lanciato una grande campagna militare su più fronti contro la regione curda di Kobanê (in arabo: Ayn Al-Arab) in Rojava/nord della Siria. Questo è il terzo assalto di ISIS contro Kobanê dal marzo 2014. Gli attacchi a Kobanê fanno parte di un piano
Continua a leggereLa battaglia di Kobane svela gli interessi in gioco di medie e grandi potenze
Profughi curdi fuggiti da Kobane e in attesa al confine con la Turchia Lo scontro di interessi tra le potenze regionali e tra le potenze imperialiste globali in Medio Oriente è emerso con brutale chiarezza in occasione del violento attacco, in corso da tre settimane, sferrato dalle forze dei guerriglieri dello Stato Islamico (IS) nel Nord Siria, al confine con la Turchia, dove la maggior parte degli oltre 350 villaggi
Continua a leggereL’esperienza di Kobanê vivrà
L’articolo tradotto dal sito di Solidarité Ouvrière ci richiama alla mente un episodio analogo della Seconda Guerra Mondiale, la rivolta di Varsavia (1º agosto – 2 ottobre 1944). Là l’insurrezione guidata dall’esercito nazionale polacco contro l’occupazione nazista fu lasciata sola e quindi ferocemente schiacciata nella consapevole indifferenza di Churchill, ufficialmente “protettore” dei polacchi, e dall’Armata rossa che attese la carneficina prima di “liberare” la città. A suggello della tragedia il
Continua a leggereSe cade Kobanê… L’attesa della Turchia tra Curdi “buoni” e “cattivi”
Mentre Kobani (nome curdo per la città di Ayn al-Arab) continua in queste ore a resistere all’assedio delle forze dell’ISIS il 3 ottobre il parlamento turco ha votato a larga maggioranza la mozione che autorizza il dispiegamento delle truppe turche oltre il confine siriano. Il tira e molla che da mesi vede impegnate le diplomazie statunitensi ed europee nel tentativo di coinvolgere la Turchia nelle operazioni militari contro l’ISIS sembrerebbe
Continua a leggereCrisi irachena: quando lo zoppo dà dello sciancato allo storpio
Gli Usa stanno bombardando in Iraq il “diavolo” di turno, l’ISIS, per difendere i cristiani cacciati dalle loro case e gli Yazidi che muoiono sulle montagne. Nessuno si era mosso per i 500 mila iracheni, in maggioranza curdi e turkmeni che in giugno erano fuggiti da Mosul, conquistata sempre dall’ISIS. Un anno fa parecchi repubblicani Usa intimavano “Obama armi gli islamici (di Siria) contro il diavolo Assad”, precisando “qualsiasi tipo
Continua a leggereSugli ultimi avvenimenti a Mossoul e nelle altre città dell’Irak
Mentre in Irak le potenze regionali e globali giocano la loro partita sulla pelle della popolazione locale, c’è chi oppone alla guerra civile settaria l’unione di tutti i lavoratori al di là di ogni etnia e di ogni credo religioso. Pubblichiamo qui un comunicato della Federazione dei Consigli e dei sindacati dei lavoratori in Iraq. Mosul e altre città in Iraq stanno vivendo cambiamenti drammatici e pericolosi. I media, in
Continua a leggereIl risultato non voluto della crisi irachena
Per l’ennesima volta si combatte in Iraq e le cancellerie occidentali sono in tensione, non per i morti o i profughi, ma perché il conflitto è pericolosamente vicino alle raffinerie di Irbil e Baiji e rischia di mettere in discussione i rifornimenti, le concessioni di sfruttamento, gli accordi siglati. Anche se l’Iraq ha minore importanza rispetto al passato come produttore e anche se i pozzi più importanti si trovano a
Continua a leggereLe guerre dimenticate: Siria e Libano
Dopo 4 anni di guerra civile, 150 mila morti, 2 milioni e mezzo di sfollati, enormi distruzioni e lo sprofondamento delle condizioni di vita per la massa dei proletari rimasti, dobbiamo osservare come quella che era iniziata come una rivolta popolare è divenuta uno scontro tra potenze (regionali e mondiali) che fanno cinicamente leva sui contrasti etnico-religiosi per esercitare una propria influenza nell’area. Se una indicazione possiamo dare, è che
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