Piena solidarietà allo sciopero generale del proletariato palestinese

Di seguito pubblichiamo l’articolo di denuncia e solidarietà alle lotte del proletariato palestinese del sindacato SiCobas ******************************************* Il SI Cobas esprime tutta la solidarietà alla lotta del popolo palestinese contro lo stato oppressore di Israele, e con lo sciopero generale indetto nella giornata di oggi 18 maggio, che ci auguriamo abbia un grande successo. Da parte nostra abbiamo organizzato/partecipato in diverse città d’Italia (da Milano a Bologna a Venezia a

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Sinai: solo l’internazionalismo può porre fine al terrorismo

L’attentato in Sinai avviene in un contesto di forte tensione fra gli Stati dell’area: Iran, Arabia, Turchia, Egitto), con un ruolo attivo più o meno evidente di Israele e Turchia. continua nel silenzio assordante della stampa occidentale il sanguinoso conflitto in Yemen e il blocco del Qatar, le velleità indipendentiste del Kurdistan iracheno sono state per ora represse, mentre l’acuirsi dei contrasti fra Iran e Arabia Saudita stanno coinvolgendo il

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Il colpo grosso di Netanyahu nel nuovo quadro sociale israeliano

Il 17 marzo si voterà in Israele, il terzo mandato di Netanyahu è infatti arrivato al capolinea e il premier è convinto di potersene garantire un quarto con alleati più affidabili. Secondo un sondaggio del Jerusalem Post, invece, altri politici, meno legati a ricette del passato sarebbero preferiti dall’elettorato, come Moshe Kahlon o Gideon Saar, entrambi transfughi del Likud, lo stesso partito di Netanyahu. Kahlon, 54 anni, figlio di immigrati

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Cronache di sangue dalla Palestina

Da mesi certa stampa agita lo spauracchio di una Terza Intifada, che sarebbe funzionale a una repressione ancora più estesa e diretta da parte israeliana. La tensione a Gerusalemme Est e in Cisgiordania è alle stelle; l’ultimo episodio l’uccisione in una sinagoga di quattro ebrei da parte di due membri del FPLP è stato seguito dal ferimento di 35 palestinesi in un confronto fra manifestanti palestinesi e forze di sicurezza

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La tregua armata fra Israele e Hamas

La decisione del governo israeliano, comunicata il 29 agosto, di impadronirsi di 990 acri di terra palestinese a Gvaot, presso Betlemme, in West Bank conferma il target ultimo dell’aggressione israeliana a Gaza non è Gaza, ma la Cisgiordania. Il rapimento e l’uccisione dei tre studenti israeliani diventa per il ministro dell’economia Naftali Bennett la giustificazione dell’esproprio. Gvaot era stata occupata come presidio militare nel 1984, poi assegnata a 16 famiglie

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Scene di guerra a Gaza

Com’era prevedibile, mentre Hamas continua a mandare missili contro Israele, i raid israeliani su Gaza hanno prodotto i primi 40 morti, più un elevato numero di feriti, distruzioni di case ecc. Il governo israeliano ha già allertato 40 mila riservisti e viene data per probabile una invasione di terra. Non è uno scenario nuovo, purtroppo. Anche solo limitandosi agli ultimi dieci anni la sequenza di Hamas che rapisce un o

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L’escalation della violenza in Cisgiordania e a Gaza

Fallite per l’ennesima volta le trattative di pace fra Israele e autorità palestinese, presiedute da Kerry, non è un segreto che il riavvicinamento di Hamas e OLP nel maggio 2014, ha fatto infuriare il governo israeliano, uso, indipendentemente dal colore politico, a giocare pesantemente sulle divisioni in campo palestinese. Abbiamo già scritto sull’improbabile successo di questo dialogo fra le due più importanti organizzazioni palestinesi; in ogni caso Netanyau, che guida

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