Bangladesh, un paese in rivolta, dopo gli operai del tessile i laureati studenti e i net

L’ondata di rivolte nelle università e nelle scuole che di recente ha travolto il Bangladesh porta alla ribalta un paese di giovani, che a migliaia si affacciano sul mercato del alavoro e a cui un governo clientelare corrotto ed autoritario offre solo manganellate e qualche palliativo nei posti del pubblico impiego. La prima scintilla delle forti e sanguinose proteste non ancora concluse in Bangladesh è scoppiata il 1° luglio nell’Università

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Solidarietà con le proteste popolari in Iraq: dichiarazione dell’Alleanza dei socialisti del Medio Oriente e Nordafrica

Pubblichiamo la traduzione in italiano, a nostra cura, condividendolo, del comunicato dell’Alleanza dei Socialisti del Medio Oriente e Nord Africa sulle recenti manifestazioni di protesta in Iraq, represse nel sangue con circa 150 morti, delle quali poco o nulla è comparso sui media italiani. ************************* Le richieste di giustizia sociale e ridistribuzione economica contro le politiche distruttive neoliberiste non possono essere dissociate dall’opposizione al sistema politico a base confessionale. La

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Brasile – LA ‘MODERNIZZAZIONE’ DEL MERCATO DEL LAVORO A SEGUITO DELLA RIFORMA: PIU’ DISOCCUPAZIONE, PIU’ LAVORO INFORMALE E SCHIAVISTICO, PIU’ SALARI DA FAME, MENO SALARIO MINIMO.

Una delle menzogne che hanno accompagnato la propaganda a favore della Riforma del Lavoro e di quella Previdenziale è che avrebbero creato lavoro e l’economia si sarebbe da subito risollevata. Una ricerca IBGE del mese scorso smonta del tutto questa argomentazione, rivelando che nel 2017 in Brasile si registra un aumento della disoccupazione e del lavoro informale. Il tasso di disoccupazione risulta essere del 12,7%, record della serie storica risalente

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LAVORO ed EMARGINAZIONE NEL BRASILE DI OGGI

Forza lavoro Valor Econômico 29/9/17; Esquerda Diário 28,31/8; 15,18,25/9;2/10/17; CSPConlutas 18/8; 25/9;17/11/17 I brasiliani sono 260 milioni, 104 milioni sono impiegati e disoccupati, la seconda popolazione economicamente attiva nel mondo per dimensione. Secondo IBGE 90 milioni sono occupati, 14 milioni disoccupati. Ma queste cifre non tengono conto di chi non cerca più lavoro e considerano come occupato chi ha lavorato anche solo un’ora la settimana. Se tra i disoccupati consideriamo

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Partiti e schieramenti borghesi al voto del 4 marzo

La campagna elettorale ha visto la costituzione di tre poli ai quali viene accreditata la maggioranza dei voti: PD con il centro-sinistra, Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia per il centro-destra, e M5S, più un gran numero di formazioni minori. Questi tre poli, ognuno collegato con personaggi dell’industria, del commercio e della finanza, e sostenuto da settori dei media, si candidano a gestire il prossimo governo per conto della borghesia.

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La povertà in Italia (e nel resto del mondo capitalistico) è di classe

Il rapporto Caritas sulla povertà in Italia integra i dati analoghi pubblicati da Ocse, Eurispes, Istat e conferma che in Italia, ottavo paese nel mondo per PIL, non solo i poveri sono raddoppiati in 6 anni, ma anche che la povertà è di classe. L’Istat, sempre filo-governativa, ha fatto del suo meglio per inserirsi nella campagna di “ottimismo” del premier Renzi, valutando che nel 2014 sul 2013 “la povertà non

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Le assunzioni “stabili” della “ripresa” renziana

Da diversi giorni molti mass-media, ma soprattutto il governo, ci danno buone notizie sull’andamento dell’economia, ma soprattutto dell’occupazione: la ripresa sarebbe dietro l’angolo, aumenta la fiducia, Jobs Act e Quantitave Easing farebbero già sentire i loro effetti. Allo scopo, il premier si è vantato di aver creato ben 79mila nuovi contratti a tempo indeterminato nei soli primi due mesi dell’anno, mentre il ministro del lavoro Giuliano Poletti il 30 marzo

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Miseria, disoccupazione, emigrazione. I proletari dell’Italia meridionale stritolati dalla crisi capitalistica

La tanto attesa ripresa economica, dell’arrivo della quale si mostravano sicuri analisti economici, banchieri e uomini di governo non si vede neanche col lanternino. I dati ufficiali, al contrario, mettono in evidenza una brusca frenata della Germania e una stagnazione senza speranza in Francia, vale a dire nei due stati più importanti del capitalismo europeo. L’economia italiana arranca pesantemente e se qualche minimo risultato si vede riguarda principalmente quelle imprese

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[Napoli] – 1° maggio – Lavoro o non lavoro salario garantito!!!

  Come confermano anche gli ultimi dati Istat, nel nostro paese la disoccupazione ha raggiunto cifre mai viste prima: il 13% in Italia, con oltre il 42% dei giovani che sono senza lavoro. Al sud e Napoli queste cifre sono almeno raddoppiate!!! Non avere un lavoro, in Italia significa anche non poter pagare l’affitto di casa, non poter mantenere i propri figli a scuola, non potersi ammalare perché gli ospedali

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Rapporto annuale del governo – La Germania Est vive una re-industrializzazione

Germania, Est Ovet Faz      131116   Rapporto annuale del governo – La Germania Est vive una re-industrializzazione   – Nonostante i rilevanti miglioramenti della situazione economica, il processo di avvicinamento tra i Land dell’Est e quelli dell’Ovest è rallentato negli ultimi anni, permango forti divari nella forza economica e nelle retribuzioni. – Nell’Est l’astensionismo è più alto; la quota di chi pensa di essere responsabile della propria fortuna è passata da ¼

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