Mentre le telecamere italiane riprendevano preparativi e spettacolo di un’inutile e costosa manifestazione promozionale per artisti milionari, mentre i “sindacalisti” elevavano tardive e deboli proteste contro una legge contro il lavoro, nominata fantasiosamente Job Act, perché l’inglese fa moda non solo nelle canzoni e così nessuno capisce il significato, in altri paesi dove il gioco si fa duro i proletari sono scesi in campo, per un 1° maggio di protesta
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