DIEGO LONGHIN
Il voto nello
stabilimento Fiat per il rinnovo delle Rsu premia destre e autonomi
TORINO – Non si tratta di una sconfitta, ma perdere
più del 10 per cento dei consensi nelle Carrozzerie, reparto simbolo di
Mirafiori, per Fim, Fiom e Uilm è un segnale allarmante. Una batosta dopo
quello che hanno fatto per salvare la fabbrica. Voti che nelle elezioni dei
delegati sono finiti ad ingrossare le fila del Fismic, organizzazione che ha
radici nel sindacato giallo, dell´Ugl, erede della Cisnal di destra, e ai Cobas.
Nel 2003, nel pieno della crisi dell´auto, i confederali avevano raccolto il
75,3 per cento. Ora, quando il rischio di chiusura sembra scongiurato, scendono
al 64,9, mentre la pattuglia eterogenea degli autonomi ha raccolto più di
un quarto dei consensi tra gli addetti.
La nuova Rsu è composta da 12 delegati Fim, 11 Fiom, 9 Fismic, 7 Uilm, 4 Ugl
e 2 Cobas. Numeri non confrontabili con quelli del 2003, quando alle
Carrozzerie lavoravano oltre 7 mila persone che eleggevano 57 rappresentanti.
Oggi sono poco più di 5 mila e 300 con 45 delegati. Ma il balzo in
avanti dell´Ugl (9,8%), che cresce del 3 per cento, del Fismic (19,9%), che
incassa un 6 per cento in più e dei Cobas, saliti dell´1,8, fa riflettere i
confederali. Tutti hanno perso terreno. La Fim, che con il 27 per cento rimane
il primo sindacato, è scesa del 3 per cento, la Fiom (23,6%) del 4,5 per cento
e la Uilm (14,3%) del 2,9 per cento, nonostante la crescita dei votanti
rispetto al 2003. Hanno infilato la scheda nell´urna 4.643 tute blu, l´87 per
cento, il 5,1 per cento in più. Corsa al voto che non ha premiato i confederali.
I metalmeccanici della Cgil sono i più preoccupati: «È un risultato non
soddisfacente – dice Gianni Rinaldini, segretario nazionale Fiom – è innegabile
che ci sia un arretramento ed è incontrovertibile la crescita del Fismic e
dell´Ugl. Dato che chiede una riflessione attenta». Per il leader torinese dei
metalmeccanici sembra che «scampato il pericolo, l´appeal confederale venga
meno, ma non lasceremo la protesta senza proposta alla destra sociale e al
sindacalismo moderato». E per Giorgio Cremaschi «non si può tornare alla
concertazione perché i lavoratori la identificano come un appiattimento sulle
scelte di governo». Preoccupazione anche in casa Uilm. Il leader torinese,
Maurizio Peverati, auspica «che la crescita di Ugl e Cobas contribuisca a
creare un clima d´azione nuovo tra i confederali, evitando personalismi che
fanno perdere consensi».
La Cisl è l´unica a non drammatizzare il voto alle Carrozzerie di Mirafiori.
Per Raffaele Bonanni, segretario generale, con il risultato della Fim si
rafforza «l´idea di un sindacato moderno, partecipativo e non antagonistico
capace di coniugare sviluppo e competitività dell´impresa con le richieste dei
lavoratori». Ma per Bruno Vitali, leader Fim, «il risultato dell´Ugl, voto di
protesta, è una sorpresa che va analizzata a mente fredda».
Piena soddisfazione sul fronte opposto. «I lavoratori hanno dato fiducia
ad un sindacato sempre presente e attivo in fabbrica», dice Renata Polverini,
segretario dell´Ugl. «Chi bolla la nostra vittoria come moderata o di destra –
sottolinea Roberto Di Maulo, leader Fismic – sbaglia. È un risultato figlio
delle battaglie fatte per salvare lo stabilimento e contro chi cerca di
esercitare una certa egemonia».