Suez, polemica Prodi-Chirac

ITALIA, FRANCIA, ENERGIA

Rep Giampiero Martinotti

Il presidente francese: privilegiamo le offerte
amichevoli. Più difficile la fusione con GdF: il Parlamento è contro la sua
privatizzazione

Vertice a Parigi. Il premier:
"Giustificata la strategia Enel"

PARIGI – Romano Prodi difende le ambizioni dell´Enel, ma
Jacques Chirac non gli viene incontro e l´energia si rivela l´unico vero
dissenso fra i due leader. Il presidente del Consiglio ha sottolineato la necessità
«di avere regole di mercato equilibrate, simmetriche e aperte»; il capo dello
Stato ha ribattuto: «Le autorità francesi privilegiano le offerte amichevoli e
sono attente alla dimensione industriale e sociale delle grandi operazioni fra
imprese»
. Saranno i ministri dell´Industria a cercare un compromesso, ma
gli incontri di ieri hanno almeno permesso di mettere in chiaro le posizioni
degli uni e degli altri in un clima molto più disteso rispetto a quello di
qualche mese fa. Dominique de Villepin continua a difendere a spada tratta
il progetto di una fusione tra Suez e Gaz de France, ma l´Enel sta trovando
appoggi insperati Oltralpe: la maggioranza parlamentare esita a votare la
privatizzazione di Gdf e l´eventuale rifiuto del provvedimento aprirebbe all´azienda
italiana nuove prospettive
.
Prodi non ha tradito l´Enel, tutt´altro. Ha difeso le sue velleità senza mezzi
termini, dicono fonti diplomatiche. Se ha insistito sul rilancio della
cooperazione italo-francese, ha anche chiesto reciprocità: «Non dimentichiamo
che Edf ha il 20 per cento del mercato italiano dell´elettricità e che Enel
non arriva nemmeno al 50 per cento, ma al 45 o 46. Edf ha più del 30 per cento
del mercato del centro e del nord, il più ricco del paese»
.
E il presidente del Consiglio ha ricordato la presenza delle banche francesi
nella penisola
, il peso del Crédit Agricole e l´Opa di Bnp-Paribas sulla
Bnl, la forza dei gruppi francesi nella grande distribuzione, la partecipazione
di Air France in Alitalia: «Ho sottolineato la necessità di avere la stessa
apertura in Francia, con tutto il rispetto delle regole francesi e tutta
l´amicizia che dev´esserci fra i nostri due paesi». Ma da quest´orecchio i
francesi ci sentono poco, quasi niente. Sul caso Suez nessuna concessione
:
«Esiste un progetto di fusione e al di là di questo spetta alle aziende portare
avanti le discussioni strategiche sul loro futuro».
Villepin, che il 25 gennaio ha personalmente annunciato la fusione Suez-Gdf, è
rimasto naturalmente sulle sue posizioni. Il primo ministro, tuttavia, deve
fronteggiare una sorta di ammutinamento della sua maggioranza parlamentare.
Oggi e domani deputati e senatori discutono il futuro energetico del paese e
durante il dibattito dovrebbe affiorare l´ostilità alla privatizzazione di Gaz
de France. Durante la tradizionale riunione del gruppo parlamentare
all´Assemblea nazionale, che si tiene tutti i martedì, due terzi dei presenti
si sarebbero schierati contro il progetto. Dopo la crisi del Cpe e l´affare
Clearstream, a meno di un anno dalle presidenziali, è considerato politicamente
troppo rischioso. Il gruppo non ha preso posizione e lo stesso presidente del
partito, Nicolas Sarkozy, ha chiesto di esaminare tutte le ipotesi
,
ricordando che la fusione Suez-Gdf «non è l´unica opzione praticabile». Sarkozy
starebbe pensando a un altro schema, basato su un accordo a tre,
Suez-Gdf-Enel, dai contorni ancora vaghi
.
Il presidente dell´Ump ha incontrato Prodi nella nostra ambasciata.
Ufficialmente, si è parlato di problemi di immigrazione (Sarkozy è ministro
dell´Interno)
. Secondo il Canard enchainé, Sarkozy, parlando dell´affare
Suez-Gdf, avrebbe detto ai suoi: «Vedrete che tutto si sbloccherà dopo il mio
incontro con Prodi». Ma gli uomini di Palazzo Chigi sono molto diplomatici e
dicono che non si è parlato di questo argomento.
All´Enel, per il momento, preferiscono non commentare. Ci si limita a
sottolineare con soddisfazione l´arringa di Prodi in favore degli interessi
italiani. Fulvio Conti, l´amministratore delegato dell´azienda, ieri era in Russia
per firmare un memorandum su possibili collaborazioni industriali con la Rao
Ues, mentre restano possibili accordi anche con il gigante Gazprom.

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