IRAQ, USA, DIRITTI UMANI
REPUBBLICA Sab. 27/5/2006 ALESSIA MANFREDI
Un gruppo di soldati Usa rischia la pena di morte per
l´uccisione di una ventina di iracheni. "Prove incriminanti, peggio di My
Lai"
Bush e Blair ammettono: molti
errori prima e durante la guerra
Nel giorno in cui George W. Bush e Tony Blair
fanno autocritica ammettendo gli errori compiuti in Iraq, un nuovo scandalo
che coinvolge i marines rischia di travolgere la Casa Bianca. Un gruppo di
soldati americani avrebbe commesso l´assassinio ingiustificato di una ventina
di civili iracheni ad Haditha, lo scorso novembre, e successivamente avrebbe
cercato di insabbiare l´episodio. Sui fatti di Haditha, che qualcuno ha già
definito una nuova My Lai, dal massacro di civili vietnamiti da parte delle
truppe americane in Vietnam nel 1968, sono in corso due diversi filoni di
indagine. Secondo quanto riferisce il Washington Post, la serietà con cui le
autorità seguono il caso cresce sempre più. A conferma della gravità della
situazione, il giornale cita due segnali concomitanti: il generale Michael
Hagee, comandante del corpo, che vola in Iraq per parlare alle truppe e
«rafforzare gli ideali, i valori e gli standard» dei marines, proprio mentre
alcuni membri del Senato vengono aggiornati sugli ultimi sviluppi delle
indagini. L´episodio incriminato risale allo scorso 19 novembre, quando un
gruppo di marines, dopo che il loro convoglio era stato colpito dall´esplosione
di una bomba sul ciglio della strada, avrebbe ucciso a sangue freddo 24 civili
iracheni disarmati, alcuni fatti scendere da un taxi e giustiziati sul
posto, altri prelevati e freddati dalle case limitrofe all´agguato: una strage
durata diverse ore, alla fine delle quali fra i morti c´era anche un bambino di
tre anni. Le inchieste sono in dirittura d´arrivo e le relative incriminazioni
potrebbero arrivare già il mese prossimo: i marines rischiano la pena di
morte. Secondo fonti militari citate dalla Cnn, «le prove raccolte sono
piuttosto incriminanti». Oltre ai soldati coinvolti nella strage di Haditha, altri
marines sono stati richiamati in seguito alle accuse di aver partecipato
all´assassinio di un civile, il mese scorso, nell´area di Falluja. Il Pentagono
ha gettato acqua sul fuoco, invitando a non trarre conclusioni affrettate
visto che le indagini sono ancora in corso, ma se le accuse dovessero essere
confermate, come appare sempre più probabile, l´ennesimo scandalo renderebbe
ancora più difficile per l´amministrazione Bush in continuo calo di consensi
sostenere ancora la missione in Iraq. Proprio giovedì il presidente Bush e il
premier britannico Tony Blair, parlando in una conferenza stampa congiunta alla
Casa Bianca, hanno ammesso che in Iraq i passi falsi non sono mancati. Quello
più grave, ha detto il presidente Bush, è stato Abu Ghraib, un errore che
«abbiamo continuato a scontare per lungo tempo». E che, a quanto pare, non sarà
neanche l´ultimo.