Si alza il tetto dei finanziamenti anomini da circa 6mila a 50mila euro

Partiti, fondo da 2,6 milioni

Debiti per 375 milioni Rutelli: indecenza Casini: l’Udc rivelerà
le sovvenzioni oltre 10mila

À
C i avevano provato già a metà dicembre. Nel maxi emendamento alla finanziaria
su cui la Camera voto la fiducia il blitz era stato tentato, per poi fallire.
Infatti nella versione definitiva scomparve la tassa dell’ 1% sulle donazioni
ai partiti e ai movimenti politici. L’incasso era destinato a un fondo di
garanzia a favore degli amministratori dei partiti alle prese con i creditori.
Insomma, qualcosa che somiglia parecchio alle norme votate dalla maggioranza
nella notte di giovedì nel " milleproroghe", una sorta di saldo dei
conti di fine legislatura.
Si alza il tetto dei
finanziamenti anomini da circa 6mila a 50mila euro, si toglie retroattivamente la responsabilità diretta dei
tesorieri rispetto ai creditori dei partiti (
a meno di dolo o colpa
grave), si crea un fondo di garanzia alimentato con l’ 1% delle somme dei
rimborsi elettorali: se si prende in considerazione la cifra complessiva dei
rimborsi del 2004 per i maggiori 15 partiti, 269 milioni, il fondo arriverebbe
a 2,6 milioni, una briciola rispetto ai 375 milioni di indebitamento.
L’azzeramento dei debiti è
stato criticato dall’opposizione
: ieri Francesco Rutelli l’ha definita «
un’indecenza che ci farà tornare ai tempi bui » . A caldo, durante la
trasmissione ‘ Matrix’, gli ha ribatutto Pierferdinando Casini, che ha
assicurato: « Farò firmare ai candidati dell’Udc un impegno a denunciare tutti
i contributi superiori ai 10mila euro » . Non pare ci siano lamentele per la
norma che stabilisce che i rimborsi dello Stato alle forze politiche non si
interrompano in caso di scioglimento anticipato delle Camere. Insomma,
dureranno comunque cinque anni. E questi crediti verso lo Stato saranno così
certi che potranno essere ceduti o cartolarizzati.
Sul piano tecnico fino ad oggi il finanziamento statale è stato erogato in
tempi che mai hanno coinciso con le necessità reali dei partiti di coprire le
spese e saldare i debiti, specie in campagna elettorale. E le banche hanno da
sempre finanziato la politica attraverso le forme classiche dei prestiti
garantiti, una sorta di " fattorizzazione" dei crediti, o se si vuole
uno sconto. Se questi nuovo crediti siano cartolarizzabili gli esperti del
settore nutrono seri dubbi. « Se sono garantiti dallo Stato, come sembra —
spiegano in una banca milanese tra le più attive nel settore — non è necessario
effettuare una classica cartolarizzazione, come si fa con gli immobili o le
sofferenze. Casomai si possono trasformare in semplici titoli rappresentativi
come si fa con le Asl o le Regioni e ottenere dei finanziamenti garantiti » .
Insomma, fare dei Ds Bond o Buoni di Forza Italia non conviene: « Gli importi
sono piccoli, e tra costi fissi, spese legali, costituzione della società
veicolo si potrrebe arrivare ad un aggravio fino al 5% del valore nominale del
credito. Tutto questo per tranche che probabilmente avrebbero importi di 10 20
milioni al massimo, visto che sarebbe assai difficile un accordo tra tutti i
partiti per effettuare un’unica emissione » . Quindi cartolarizzare è
tecnicamente possibile ( « a Napoli stanno studiando un’operazione sulle multe
non pagate, ma ancora non ci sono riusciti » ) ma non appare conveniente.
Dunque, trattandosi di crediti certi per scadenza e importo basta viaggiare con
le forme di finanziamento più tradizionali.
Sul piano politico la questione nel centro destra ha smosso non poco le acque,
con un Giulio Tremonti tutt’altro che contento.
In ogni caso non se ne parla e non si commenta, aspettando che le acque si
calmino. C’è chi sostiene che la norma sia arrivata anche per dare una mano ai
piccoli, quelli che pur con lo zero virgola questa volta sono tenuti in granmde
attenzione dalla Cdl e dal suo leader, Silvio Berlusconi. Come Gianfranco
Rotondi, segretario della rinata Dc e depositario dello storico marchio, che è
alla prese con vecchie posizioni dello scudocrociato ancora da regolare. E
questi, come altri tasselli, non possono essere ignorati da chi, come Rocco
Crimi, tiene i cordoni della borsa di Forza Italia.

L’effetto
sui dati 2004 / Cala la trasparenza dei finanziamenti privati

L’ 86% dei contributi diventa invisibile

ROMA
• In attesa di scoprire il tasso di aumento dei contributi personali alla
politica, che deriverebbe dai nuovi tetti previsti dalla legge di conversione
del Dl " milleproroghe", è già possibile calcolare di quanto si abbasserebbe la soglia di
trasparenza dell’attività di fund raising: dell’ 86 per cento
. A tanto ammonterebbe la quota di
donazioni oggi note, che sparirebbero dai bilanci, se il limite sottoposto
all’obbligo di pubblicità salisse a 50 mila euro.
Stando ai rendiconti 2004, i casi in cui la soglia del silenzio salirebbe al
100% sono due: Verdi e Sdi. Ma in realtà non possono essere considerati questi
due partiti i maggiori interessati alle nuove norme. Certo, nessuno dei 23
contribuenti privati dei Verdi oggi conosciuti sarebbe più tale, ma si tratta
quasi esclusivamente degli stessi parlamentari del Sole che ride. E lo stesso
vale per lo Sdi.
Un discorso analogo vale per i
Democratici di sinistra
: su 192 sottoscrittori, ben 191 sarebbero
avvolti dal silenzio. Unica eccezione: Massimo D’Alema con i suoi 54mila euro
di contributi. Ma anche per la Quercia lo " zoccolo duro" di donatori
è formato dai suoi stessi esponenti. Tanto è vero che dalle società arrivano
appena 166mila euro, contro i 4,4 milioni di deputati e senatori.
Performance analoghe per la
Lega
con il 99,1% di contributi privati " secretati". Due le
eccezioni, entrambi firmate editrice Esedra: 100 mila dalla cooperativa a
responsabilità limitata che edita il " Giornale d’Italia", altri
97.600 da una Srl. In realtà, ci sarebbe anche un terzo volto che resterebbe
noto ( Mario Borghezio) se si sommassero le otto tranche del suo impegno
economico per il Carroccio ( in tutto 63mila euro).
Lievemente più in basso la
Margherita
( 96,7% di " invisibili", con appena 752 mila di
liberalità giunte a livello nazionale) e il resto della Cdl. Per Forza Italia, il partito più
finanziato dai privati nel 2004 ( 6,1 milioni di euro raccolti tra persone
fisiche e giuridiche),
resterebbe ignoto il 92,3% di sostenitori. Inclusa la nutrita pattuglia di
imprese ( soprattutto nel campo finanziario, edile e dei trasporti) che hanno
scelto il partito del premier.

Poco al di sopra del 90% si colloca anche An con 103 contribuenti che rimarrebbero nell’ombra su 114. E, tra questi, un
folto gruppo di società " amiche": la compagnia aerea Air One, che
destina a Via della Scrofa meno di quanto invii ai forzisti ( 20mila anziché
25mila); la casa di produzione cinematografica Jules Verne film e un nugolo di
emittenti televisive private
( Teleoggi, Teleregione, Radio Tele
Spazio).
Per la Lista Pannella 11 finanziatori su 14 resterebbero ignoti ( tutti tranne
Emma Bonino, Marco Cappato e Marco Pannella). Quindi l’Udc con 25 su 34 ( ma non il " munifico"
Vito Bonsignore che ha regalato ai centristi 250mila euro), il Pri ( 3 su 4).
Chiude il gruppo Rifondazione comunista ( 11 su 23), l’unico al di sotto del 50
per cento. Per Forza Italia il 92,3% dei sostenitori sparirebbe Per i Ds
resterebbe solo un nome: D’Alema

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