Raffaella Polato
Dossier riservato
dell’Ufficio studi sui costi della manovra
Un’analisi comparativa, firmata dall’ufficio studi di
Sandro Trento, concentrata su costi e benefici. Dove i costi stanno per Tfr,
ovviamente, e i benefici per cuneo fiscale.
L’intera squadra di vertice l’ha ricevuta per tempo, ieri mattina, e ha
cominciato a studiarla prima del Comitato di presidenza convocato da Luca
Cordero di Montezemolo in seduta straordinaria. «Straordinaria», e durata ben
tre ore, per ragioni del tutto evidenti. Se è vero che Romano Prodi, nella
telefonata di martedì al presidente di Confindustria, ha sostanzialmente detto
«scegliete: o il cuneo o il Tfr», per Viale dell’Astronomia in realtà da
scegliere non c’era (non c’è) granché. O meglio: c’era un cerchio
difficilissimo da far quadrare.
Rompere — problematico — con il governo, ribadendo che trasferire le
liquidazioni maturande all’Inps sarebbe uno «scippo inaccettabile». O rompere —
inimmaginabile — con la base, quel 90% di piccole e medie imprese che sono
l’ossatura del sistema industriale italiano e che, per stessa ammissione di
ministri come Pier Luigi Bersani o Cesare Damiano, senza il Tfr si
ritroverebbero in ginocchio.
Certo, da questi ultimi è arrivata anche l’apertura: «Un tavolo per studiare
una soluzione al problema, alternative sul fronte dell’accesso al credito».
Però. Però «la base», prima solo diffidente nei confronti del centrosinistra,
ora che accanto al mantenimento della promessa-cuneo vede anche il «tradimento»
degli impegni elettorali sulle tasse, di «fiducia sulla parola» non vuole
proprio sapere. È arrabbiata, sull’orlo della rivolta. E il fantasma che si
aggira ha un nome preciso: Vicenza. E porta con sé un rischio: il suo
rimaterializzarsi a strettissimo giro di posta. Già domani e dopo, a Capri.
Dove si riuniscono i Giovani imprenditori di Matteo Colaninno e dove,
soprattutto, la «base» avrà il primo incontro con chi la Finanziaria l’ha
firmata: Tommaso Padoa-Schioppa. Che parlerà subito dopo Giulio Tremonti, qui
pieno di fan. E prima di Montezemolo.
Che platea troverà, il ministro dell’Economia?
E poi, di conseguenza, lo stesso Montezemolo?
Molto dipenderà dalle mosse di queste ore.
Dalle diplomazie, anche. Ma la scelta dei vertici di Confindustria è chiara: il
suo presidente non ha impostato la linea da solo, le mosse sono state, sono e
saranno collegiali, le piccole e medie imprese sono e resteranno al centro
delle decisioni. Se basterà a disinnescare la doppia mina, rivolta
antigoverno o rivolta interna, lo si vedrà nel giro di 48 ore. Appuntamento a
sabato mattina.