«Se Teheran continua così, necessarie le sanzioni»

IRAN, NUCLEARE, SINISTRA

CORRIERE Dom. 16/4/2006   Daria Gorodisky
ROMA – Il messaggio
che Umberto Ranieri non si stanca di ripetere quando si parla di questione
iraniana è «la nostra bussola saranno Unione europea e Onu». Ma poi, piano
piano, emerge quella che, secondo il deputato ds ed ex sottosegretario agli
Esteri
(nei governi D’Alema e Amato), dovrebbe essere la politica del
centrosinistra nei confronti di Teheran
. «Ahmadinejad sta buttando benzina
sul fuoco della crisi mediorientale. Le sue ultime dichiarazioni sono di una
gravità estrema: minaccia ancora una volta Israele; lancia orribili offese alla
memoria ebraica negando l’Olocausto; e annuncia che il suo Paese è entrato nel
club del nucleare».

Ritiene che l’Iran rappresenti una seria minaccia?
«Nessuno può sottovalutare il rischio che non solo Usa e Israele, ma il
mondo intero correrebbe se un regime come quello si dotasse dell’arma nucleare
.
Oggi l’Iran rappresenta la questione più grave con cui la comunità internazionale
debba fare i conti».
Gli Stati Uniti infatti ora chiedono al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di
adottare sanzioni con una risoluzione che faccia riferimento al capitolo 7
della Carta, quello che prevede anche il ricorso alla forza «in caso di minaccia
alla pace, di violazione della pace o di un atto di aggressione».
«La comunità internazionale ha mosso tanti passi verso l’Iran nel tentativo
di bloccare il suo percorso verso il nucleare. Ma Ahmadinejad ha risposto
procedendo con l’arricchimento dell’uranio, presupposto per arrivare alla bomba
atomica».
Dunque?
«C’è una gradualità negli interventi e, soprattutto, le decisioni devono
essere unitarie. Di fronte ai comportamenti e agli atti del regime di
Teheran, però, non escludo che già oggi il Consiglio di sicurezza delle Nazioni
Unite possa e debba ricorrere alle sanzioni»
.
E il riferimento al capitolo 7?
«Deciderà il Consiglio di sicurezza, dove l’Italia, come è noto, non siede.
Certo, quel riferimento consentirebbe di rivolgersi al regime iraniano con
molta determinazione. Ma è importante che siano tutti d’accordo».
Se non ci fosse unanimità? In che direzione dovrebbe premere, secondo
lei, il governo di centrosinistra?
«Anche gli Stati Uniti si rendono conto che la crisi iraniana non può
essere risolta unilateralmente
, come avvenne per l’Iraq. Guai se si
verificassero divisioni come quelle del 2003. Però, come gli Usa, anche il
centrosinistra italiano nutre grande preoccupazione rispetto al rischio che la
teocrazia iraniana si possa dotare di armi nucleari
. E altri, in Europa,
hanno già espresso lo stesso giudizio».
Crede che la Russia e la Cina firmeranno le sanzioni?
«La Russia ha tentato di tutto per il dialogo, ma ora ci sono sviluppi nuovi».
La settimana prossima si riunisce il G8, e il dossier Iran sarà sul tavolo.
L’Italia, che partecipa, è il primo partner commerciale dell’Iran…
«L’Italia si è mossa in modo equilibrato nei confronti dell’Iran:
abbiamo interessi economici, ma sappiamo che non possiamo promuovere
comportamenti acquiescenti con governi come quello guidato da Ahmadinejad
.
Negli ultimi dieci anni l’Italia ha ritenuto che fosse possibile vedere un Iran
con orientamenti più moderati e riformisti. Purtroppo non è successo, e ora
governano solo gruppi oltranzisti».
Allora si dovrà spingere per le sanzioni?
«Sono sicuro che il governo italiano si muoverà con senso di responsabilità
uniformato a quelli dell’Unione europea e dell’Onu».
Sì, ma una proposta ci dovrà pur essere? O bisogna delegare?
«Ho detto quello che penso. Ma, se proprio, meglio delegare all’Onu piuttosto
che a un Paese solo…».

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