Saluto ai manifestanti di Jaffa

Al diciassettesimo giorno dell’offensiva israeliana contro Gaza i morti sono ormai 900, di cui oltre la metà civili, molti bambini. Un milione su 1,5 milioni di abitanti sono senza elettricità, la metà senz’acqua potabile. Continuano i bombardamenti, anche con proiettili al fosforo bianco.

Israele non ha esitato a sparare su una scuola materna per scovare due presunti combattenti, ha fatto fuoco sui medici che raccolgono i feriti, sugli autisti dell’ONU mostrando disprezzo non solo per la vita altrui, ma anche per le convenzioni internazionali e delle forme. L’essere stati vittime dell’Olocausto è come se non avesse insegnato nulla ai vertici dell’imperialismo israeliano. Ma sarebbe ingenuo pretendere che l’imperialismo abbia una morale.

Se l’obiettivo dei vertici israeliani – oltre a quello di vincere le prossime elezioni – è la distruzione delle strutture di Hamas per favorire un ritorno dell’OLP-Fatah a Gaza, il terrorismo israeliano non sottrae di certo consensi popolari ai vertici di Hamas, alimentando tra i palestinesi e gli arabi un odio etnico in veste religiosa che impedisce il ricongiungimento con il movimento di opposizione interno ad Israele, oggi più consistente che durante la guerra in Libano del 2006, ma praticamente ignorato dagli organizzatori delle manifestazioni nei paesi arabi come in quelli occidentali.

Non è dai governi europei, pronti ad approfittare dei massacri per allungare il loro zampino armato sull’area; non è dai governi arabi che hanno massacrato più palestinesi degli stessi israeliani e sottratto loro tante terre quante gli israeliani, che negano ai profughi palestinesi la parità di diritti, che si deve attendere un’azione che ponga fine ai massacri; né dall’ONU, l’assemblea dei briganti imperialisti che emette risoluzioni che restano vuote ipocrisie finché le maggiori potenze non trovano un accordo di spartizione.

È invece proprio dall’opposizione interna ad Israele, e dal suo collegamento con correnti internazionaliste arabe, che può venire l’alternativa ai massacri senza fine e la fine dell’oppressione del popolo palestinese, che si trascina da due generazioni.

Certo il movimento pacifista israeliano, con la sua bandiera israelo-palestinese, resta tuttora interclassista e non può costituire di per sé una minaccia mortale al potere della borghesia israeliana. Questo movimento è più arretrato del movimento Matzpen, che negli anni ’70 ha tentato il collegamento tra la classe operaia israeliana e correnti che cercavano di rappresentare il proletariato palestinese. Tuttavia il suo collegamento con gruppi palestinesi che nella difesa del proletariato palestinese si oppongono sia alla corrotta borghesia rappresentata da Al Fatah che alla reazione islamica di Hamas, longa manus di Iran e Siria, costituirebbe un importante inizio. Il razzismo israeliano e lo speculare integralismo islamico cercano di impedirlo.

Proprio per questo, e per mostrare che esiste un’alternativa allo schierarsi con Hamas o con Israele, vogliamo rivolgere l’attenzione sulle manifestazioni in corso in Israele contro la guerra e il proprio governo.

Una delle maggiori è avvenuta a Jaffa la sera del 3 gennaio, seguita il 6 gennaio da un’altra manifestazione contro l’attacco di terra. Secondo gli organizzatori il 3 gennaio la partecipazione è stata di 10 mila persone, rispetto alle mille scese in piazza una settimana dopo l’inizio della guerra contro il Libano.

Riproduciamo qui estratti del discorso preparato per la manifestazione da Uri Avneri per Gush Shalom, il Blocco per la Pace.

Ci dicono
che siamo traditori.
Ci dicono
che distruggiamo Israele.
Ci dicono
che siamo criminali.
 
Ma noi diciamo loro:
criminali sono coloro
che hanno iniziato
questa guerra criminale e non necessaria!
 
Una guerra non necessaria
perché era possibile
al governo
fermare i Kassam
ponendo fine al blocco
per il milione e mezzo
di abitanti di Gaza.[…]
 
Le masse che in Israele
ora vi applaudono
domani vi puniranno.
È successo con la
Seconda Guerra del Libano
e succederà
di nuovo questa volta!
 
E VOI che state qui,
donne e uomini,
giovani e vecchi,
ebrei e arabi,
VOI che avete protestato
contro questa guerra orrenda
fin dal primo giorno,
fin dal primo minuto,
isolati e maledetti –
VOI siete i veri eroi!
 
Potete essere orgogliosi,
molto orgogliosi,
perché state nel mezzo
di un uragano di isteria e ignoranza,
e non ne siete spazzati via!
Mantenete il vostro raziocinio,
non solo a casa
ma qui in piazza!
 
Milioni nel mondo vi vedranno
vi saluteranno,
saluteranno ciascuno di voi. […]
 

Salutiamo l’opposizione radicale israeliana che denuncia il razzismo della costituzione di Israele, auspicando che porti fino in fondo, da posizioni classiste, la sua lotta contro quello Stato e che faccia da polo di attrazione per la formazione di un movimento su basi proletarie e internazionaliste in Palestina e in terra araba in generale.

Riproduciamo su questo sito due volantini che, da angolature differenti, esprimono posizioni di classe e internazionaliste, che condividiamo: il volantino del Circolo Alternativa di Classe di La Spezia, con alcune modifiche concordate, e il volantino di compagni romani di Combat con cui abbiamo avviato una collaborazione.

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