Respinta denuncia di Trasparency International – Niente inchiesta su Françafrique
● La corte d’Appello di Parigi, giovedì scorso, ha detto no all’apertura di un’inchiesta sui patrimoni multimilionari che tre presidenti africani hanno in Francia. Così ha negato la possibilità di verificare i legami tra banche e compagnie petrolifere francesi, e Denis Sassou Nguesso (Congo), Teodoro Obianga Nguema (Guinea Equatoriale) e il defunto Omar Bongo (Gabon).
– Niente da fare, non s’indaga sui beni "francesi" di tre presidenti africani: lo ha deciso il 29 ottobre la corte d’Appello di Parigi. La denuncia, che è stata depositata lo scorso dicembre dall’organizzazione non governativa Trasparency International, specializzata nella lotta alla corruzione, ipotizza che beni mobili e immobili per centinaia di milioni di euro, in territorio francese, siano frutto di ricettazione, riciclaggio, appropriazione indebita e che in queste azioni possano essere coinvolte anche banche e compagnie petrolifere francesi.
– I presidenti africani in questione sono Denis Sassou Nguesso, presidente di Congo-Brazzaville; Teodoro Obianga Nguema, presidente della Guinea Equatoriale; e il capo di stato gabonese Omar Bongo, scomparso quest’anno.
– Lo scorso 6 maggio, la denuncia era stata considerata ricevibile dalla giudice Françoise Dasset, decana dei giudici istruttori. Ora la corte d’appello si allinea con l’esecutivo e decide di non aprire pagine che potrebbero risultare assai spiacevoli per la Francia, ex potenza coloniale in Congo e in Gabon. Insomma meglio non occuparsi di Françafrique, cioè di quell’intreccio poco limpido e affaristico che, nella stagione dopo le indipendenze (dagli anni ’60) ha visto interagire grandi imprese, uomini politici francesi e leader africani.
Trasparency International, in un comunicato congiunto con Sherpa (rete internazionale di giuristi con sede a Parigi) ha annunciato che ricorrerà in cassazione contro un decisione che definisce «incresciosa», in quanto la corte d’Appello non si pone nessun dubbio su come i tre presidenti possiedano tali patrimoni, considerati gli emolumenti che percepiscono come presidenti: 30mila euro al mese per Sassou Nguesso, 5mila dollari per Obiang Nguema e 14mila euro per Omar Bongo. Se si segue la logica, continua il comunicato, si può seriamente presumere che ci sia stata una sottrazione di denaro pubblico.
Nigrizia – 30/10/2009