Quel vertice politico alla Mecca che diede il via libera alla protesta

REPUBBLICA Ven. 10/2(2006   HASSAN M. FATTAH  –  traduz. Anna Bissanti

Copyright New York Times – La Repubblica

A dicembre i leader dei governi musulmani avevano lanciato il primo anatema contro le vignette

Tra i protagonisti del summit anche l´iraniano Ahmadinejad

BEIRUT – Ufficialmente all´ordine del giorno di un summit del dicembre scorso alla Mecca, cui hanno preso parte i leader di 57 Paesi musulmani, dominavano argomenti come l´estremismo religioso. Nei corridoi, però, gran parte delle conversazioni riguardavano un tema completamente diverso: le vignette danesi con la caricatura del profeta Maometto. Il comunicato finale esprimeva «preoccupazione per il crescente odio contro l´Islam e i musulmani», condannava «il recente incidente in occasione del quale sui mezzi di informazione di alcuni Paesi si era dissacrata l´immagine del Sacro Profeta Maometto», e infine deprecava «l´uso della libertà di espressione come pretesto per denigrare le religioni».Il summit della Mecca ha ricevuto una scarsissima copertura da parte dei
media
, anche se vi hanno preso parte leader come il presidente iraniano
Mahmoud Ahmadinejad. In realtà, nel lungo cammino che dall´offesa quasi
inavvertita nei confronti di una piccola comunità musulmana dell´Europa del nord
ha portato a una serie di focolai divampati in tutto il mondo, quell´incontro
dell´Organizzazione della Conferenza Islamica ha rappresentato una svolta
cruciale.
Dopo di esso, infatti, la collera per le vignette danesi è
cresciuta. Negli ultimi giorni alcuni governi di Paesi musulmani, preoccupati
per il crescente livello delle violenze, hanno cercato di calmare la rabbia
dilagante. Le pressioni, però, si erano già accumulate all´inizio dell´ottobre
scorso, quando gli islamisti danesi avevano fatto lobby sugli ambasciatori arabi
e questi ultimi sui governi arabi
.
Alla fine di dicembre la faccenda ha
assunto un ritmo più frenetico quando le voci di un boicottaggio si sono fatte
più forti. L´Organizzazione islamica per l´educazione, la scienza e la cultura
ha pubblicato sul suo sito web una condanna dell´«aggressiva campagna scatenata
contro l´Islam e il suo Profeta» dal Jyllands-Posten, proponendo un boicottaggio
dei prodotti danesi. Nel giro di poche settimane, il parlamento giordano ha
condannato le vignette, come molti altri governi arabi.
Il 10 gennaio un
giornale norvegese ha ripubblicato le caricature con un gesto di solidarietà nei
confronti dei danesi, e questo ha indotto molti musulmani a ritenere che avesse
avuto inizio una vera campagna contro di loro
. Il 26 gennaio con una
mossa cruciale l´Arabia Saudita ha richiamato il suo ambasciatore in
Danimarca e poco dopo anche la Libia ha fatto lo stesso
. I religiosi
sauditi hanno quindi iniziato a premere sul tasto del boicottaggio e nel giro di
pochi giorni la maggior parte dei prodotti danesi è scomparsa dai
supermercati
.
L´intera faccenda delle vignette è arrivata in un momento
critico per il mondo musulmano, che già è profondamente in collera per
l´occupazione dell´Iraq e ha la sensazione che i musulmani siano sotto attacco.
Le forti dimostrazioni degli islamisti durante le elezioni in Egitto e la
vittoria di Hamas nelle elezioni palestinesi hanno dato nuovo impulso ai
movimenti islamici della regione e molte economie, specialmente nel Golfo
Persico, si sono rese conto del loro effettivo potere economico sulla
Danimarca
.

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