Ormai per leggere le ovvietà che ogni lavoratore, ogni studente, ogni pendolare, ogni utente conosce e subisce sulla propria pelle, bisogna scrutare tra le pagine patinate di Style, mensile glamour del Corriere della Sera.
Sono le stesse ovvietà ben conosciute dai ferrovieri ridotti a sorbirsi un contratto bidone che gli aumenta l’orario di lavoro, senza per altro dargli una lira di aumento.
Ovvietà per nulla scandalose, tutte previste nel processo di liberalizzazione del trasporto su rotaia, che unisce l’aumento dello sfruttamento dei lavoratori con la diminuizione delle condizioni di sicurezza del servizio.
Un processo di spezzettamento sostenuto fin dal suo inizio nella metà degli anni ’80 dagli stessi sindacati che oggi firmano, senza consultazione alcuna dei ferrovieri, l’ennesimo contratto bidone.
E cosi’, al disagio dei viaggiatori pendolari ( le coccole delle assistenze sono solo per i signori dell’alta velocità! ), si somma quello dei ferrovieri, in un crescendo di incomprensioni che spesso scadono nel battibecco, nella rissa, e nella denuncia formale.
Tutto il contrario di quello che occorrerebbe: l’unità d’azione tra chi usa il treno e chi ci lavora, contro i dirigenti papponi e i sindacati collusi.
Per un trasporto sociale uguale per tutti, sicuro, e perché no……gradevole!
nuclei ferrovieri internazionalisti
comunisti per l’organizzazione di classe
Combat