Una volta noi ferrovieri aspettavamo con ansia la firma dei nuovi contratti di lavoro.
Era per noi l’occasione di conquiste normative e di avanzamenti salariali.
Ora non è piu’ cosi’. Abbiamo paura dei contratti, perché rappresentano ormai la formalizzazione delle politiche aziendali.
Tagli di personale, aumento dell’orario di lavoro, allungamento delle tratte di condotta e di servizio sui treni, diminuzione di giornate di ferie e permessi, generalizzazione del macchinista unico su tutti i treni, turni personalizzati, aumento della produttività, diminuizione della sicurezza del servizio, abolizione del diritto al pasto, aumento dell’età pensionistica, maggiori differenze tra diversi contratti ferroviari.
Il preaccordo firmato nelle scorse settimane dai sindacati confederali contiene tutti questi peggioramenti, e si presenta come un vero bidone per noi ferrovieri, la logica conseguenza dei passati contratti che recepivano i passaggi privatistici e di spezzettamento voluti da Trenitalia.
Questo preaccordo vuole essere la lastra tombale sui nostri diritti ma anche sulla nostra libertà di lottare, di scioperare, di opporci al massacro.
Dovremmo ingoiare l’ultimo rospo senza aprire bocca, nel mugugno senza lotta, cercando di sopravvivere, arrangiandoci individualmente, ma sostanzialmente subendo un colpo che può essere mortale, nel senso di far precipitare la categoria nelle condizioni del dopoguerra.
Dobbiamo evitare, contrastare questo gigantesco indietreggiamento voluto dall’azienda con la complicità sindacale.
L’aspetto generale di questo preaccordo è la divisione dei ferrovieri in 2 categorie: personale fisso e personale mobile. Nella prima rientrano tutti coloro che lavorano fisicamente sul treno, dal macchinista al pulitore viaggiante, passando per il capotreno. Nella seconda gli altri ferrovieri, dall’operaio di linea al capostazione all’assistente etc. L’orario di lavoro passa da 36 a 38 ore, elevabili fino a 44!
Insomma, cosi’ come indicato da Moretti tempo fa, si tende alle 10 ore di lavoro al giorno dappertutto, compreso il macchinista solo. La ciliegina sulla torta è l’ inserimento, tra i doveri del personale,( art.50 ), del rispetto del “codice etico”.
Bisognerebbe opporsi a tutto ciò, ma non è facile. La nostra categoria è anestetizzata da anni di batoste contrattuali, di attacchi aziendali, di inasprimento della disciplina sanzionatoria sempre piu’ discrezionale ( vedi licenziamenti politici di r.s.u.-r.l.s. e ferrovieri coscienti ), di abbandono e tradimento sindacale. Contemporaneamente la categoria non è riuscita a dotarsi di strumenti alternativi di mobilitazione sindacale e politica, non riuscendo a superare in molte occasioni
( strage di Viareggio-licenziamenti etc. ) la pur lodevole testimonianza di se. E’ il segno di tempi duri per l’intero movimento operaio, attaccato da piu’ parti, inseguito da “riforme” e finanziarie antioperaie, lasciato solo in reazioni disperate, spesso autolesioniste o legate alla ricerca della “svolta” personale. Ma la realtà lavora per noi, e per la ripresa del movimento di classe.
La misura, per i lavoratori e per i ferrovieri, è veramente colma!
Qui e la, sul territorio nazionale, gruppi di colleghi cominciano ad organizzarsi per opporsi al contratto bidone, denunciando Trenitalia e strappando le tessere dei venduti del sindacato.
Dobbiamo generalizzare questi comportamenti, collegarci in ogni città, far vedere a tutti lor signori dirigenti aziendali e papponi sindacali che siamo vivi, ed attivi!
Mercoledì 18 luglio ore 10.00 – 14.00 presso Sala S.Sirotti di Bologna C.le (di fronte alla mensa)
Assemblea Generale di tutti i ferrovieri
nuclei ferrovieri internazionalisti
Combat
Comunisti per l’Orgnizzazione di Classe