Iraq, Italia, Difesa
REPUBBLICA Ven. 24/2/2006
L´ESPRESSO
ROMA – Sono finite in Iraq, anche in mano alla
guerriglia, quarantamila pistole usate dalla polizia italiana e rivendute dal
ministero dell´Interno alla Beretta. L´azienda bresciana, scrive L´espresso nel
numero in edicola oggi, ne avrebbe fatte arrivare «più della metà» sulle sponde
del Tigri con una triangolazione sul Regno Unito. Secondo la procura di
Brescia questa operazione è stata realizzata violando la legge. Ma ora,
avverte il settimanale, una norma inserita dal governo nel decreto sulle
Olimpiadi di Torino potrebbe cancellare l´inchiesta, salvando così
l´azienda guidata da Ugo Gussalli Beretta, amico personale del premier
Berlusconi e della famiglia Bush». Beretta era stato indicato anche come
possibile ambasciatore a Washington, per poi ritirare la candidatura dopo
le proteste delle organizzazioni pacifiste.
Secondo l´inchiesta dell´Espresso, diverse irregolarità hanno viziato l´intero
meccanismo della rivendita alla Beretta e della seguente esportazione in Iraq
attraverso un´azienda inglese, la Super Vision International. I giudici
hanno contestato le mosse aziendali e respinto i ricorsi della Beretta. Ma il
decreto sulle Olimpiadi di Torino, approvato lo scorso 8 febbraio, autorizza i
fabbricanti di armi «alla riparazione delle armi prodotte» e «alle attività
commerciali connesse».