Per la splendida compagna Laura Colabianchi

Come compagni di Pagine Marxiste ci associamo agli altri compagni nel ricordo di Laura Colabianchi, militante comunista, sindacalista instancabile del Si Cobas, internazionalista convinta, femminista coerente, una leonessa sempre in prima fila nella lotta, una donna sensibile e intelligente con cui era un piacere confrontarsi politicamente. Morta quasi simbolicamente nel giorno dello sciopero generale contro la guerra, a cui certamente avrebbe partecipato, ci lascia un esempio e un monito a non mollare mai finché la vita ce lo concede, perché solo così la vita è degna di essere vissuta.

Comunicato del Si Cobas:

CIAO LAURA!

Oggi nel primo pomeriggio abbiamo ricevuto la chiamata che oramai temevamo di ricevere da tempo, ma che continuavamo a sperare arrivasse il più tardi possibile: la compagna Laura Colabianchi ci ha lasciato.

Laura è stata tra le fondatrici del coordinamento provinciale di Roma nei primi anni di vita del SI Cobas, protagonista del duro lavoro di radicamento dell’organizzazione nei magazzini della logistica del Lazio e fin dal primo congresso eletta membro dell’Esecutivo nazionale. Ferma e inscalfibile nella sua volontà di allargare e consolidare il SI Cobas nel mondo della logistica, ha dapprima fondato il coordinamento provinciale di Ancona, affrontando sfiancanti trasferte settimanali per radicare il sindacato nei magazzini Fedex e Brt, poi si è trasferita a Bologna per dare il suo contributo nelle filiere della logistica emiliana.

Ma Laura era molto altro e molto di più: una militante politica della sinistra rivoluzionaria, formatasi nel movimento studentesco e femminista romano nei primi anni ’80 (allorquando da Foggia si trasferì nella capitale per svolgere gli studi universitari) e di qui approdata all’area comunista internazionalista.

E’ a partire da questo ampio bagaglio e da questa lunga esperienza nel movimento di classe che Laura negli ultimi 10 anni ha investito quotidianamente le sue forze soprattutto nell’attività sindacale, senza però mai mettere in second’ordine la sua militanza politica, che l’ha portata, tra l’altro ad essere tra le promotrici della Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria e del “comitato 23 settembre” nato a seguito del femminicidio di Atika Gharib.

Lo ha fatto non risparmiando mai una goccia di sudore, spesso sacrificando la sua vita privata e, purtroppo anche la sua stessa salute.

Negli ultimi anni una sequela di malanni, aggravati da patologie pregresse, ne avevano minato il fisico al punto che, in più occasioni, era stata invitata a dedicarsi ad attività meno faticose e dispendiose che ne valorizzassero il ruolo di quadro nazionale dell’organizzazione senza metterne a rischio la salute.

Ma Laura era quel tipo di compagna per la quale la militanza sindacale non è neanche concepibile se slegata dall’intervento diretto “sul campo” e dal grigio lavoro quotidiano al fianco dei lavoratori e delle loro lotte, anche se questo significava passare una notte all’addiaccio per partecipare a un picchetto o a un’assemblea coi lavoratori a decine o perfino centinaia di chilometri da casa, oppure un’intero weekend immersa nelle assemblee dei delegati e nelle riunioni, talvolta interminabili, degli organismi nazionali.

Laura era così: indomita e infaticabile nel suo lavoro, ferma sui principi, esigente con se stessa e con gli altri compagni: un temperamento che talvolta poteva apparire all’esterno come rigido o “spigoloso”, ma che in realtà era il segno del suo senso di appartenenza all’organizzazione, della sua fedeltà granitica alla causa operaia, della sua passione e del suo amore nei confronti della lotta per l’emancipazione dei proletari dallo sfruttamento del lavoro salariato. Chi di noi ha avuto modo di frequentare Laura anche al di fuori delle sedi sindacali, ha potuto apprezzarne anche il suo lato “non militante”, il suo spiccato interesse per la cultura, l’arte, la musica, e un senso dell’ironia che era solita nascondere o dissimulare nei momenti pubblici.

Ironia della sorte ha voluto che quest’ennesimo lutto che ci ha colpito in questo vero e proprio anno funesto, sia avvenuto (come accadde un anno fa con l’omicidio di Adil) proprio nel giorno di uno sciopero nazionale: una doccia fredda che ha cancellato in un sol colpo l’entusiasmo per un’altra grande giornata di lotta.

Ma nel dolore di queste ore siamo convinti che Laura, essendo stata fino all’ultimo momento di lucidità attaccata al cellulare per leggere le notizie e guardare le immagini delle assemblee in corso nei magazzini, sia stata, fino all’ultimo, fiera e orgogliosa di aver contribuito a costruire questa organizzazione, e consapevole che se il SI Cobas è tuttora una delle principali roccaforti del movimento di classe, una parte non trascurabile del merito è suo.

Chi ha compagni non muore mai.

Grazie di tutto Laura, che la terra ti sia lieve.

20 maggio 2022

Il ricordo di Piero Favetta

Era appena finita la manifestazione per lo sciopero generale quando è arrivata una telefonata tremenda: Laura, la nostra compagna, è morta. Dopo mesi di sofferenze, il suo corpo non ce l’ha più fatta. Dicono che quando rischi di morire le immagini della tua vita scorrano veloci dentro di te, quasi una sorta di riassunto generale di ciò che sei stato, di ciò che hai fatto, forse di ciò che avresti voluto ma non hai potuto fare. Non so se sia vero. So però che quando viene a mancare una compagna con la quale hai condiviso anni di militanza, di battaglie politiche e sindacali, di discussioni appassionate, di tentativi testardi e faticosi per individuare la strada migliore per aggredire la cappa di piombo di questa società che opprime, che sfrutta, che inonda il mondo di orrore e violenza, ecco, quando questo avviene, sei spinto a riavvolgere il nastro della storia comune che ti ha legato.

Ho conosciuto Laura tanti anni fa, a metà circa degli anni novanta, nell’ambito dell’attività del Gruppo Comunista Rivoluzionario, un pugno di compagni che pubblicava il giornale “Il lavoratore Comunista” e si sforzava di impostare un lavoro teorico e una riflessione politica che andasse oltre la contingenza. Fu questo lavoro a farci entrare in contatto con il collettivo di Roma in cui militava anche Laura. I rapporti politici si strinsero in poco tempo e di li a poco i due piccoli raggruppamenti unirono le forze. Da allora, l’impegno di Laura non venne mai meno, anzi si andò approfondendo su tutti i piani.

Quando si costituì il Sicobas, Laura non solo non si tirò indietro, ma al contrario capì che un salto di qualità nello stesso lavoro politico sarebbe stato possibile solo a patto di cogliere la possibilità che si apriva di costruire un embrione di organizzazione proletaria nel vivo dello scontro di classe. E la sua dedizione al lavoro nel Sicobas mostrò subito la pasta di cui era fatta: una militante vera, una combattente, una compagna capace di legare la riflessione e la preparazione politica all’impegno quotidiano nelle battaglie di classe, senza tirarsi mai indietro, sacrificando in questa scelta anche molti aspetti della sua vita privata.

Non sto certo celebrando una sorta di vocazione al sacrificio che Laura, da comunista, sarebbe stata la prima ad irridere, ma la lucidità di una militanza di classe che la portava inevitabilmente a scelte nette e, certamente, faticose.

Negli ultimi anni, Laura ha partecipato con grande impegno al lavoro per dare vita alla Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria, consapevole che senza un’organizzazione politica rivoluzionaria, attiva e ancorata saldamente al proletariato, anche le migliori e più generose esperienze di lotta degli sfruttati avrebbero mancato di respiro e prospettiva, andando incontro ad una sconfitta. Per questo, fin quando ha potuto, il suo contributo è sempre stato complessivo, pieno, intelligente, appassionato.

La sua morte priva tutti noi di una compagna preziosa, di cui sentiremo sempre la mancanza, e ci riempie di una tristezza indicibile. E se anche sappiamo, con la certezza che non può mancare ai rivoluzionari, che la lotta proletaria non mancherà di formare in futuro tanti altri compagni e compagne, e che la battaglia andrà avanti, sappiamo anche però che Laura non ci sarà più, che ogni compagno è unico e insostituibile, e che la sua mancanza sarà sempre incolmabile.

Un abbraccio Laura e un saluto a pugno chiuso.

Piero

Comitato 23 Settembre

PER LAURA

La tenacia con cui Laura ha contribuito, fino a quando la sua malattia e le sue forze glielo hanno permesso, al lavoro del Comitato 23 settembre, è stata ammirevole e di stimolo per tutte le compagne.

Nel settembre del 2020, in occasione dell’apertura del processo per l’assassinio di Atika, Laura, più che mai convinta della necessità di affrontare le tematiche specifiche dell’oppressione e della violenza sulle donne, così spesso trascurate tra i militanti della sinistra sindacale e politica, è stata fra le promotrici della creazione del nostro comitato. Ai suoi già molti impegni aggiungeva così il dibattito e lo studio degli aspetti salienti legati alla questione di genere inquadrati in una visione politica più generale con uno spettro e una profondità pari a quella con cui ha sempre affrontato la militanza politica e sindacale.

Un lavoro che aveva come fine il coinvolgimento nella lotta delle lavoratrici e di tutte le donne senza privilegi: ricordiamo la grande la lucidità con la quale portava i suoi ragionamenti nell’affrontare le molteplici specificità dell’attacco, portato da capitalismo e patriarcato, alla vita delle donne oppresse e delle immigrate che ogni giorno incontrava nei magazzini della logistica. Così come altrettanto determinata era la sua difesa di tesi che spesso sono servite ad individuare percorsi ed obiettivi, sia nel confronto teorico all’interno del Comitato sia nelle lotte delle lavoratrici.

La visione di Laura era proiettata sul futuro, e sulla necessità di coniugare l’impegno personale con una visione della società e dei valori per cui battersi. Valori e senso morale da non rinviare alla società futura, ma per cui lottare anche nel presente, senza dei quali nulla di solido si sarebbe potuto costruire.

La caparbietà ed il coraggio che metteva nel dibattito era lo stesso che non l’ha mai portata ad arretrare nelle piazze di fronte alle minacce dell’apparato repressivo. Noi che più le eravamo vicine, per aver condiviso ogni percorso di militanza, non riusciamo ad accettare che lasci questo vuoto…nonostante la consapevolezza che lei avrebbe voluto che noi continuassimo, nonostante la sua assenza, il nostro lavoro. Anche nella sua più recente malattia, sappiamo che Laura era profondamente commossa quando le compagne e i compagni le manifestavano la loro vicinanza. La stessa commozione proviamo noi ora, consapevoli che il suo pensiero ci seguirà sempre nel nostro lavoro futuro.

Laura, ci mancherai sempre, ma sarà soprattutto la lotta delle donne a sentire grandemente la tua assenza!

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