Parte della catena di rifornimenti/Sfidante degli Usa

Germania, America Latina, Brasile, rapporti potenza

Gfp     110504/09

Parte della catena di rifornimenti/Sfidante degli Usa

– Accelera l’offensiva della Germania in America Latina, area di influenza diretta degli Usa, incalzata dalla Cina che si sta rafforzando nell’area,

o   secondo il progetto varato la scorsa estate dal governo tedesco, con la visita del presidente Christian Wulff in Messico, Costarica e Brasile.

– In Messico intensificazione delle relazioni economiche: il basso costo del lavoro e l’accordo di libero scambio con gli Usa – e Canada – (NAFTA, 1994) serviranno ai gruppi tedeschi per produrre merci a basso costo per il mercato Usa, rafforzando così la propria posizione nella competizione con la Cina, in particolare.

– Sarebbero circa 1000 le imprese tedesche in Messico, con circa 130 000 addetti.

– Il capitale accumulato dei gruppi tedeschi in Messico è di circa $25MD, mentre il commercio estero tedesco, molto calato durante la crisi economica a causa della forte dipendenza del Messico dal mercato Usa, è risalito nel 2010 a circa $15MD, pari a circa 1/3 del totale UE con il Messico.

o   Grazie al Nafta il Messico serve da collegamento tra UE e Usa, che accolgono oltre l’80% delle esportazioni messicane e rappresentano oltre il 50% di tutti gli IED (Investimenti Esteri Diretti) nel paese (dati 2009).

o   Già dagli anni Novanta, la UE cerca di ottenere in Messico condizioni favorevoli per i gruppi europei; dal 2000 ha siglato un accordo di libero scambio, oltre ad un accordo globale che pone l’obiettivo della parità con il NAFTA.

– Wulff ha visitato la filiale messicana del produttore di componentistica per auto tedesco, Schaeffler, nello Stato di Guanajuato;[1] Schaeffler produce per il mercato Usa, e si vanta di formare i giovani salariati messicani su modello tedesco.

– Circa il 75% della produzione dei gruppi tedeschi di componentistica per auto in Messico fornisce 1/3 del mercato americano, quota in crescita. Alcune prestigiose imprese messicane sarebbero riuscite a collocarsi ai primi posti della catena di rifornimenti per l’industria automobilistica; predominano però i gruppi esteri, in particolare quelli tedeschi (Continental, Schaeffler, Bosch).

– Wulff ha promesso l’appoggio tedesco all’apparato di repressione messicano nella lotta contro la mafia della droga, che crea problemi ai gruppi tedeschi; nel solo aprile 2011, 1le 400 vittime di questa guerra;

o   poliziotti e soldati messicani sono accusati di gravi violazioni dei diritti umani nella repressione di proteste (come testimoniato da Amnesty International), oltre che di essere in parte coinvolti nel mercato della droga.

o    Nel 2010, ad es., la fabbrica d’armi tedesca Heckler und Koch ha esportato in Messico 8000 fucili d’assalto G36. La Bundeswehr aiuta ad addestrare le forze armate messicane.

– Nelle previsione degli esperti, il Messico, che fa già parte del G20, è destinato ad accrescere la propria influenza internazionale; dal punto di vista economico si pone al 14° posto, e secondo gli analisti della grande banca HSBC nel 2050 potrebbe superare la Francia, all’8° posto.

Brasile

– Il Brasile è il maggior partner economico della Germania in America Latina, davanti al Messico:

o   IED tedeschi ad oltre $27MD;

o   commercio estero 2010, con $20,6MD quasi tornato al livello ante-crisi.

o   1200 i gruppi tedesco-brasiliani, con 250 000 addetti; São Paulo, con 800 imprese tedesco-brasiliane, rappresenta il maggior sito economico tedesco fuori dalla Germania.

– Da anni, Germania e Brasile combattono assieme per un seggio permanente nel C.d.S. Onu; entrambi si considerano potenze egemoniche nel proprio subcontinente, e entrambi mirano ad una crescente indipendenza dagli Usa.

– A causa degli scontri in Germania con la direzione del gruppo, il presidente tedesco non ha potuto visitare come programmato l’acciaieria di ThyssenKrupp di Santa Cruz, nei pressi di Rio de Janeiro, con oltre $5MD il maggior recente investimento tedesco in America Latina, da anni oggetto di proteste e azioni legali per le sue emissioni velenose.

– Forti proteste anche contro un altro grande progetto a partecipazione tedesca, quello della diga di Belo Monte sul fiume Xingu in Amazzonia, la terza maggiore del mondo, che richiederebbe un trasferimento forzato di massa e la distruzione della foresta. Il gruppo tedesco Voith Hydro ha di recente ottenuto la commessa per le turbine per la diga, per un valore di €443MD, un record per il gruppo.

– Wulff è riuscito a far entrare i gruppi tedeschi anche in altri grandi progetti infrastrutturali:

o   Siemens e Deutsche Bahn per un collegamento ferroviario veloce tra São Paulo e Rio de Janeiro, $13MD);

o   Fraport potrebbe approfittare della privatizzazione progettata degli aeroporti brasiliani;

o   Duisport, gestore del porto di Duisburg, punta ad una commessa per la modernizzazione e l’ampliamento di Santos, il principale porto della metropoli industriale di São Paulo, che dispone delle maggiori infrastrutture portuali dell’America Latina.

– Nonostante gli sforzi i gruppi tedeschi sono riusciti a mantenere solo una posizione relativa:

o   la Cina ha progetti per investimenti miliardari in Brasile; è divenuta di gran lunga il maggior partner commerciale del Brasile; si prevede che nel 2014-2015 vi esporterà più merci di tutta la UE.

– La diminuzione dell’influenza degli Usa in America Latina libera forze, soprattutto in Brasile, che cercano di attestarsi a livello continentale o globale.

– Secondo il German Institute for Global and Area Studies (GIGA) in America Latina si starebbe imponendo la tendenza a sostituire organizzazioni regionali alle quali partecipano gli Usa con nuove organizzazioni regionali senza gli Usa.

o   Il Brasile avrebbe intanto consolidato il proprio ruolo guida in Sud America, e in parte in tutta l’America Latina, come pure la propria posizione di sfidante degli Usa nella regione.

o   Berlino favorisce questo sviluppo che indebolisce il rivale Usa, ha dichiarato il Brasile “Alleato strategico” in America Latina; nel 2008 ha varato un “paino d’azione” per rafforzare la cooperazione, anche a livello globale.

– Oltre al rafforzamento delle relazioni economiche è prevista una cooperazione in campo militare: la Germania ha proposto che il Brasile fornisca in futuro personale civile, ma anche poliziotti e soldati per gli interventi militari UE in tutto il mondo (gli specialisti avvertono che i militari brasiliani non hanno accantonato l’idea della bomba atomica). Ci saranno negoziati a riguardo nel mese corrente.

– L’aspirazione a potenza internazionale del governo brasiliano ha già prodotto un massiccio riarmo:

o   nel 2010, con +5,8% l’aumento della spesa militare in Sud America è stato il maggiore del mondo;

o   +9,3% quello del Brasile rispetto al 2009.

– Per sfruttare il crescente potenziale di violenza a favore della propria politica di potenza, oltre alla partecipazione brasiliana agli interventi militari UE, Berlino sollecita anche l’intensificazione della cooperazione militare delle forze armate dei due paesi.

o   Germania e Brasile hanno concordato la creazione di gruppi di lavoro per studiare progetti a riguardo.

o   Da anni la Germania appoggia le ambizioni nucleari del Brasile, è stato prolungato ed è ancora in vigore oggi l’accordo per il nucleare del 1975;

o   il gruppo Siemens partecipa alla costruzione di una nuova centrale nucleare, Angra III, sulla costa poco distante da Rio de Janeiro;

o   il governo tedesco appoggia il progetto con una garanzia Hermes/bürgschaft.

[2]

[1] Negli anni ’40 il gruppo diretto predecessore di Schaeffler si occupava della lavorazione dei capelli dei prigionieri ebrei assassinati ad Auschwitz.

[2] Dal nome della società di assicurazione al credito „Hermes Kreditversicherungs-AG“, che fornisce le garanzie per l’esportazione in nome dello Stato federale tedesco.

 
Gfp      110509

 

Herausforderer der USA

 
09.05.2011

 

BRASÍLIA/SÃO PAULO/BERLIN

 

–   (Eigener Bericht) – Bundespräsident Christian Wulff kündigt eine Stärkung der strategischen Partnerschaft Deutschlands mit Brasilien an. Wie Wulff bei seinem Aufenthalt in dem südamerikanischen Land erklärte, das er letzte Woche besuchte, will Berlin seine Beziehungen zu Brasilia weiter ausbauen.

 

–   Deutschland und Brasilien kämpfen bereits seit Jahren gemeinsam um einen ständigen Sitz im UNO-Sicherheitsrat und teilen auch darüber hinaus starke Interessen: Sie sehen sich jeweils als Hegemonialmacht auf ihrem (Sub-)Kontinent – Deutschland in Europa, Brasilien in Lateinamerika – und sind auf wachsende Unabhängigkeit von den Vereinigten Staaten bedacht.

 

–   Privilegierte Wirtschaftskontakte stabilisieren die Beziehungen. Der Bundespräsident wollte ursprünglich am Samstag die größte deutsche Investition der letzten zehn Jahre in Lateinamerika besuchen – ein Stahlwerk nahe Rio de Janeiro,das wegen der Emission giftiger Stoffe bereits seit Jahren Gegenstand von Protesten und Gerichtsverfahren ist.

 

–   Neben dem Ausbau der bilateralen Geschäfte ist auch die Intensivierung der Militärkooperation geplant. Nach deutschen Plänen soll Brasilien zukünftig Truppen für EU-Militärinterventionen stellen. Fachleute warnen, das brasilianische Militär habe seine Absicht, Atombomben zu bauen, bis heute nicht aufgegeben.

 
Milliardenprojekte

 

–   Brasilien ist mit klarem Abstand vor Mexiko [1] der bedeutendste Wirtschaftspartner Deutschlands in Lateinamerika. Der Bestand an Direktinvestitionen beläuft sich auf mehr als 27 Milliarden US-Dollar, der Außenhandel hat mit 20,6 Milliarden US-Dollar im Jahr 2010 beinahe wieder den Stand aus der Zeit vor der Weltwirtschaftskrise erreicht.

 

–   1.200 deutsch-brasilianische Firmen beschäftigen rund 250.000 Menschen, São Paulo ist mit 800 deutsch-brasilianischen Unternehmen weiterhin der größte deutsche Wirtschaftsstandort außerhalb der Bundesrepublik.

 

–   Bundespräsident Wulff wollte am Samstag die bedeutendste deutsche Investition in Brasilien in den letzten zehn Jahren besuchen: das mehr als fünf Milliarden US-Dollar teure Stahlwerk von ThyssenKrupp in Santa Cruz nahe Rio de Janeiro. Gegen das Stahlwerk, bei dem es sich um das größte in ganz Lateinamerika handelt, laufen Anwohner seit Jahren Sturm; wegen gesundheitsschädlicher Emissionen ermittelt inzwischen sogar die Staatsanwaltschaft. Den Verantwortlichen drohen langjährige Haftstrafen.

 

–   Wulffs Besuch wurde kurzfristig abgesagt, allerdings nicht wegen der brasilianischen Beschwerden, sondern wegen innerdeutscher Streitigkeiten mit dem Konzernmanagement.

 

–   Proteste ruft schließlich auch ein weiteres Riesenprojekt mit deutscher Beteiligung hervor: Voith Hydro hat kürzlich den Auftrag zur Lieferung von Turbinen für den Staudamm Belo Monte am Rio Xingu im Amazonasgebiet erhalten. Das Volumen beläuft sich – für Voith Hydro ein Rekord – auf 443 Millionen Euro. Auch hier gehen Anwohner auf die Straße – gegen Massenumsiedlungen und die Zerstörung kostbaren Regenwaldes durch den Bau des künftig drittgrößten Staudamms der Welt.

 

USA: "Nur noch einer unter vielen"

 

–   Bundespräsident Wulff hat sich jetzt in Brasilien dafür eingesetzt, dass deutsche Konzerne auch bei weiteren milliardenschweren Infrastrukturprojekten zum Zuge kommen.

 

o    Siemens und die Deutsche Bahn wollen eine schnelle Zugverbindung von São Paulo nach Rio de Janeiro bauen (Volumen: über 13 Milliarden US-Dollar).

 

o    Fraport möchte von der geplanten Privatisierung der brasilianischen Flughäfen profitieren.

 

o    Der Duisburger Hafenbetreiber Duisport strebt danach, einen Auftrag für die Modernisierung und Erweiterung des Hafens von Santos zu erhalten. Santos ist die Hafenstadt der Industriemetropole São Paulo und besitzt die größten Hafenanlagen ganz Lateinamerikas.

 

–   Trotz erheblicher Anstrengungen gelingt es der deutschen Wirtschaft jedoch nur, ihre relative Position zu halten.

 

o    China plant eigene Milliardeninvestitionen in Brasilien und hat beim Handel mit dem Land die westliche Konkurrenz längst deklassiert: Es ist mit deutlichem Abstand größter Handelspartner Brasiliens und wird 2014 oder 2015 mehr Waren mit ihm umschlagen als die gesamte EU.

 

o    Relative Verluste verzeichnen besonders die USA. Diese seien "im südlichen Lateinamerika (…) zwar kein unbedeutender Handelspartner, aber nur noch einer unter vielen wichtigen Handelspartnern", ist beim German Institute for Global and Area Studies (GIGA) zu lesen.[2]

 

Strategischer Partner

 

–   Der schrumpfende Einfluss der Vereinigten Staaten im südlichen Lateinamerika setzt vor allem in Brasilien Kräfte frei, die nach eigener kontinentaler oder sogar globaler Machtentfaltung streben.

 

o    Als "größtes Land Lateinamerikas" trete Brasilien "mit dem Selbstbewusstsein eines aufstrebenden regionalen und globalen Akteurs" auf, schreibt das Auswärtige Amt.[3] Das GIGA konstatiert für Lateinamerika insgesamt die virulente Tendenz, Regionalorganisationen mit US-Beteiligung durch neue Regionalorganisationen ohne US-Beteiligung zu ersetzen.

 

o    Brasilien habe mittlerweile "seine Führungsrolle in Südamerika und teilweise auch in Gesamtlateinamerika konsolidiert" sowie "seine Stellung als Herausforderer der USA in der Region gefestigt", urteilt das Institut.[4]

 

o    Berlin kommt diese Entwicklung, die den US-amerikanischen Rivalen schwächt, sehr entgegen. Deutschland hat Brasilien zu seinem einzigen "Strategischen Partner" in Lateinamerika erklärt und mit ihm im Mai 2008 einen "Aktionsplan" vereinbart, der den Ausbau der Zusammenarbeit bilateral, aber auch auf globaler Ebene vorantreiben soll.

 
Truppensteller

 

–   Die Absicht, Brasilien als von den USA unabhängiger werdenden Juniorpartner [5] zu nutzen, zeigt sich deutlich in den jüngsten Plänen, die Streitkräfte des Landes in europäische Militäreinsätze zu integrieren. Wie die brasilianische Presse berichtet, liegt der Regierung dazu seit vergangenem Juli ein Vorschlag aus Brüssel vor.

 

–   Demnach solle Brasilien Kräfte für EU-Interventionen in aller Welt zur Verfügung stellen – ziviles Personal, aber auch Polizisten und Militär.[6] Gespräche darüber sollen noch in diesem Monat fortgesetzt werden und baldmöglichst zu einem Ergebnis führen.

 

–   Das Ansinnen der brasilianischen Regierung, in Zukunft in der weltweiten Machtpolitik eine stärkere Rolle zu spielen, führt bereits jetzt zu massiver Aufrüstung.

 

o    Im Jahr 2010verzeichnete Südamerika mit einer Zunahme seiner Militärausgaben um 5,8 Prozent die größte Aufrüstungsrate weltweit; der stärkste Beitrag dazu kam aus Brasilien, das für seine Streitkräfte 9,3 Prozent mehr Geld aufwandte als noch im Vorjahr. Dieser Trend werde anhalten, urteilen Experten.

 
Militärkooperation

 

–   Um die Nutzung dieses wachsenden Gewaltpotenzials für die eigene Weltmachtpolitik in die Wege zu leiten, befürwortet Berlin nicht nur die brasilianische Beteiligung an EU-Interventionen, sondern sucht auch die Militärkooperation der Streitkräfte beider Länder zu intensivieren.

 

–   In der Ausbildung von Offizieren arbeiten die Bundesrepublik und Brasilien schon seit langer Zeit zusammen. Letzten November vereinbarten der damalige Verteidigungsminister Karl-Theodor zu Guttenberg und sein brasilianischer Amtskollege Nelson Jobim, die Beziehungen auszubauen. Bei Stabsgesprächen wurde kurz darauf die Bildung von Arbeitsgruppen vereinbart, die geeignete Kooperationsvorhaben eruieren sollen. Der Prozess ist im Gange, die nächsten Stabsgespräche sind bereits geplant.

 
Atomvertrag

 

–   Experten warnen, das brasilianische Militär, mit dem die Bundeswehr enger kooperieren soll, habe seine Pläne zur Herstellung von Atomwaffen nie aufgegeben und treibe sie zur Zeit sogar wieder entschieden voran.[7]

 

–   Die Bundesrepublik unterstützt die nuklearen Ambitionen Brasiliens schon seit Jahrzehnten (german-foreign-policy.com berichtete [8]); ein entsprechender Atomvertrag aus dem Jahr 1975 ist immer wieder verlängert worden und bis heute in Kraft. Am Bau eines neuen Atomkraftwerkes ("Angra III") ist der deutsche Siemens-Konzern beteiligt. Der Meiler, der laut Einschätzung von Experten auf recht unsicherem Boden errichtet wird, liegt an der brasilianischen Küste unweit der Großstadt Rio de Janeiro. Die Bundesregierung unterstützt das Bauvorhaben mit einer Hermesbürgschaft.

 

[1] s. dazu Teil der Lieferkette

 

[2] Detlef Nolte, Christina Stolte: Selbstbewusst in die Zukunft: Lateinamerikas neue Unabhängigkeit; GIGA Focus Lateinamerika 12/2010

 

[3] Brasilien: Außenpolitik; www.auswaertiges-amt.de

 

[4] Detlef Nolte, Christina Stolte: Selbstbewusst in die Zukunft: Lateinamerikas neue Unabhängigkeit; GIGA Focus Lateinamerika 12/2010

 

[5] s. dazu Juniorpartner

 

[6] Europa quer que Brasil integre suas forças de paz; Folha de São Paulo 14.04.2011

 

[7], [8] s. dazu Die brasilianische Bombe

 
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Gfp      110504

Teil der Lieferkette

04.05.2011

CIUDAD DE MÉXICO/BERLIN

–   (Eigener Bericht) – Mit Besuchen in Mexiko, Costa Rica und Brasilien treibt Bundespräsident Christian Wulff in diesen Tagen die neue Berliner Lateinamerika-Offensive voran. Seine Reise dient der Umsetzung des deutschen Lateinamerika-Konzepts, das die Bundesregierung im vergangenen Sommer verabschiedet hat. Damit will sie die deutsche Position im unmittelbaren Einflussgebiet der Vereinigten Staaten stärken.

–   Aus Sicht Berlins drängt die Zeit, da auch die Volksrepublik China ihre Stellung in Lateinamerika umfassend ausbaut.

o    In Mexiko steht vor allem die Intensivierung der Wirtschaftsbeziehungen auf der Tagesordnung. Das Land ist nicht nur Niedriglohnstandort, sondern auch über ein Freihandelsabkommen an die USA gebunden und wird von deutschen Unternehmen deshalb zur kostengünstigen Produktion von Waren für den US-Markt genutzt. Bundespräsident Wulff würdigte diesen Umstand gestern mit einem Besuch bei der mexikanischen Filiale des deutschen Autozulieferers Schaeffler, dessen umittelbarer Vorläufer in den 1940er Jahren Haare von in Auschwitz ermordeten Juden verarbeitete. Wulff sprach zudem über deutsche Unterstützung für die mexikanischen Repressionsapparate in ihrem Krieg gegen die Drogenmafia. Polizisten und Soldaten werden schwere Menschenrechtsverbrechen vorgeworfen.

Niedriglohnstandort

–   Der Ausbau der Wirtschaftskontakte spielte beim gestern beendeten Besuch von Christian Wulff in Mexiko eine bedeutende Rolle. Die Bundesregierung hat zentrale Forderungen der Wirtschaft in ihr neues, am 4. August 2010 verabschiedetes Lateinamerika-Konzept aufgenommen (german-foreign-policy.com berichtete [1]). Damit will sie nicht nur die Gewinnaussichten deutscher Unternehmen verbessern, sondern auch deren Stellung gegenüber der Konkurrenz vor allem aus China stärken.

–   In Mexiko besitzt jedoch ein weiterer Aspekt eine herausragende Bedeutung: Die Stellung des Landes als ökonomisches Bindeglied zwischen der EU und den Vereinigten Staaten. Mexiko hat schon früh ein Freihandelsabkommen mit Washington geschlossen (North American Free Trade Agreement, NAFTA; beteiligt ist auch Kanada). Seit es am 1. Januar 1994 in Kraft getreten ist, besitzt das Land eine exklusive Stellung als Niedriglohnstandort für die USA. Diese nehmen mehr als 80 Prozent der mexikanischen Importe ab und stellen mehr als 50 Prozent aller ausländischen Direktinvestitionen (Stand: 2009). Für viele Branchen gilt heute: Wer in den Vereinigten Staaten mitkonkurrieren will, ist gut beraten, in Mexiko zu produzieren.

Freihandel

–   Aus diesem Grund hat die EU sich schon in den 1990er Jahren intensiv bemüht, in Mexiko günstige Bedingungen für europäische Unternehmen zu schaffen. Seit dem Jahr 2000 ist sie mit dem Land ebenfalls durch ein Freihandelsabkommen verbunden; zudem existiert ein Globalabkommen, das die NAFTA-Parität als Ziel vorsieht. Tatsächlich ist es auf diese Weise gelungen, die Aktivitäten deutscher Unternehmen in Mexiko stark auszuweiten.

o    Das akkumulierte Kapital deutscher Firmen wird mittlerweile mit rund 25 Milliarden US-Dollar beziffert; der Außenhandel brach zwar wegen der hohen Abhängigkeit Mexikos vom US-Markt während der Weltwirtschaftskrise dramatisch ein, erreichte 2010 aber bereits wieder rund 15 Milliarden US-Dollar – fast ein Drittel des gesamten EU-Außenhandels mit Mexiko.

–   Bundespräsident Wulff warb bei seinen Gesprächen in den vergangenen Tagen um attraktive Bedingungen für neue deutsche Investitionen und stieß beim Staatspräsidenten Mexikos, Felipe Calderón, damit auf offene Ohren. Es gebe ein dichtes "Netzwerk von über 1.000 deutschen Unternehmen (…), die mit rund 130.000 Mitarbeiterinnen und Mitarbeitern in Mexiko produzieren", hieß es am Sonntag in einem Namensartikel von Wulff in der mexikanischen Presse – ein sanfter Hinweis darauf, zu was es führen könnte, sollten deutsche Unternehmen sich in Mexiko nicht mehr wohlfühlen.[2]

Rekordergebnisse

Wie deutsche Unternehmen die besondere Stellung Mexikos als Freihandelspartner der Vereinigten Staaten und Niedriglohnstandort nutzen, zeigt das Beispiel des Autozulieferers Schaeffler, dessen Werk im Bundesstaat Guanajuato der Bundespräsident am gestrigen Dienstag besuchte. Schaeffler wurde offiziell erst nach dem Ende des Zweiten Weltkriegs in der Bundesrepublik gegründet; der Vorläufer jedoch verarbeitete während des Zweiten Weltkriegs im schlesischen Katscher die Haare von in Auschwitz ermordeten Juden (german-foreign-policy.com berichtete [3]). Bei der Eröffnung der Zweigstelle in Guanajuato im Jahr 2008 war Staatspräsident Calderón persönlich anwesend. Die Firma Schaeffler rühmt sich, in ihrem Werk, das für den US-Markt produziert, junge Mexikaner nach deutschem Modell auszubilden.

Die Gewinnaussichten sind hervorragend: Wie die deutsche Außenwirtschaftsagentur Germany Trade and Invest (gtai) berichtet, haben die Autozulieferer in Mexiko die krisenbedingten Einbrüche des Jahres 2009 längst wettgemacht und erwarten für das laufende Jahr neue Rekordergebnisse. Mit insgesamt 75 Prozent ihrer Produktion bedienen sie ein Drittel des US-Marktes – bei steigender Tendenz. Immerhin hätten, heißt es bei gtai, mittlerweile auch "einige namhafte mexikanische Unternehmen" es geschafft, sich "an vorderer Stelle in die Lieferkette der Autoindustrie einzureihen".[4] Nach wie vor dominieren jedoch ausländische Firmen, darunter insbesondere deutsche (Continental, Schaeffler, Bosch).

Drogenkrieg

Trotz der günstigen ökonomischen Rahmenbedingungen sehen deutsche Unternehmer Grund zur Klage – wegen des brutal geführten mexikanischen Drogenkrieges, der in zunehmendem Maß auch unter Unbeteiligten Opfer fordert. Allein im April sind Berichten zufolge mehr als 1.400 Menschen umgebracht worden. Bundespräsident Wulff sprach das Thema im Interesse deutscher Manager bei seinem Besuch explizit an. Zu den Besonderheiten des Drogenkrieges gehört es, dass die staatlichen Repressionsapparate, die eigentlich die Mafia bekämpfen sollen, teilweise selbst in kriminelle Deals involviert sind und überdies schwerer Menschenrechtsverbrechen beschuldigt werden. Dasselbe gilt auch für das Vorgehen der Repressionsapparate bei der Bekämpfung von Unruhen; dokumentiert ist sogar das Verschwindenlassen von Menschen durch Militärs.

Amnesty International in Deutschland wird am 27. Mai das mexikanische Menschenrechtszentrum Tlachinollan und seinen Gründer Abel Barrera Hernández mit seinem Menschenrechtspreis auszeichnen. Tlachinollan kämpft seit 1994 gegen Übergriffe von Militärs und hat inzwischen schon mehrere Fälle vor den Interamerikanischen Gerichtshof für Menschenrechte gebracht. Amnesty International beurteilt die Aktivitäten gegen die Gewalt der Repressionsapparate als vorbildlich.

Militärhilfe

Dabei erhalten die Militärs, gegen deren Übergriffe sich Tlachinollan zur Wehr setzt, Unterstützung aus Deutschland. Die Oberndorfer Waffenschmiede Heckler und Koch etwa hat in den vergangenen Jahren 8.000 Sturmgewehre vom Typ G36 nach Mexiko exportiert. Sie wurden in Unruhegebieten eingesetzt, unter anderem in demjenigen, in dem Tlachinollan tätig ist.

–   Die Bundeswehr leistet für die schwer beschuldigten mexikanischen Streitkräfte Ausbildungshilfe und stellt in diesem Rahmen jährlich Lehrgangsplätze bereit. Im Namen der von deutschen Managern gewünschten Bekämpfung des Drogenkrieges verhandelt die Bundesrepublik mittlerweile auch noch über ein Abkommen, das eine intensivere Kooperation im nichtmilitärischen Repressionssektor in die Wege leiten soll.

Zukunftsperspektive

–   Für die Mexikopolitik Berlins ist von Bedeutung, dass das Land zu den aufstrebenden Staaten zählt, denen Experten für die Zukunft einen steigenden weltpolitischen Einfluss voraussagen.[5] Mexiko hat zur Zeit auf der Rangliste der größten Volkswirtschaften weltweit Platz 14 inne und kann laut einer Analyse der Großbank HSBC bis zum Jahr 2050 auf Platz 8 steigen; dann stünde es noch vor Frankreich.

–   Mexiko gehört bereits heute zu den G20-Staaten; Berlin hat letztes Jahr vor allem bei Umweltthemen eng mit der mexikanischen Regierung kooperiert, um das Land – auch im Blick auf künftige globale Auseinandersetzungen – an sich zu binden. Die EU hatte ebenfalls nicht zuletzt kommende Machtkämpfe im Visier, als sie das aufstrebende Mexiko im Oktober 2008 zu einem Strategischen Partner erklärte. Wirtschaftskooperation und Repressionszusammenarbeit finden in der Anbahnung künftiger weltpolitischer Partnerschaft einen übergeordneten strategischen Zweck.

[1] s. dazu Die neue Lateinamerika-Offensive

[2] Namensartikel von Bundespräsident Christian Wulff für die Sonntagsausgabe der mexikanischen Tageszeitung "Reforma" anlässlich seines Staatsbesuches in Mexiko; www.bundespraesident.de 01.05.2011

[3] s. dazu Vom Ursprung deutschen Reichtums, Vom Ursprung deutschen Reichtums (II) und Vom Ursprung deutschen Reichtums (III)

[4] Kfz-Teileindustrie in Mexiko wächst stark; www.gtai.de 27.04.2011

[5] s. dazu Europas Abstieg (II)

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